Lecco: agli 'estremi', con gli scatti di Arianna Colliard e Matteo Della Bordella
“Xtremes”, cioè estremi: sessanta foto dell’estremo Nord e dell’estremo Sud del mondo, tra la Groenlandia, l’isola di Baffin e la Patagonia. Sono in mostra alla Torre Viscontea e si tratta dell’iniziativa inaugurale di “Monti Sorgenti”, la rassegna primaverile promossa dalla sezione lecchese del Cai, dalla Fondazione Cassin e dal gruppo “Ragni”, giunta alla dodicesima edizione.
Aperta fino al 14 maggio a ingresso libero, la mostra è stata presentata ieri a Palazzo delle paure con l’intervento del “ragno” Matteo Della Bordella e della compagna Arianna Colliard, autori delle fotografie. Con loro, il sindaco Mauro Gattinoni, l’assessore Giovanni Cattaneo, la conservatrice museale Barbara Cattaneo, la presidente del Cai lecchese Adriana Baruffini, il presidente regionale del Cai ma soprattutto organizzatore della rassegna “Monti Sorgenti”, il lecchese Emilio Aldeghi.
Arianna Colliard e Matteo Della Bordella
Si tratta di fotografie scattate in occasione di quelle che un tempo sarebbero forse andate sotto il nome di “missioni extrauropee” del ragno Della Bordella, viaggi nelle terre estreme per conquistare una vetta o aprire una nuova via alpinistica. Oggi, i tempi e lo sguardo sono cambiati. Ci sono le vette, ma ci sono paesaggi che vanno oltre l’incanto della natura. Della Bordella è uno dei grandi alpinisti contemporanei che non ha bisogno di presentazioni, Colliard è alpinista per passione, ma è anche antropologa e ciò comporta inevitabilmente una prospettiva particolare.Come ha sottolineato il sindaco Gattinoni: «I grandi alpinisti nascono come alpinisti e poi diventano reporter. Come Walter Bonatti o Carlo Mauri. Ai loro tempi, noialtri conoscevamo il mondo attraverso i loro occhi, le fotografie che diventavano le copertina della “domenica del Corriere”, i reportage su “Epoca”. E dunque, il lavoro di Della Bordella e Colliard prosegue su questo solco».
Con tutto che, oggi, quei mondi lontani non sono più proprio così lontani, ormai: «Su internet, oggi di foto ne vedi mille» ha chiosato della Bordella aggiungendo, come per andare appunto “oltre”, «se ne scegli alcune, le stampi e le esponi, si può spegnere il telefonino, guardarle e magari pensarci. Forse non resteranno impresse per sempre però lasciano un segno più profondo rispetto al “mordi e fuggi” a cui siamo abituati».E alla magia di un paesaggio “estremo” si aggiunge la riflessione «sugli uomini che abitano quei luoghi – come he detto Baruffini – e dei problemi di cui soffrono e sui quali magari non riflettiamo».
Per esempio, il popolo inuit «che ancora immaginiamo come lo immaginavamo da bambini – parole di Della Bordella – con gli igloo e il mondo incontaminato e invece è un popolo che oggi ha molti problemi di sopravvivenza».
L’idea della mostra è nata circa un anno fa in occasione di un incontro tra Della Bordella e Aldeghi ed è seguito poi il grosso lavoro di preparazione al quale si è dedicata Colliard.La rassegna “Monti Sorgenti” continuerà fino al 20 maggio con una serie di appuntamenti tra teatro, proiezioni di film e documentari, incontri. Prossimi appuntamenti nel fine settimana del 6 e 7 maggio. Sabato 6 alle 20,45 alla sala Ticozzi andrà in scena lo spettacolo teatrale “Tugnin, l’anima di Antonia” dedicato alla poetessa Antonia Pozzi interpretato da Alberto Bonacina e Ancilla Oggioni, con musiche originali di Sara Velardo e riprese video di Federico Videtta. «Si tratta – ha spiegato Aldeghi – di una maniera diverse di leggere la vita e l’opera di Antonia Pozzi», la poetessa milanese morta suicida nel 1938 che aveva la casa di vacanze a Pasturo. Ingresso libero senza necessità di prenotazione.
Si tratta di una coproduzione tra Cai Lecco e “Stato dell’arte” così come avvenuto due anni da con “Agosto 1957. Eiger: L’ultima salita” dedicato alla tragica scalata del 1959 della vetta svizzera, l’Orco dell’Oberland bernese, quando morirono tre alpinisti (due tedeschi e il lecchese Stefano Longhi) e un quarto (l’olginatese Claudio Corti) sopravvisse ma scontando per anni una sorta di ostracismo. La riabilitazione solo cinquant’anni dopo grazie a un libro del giornalista lecchese Giorgio Spreafico (“Il prigioniero dell’Eiger”).
Domenica 7 maggio, invece, l’appuntamento è alla Capanna Stoppani dove è in progamma un pomeriggio musicale: dalle 16 si esibirà il gruppo dei “Croccanti” con un tributo a Franco Battiato. All’incontro sarà anche presente l’escursionista Sara Bonfanti, originaria di Merate e da qualche anno trapiantata a Verona, che nel 2002 ha percorso interamente il “Sentiero Italia” del Cai.
D.C.