Pasturo: l'addio a Invernizzi, ultimo viaggio in carrozza per 'Fabrizio dei cavalli'

Nonostante il maltempo, in tantissimi nel pomeriggio odierno hanno raggiunto Pasturo per tributare l'ultimo saluto a Fabrizio Invernizzi, mancato nei giorni scorsi dopo aver combattuto contro un “brutto male” che non gli ha lasciato scampo, a soli 59 anni.


Fabrizio Invernizzi con i suoi cavalli
L'arrivo del feretro in chiesa, in carrozza


Dopo una vita trascorsa a prendersi cura degli amati cavalli, non potevano mancare, anche sotto la pioggia, una carrozza e una parata di amici in sella per accompagnare l'allevatore - titolare del maneggio di Pratobuscante e padre di tre figli, di cui due ancora in tenerissima età - nel suo ultimo viaggio terreno, dopo il rito funebre celebrato da don Antonio Fazzini.

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A lui il difficile compito di trovare le parole per consolare mamma Ernesta, la sorella Luisella, la compagna Jessica e quanti hanno conosciuto Fabrizio, ricordato da tutti come “un gigante dal cuore d'oro”, sempre disposto ad aiutare gli amici e trascorrere con loro dei momenti di allegria, come le salite a cavallo in Val Biandino, organizzate per ben 10 anni, per partecipare poi alla festa del 5 agosto oppure ancora come le giornate del Country Festival, per le quali, in più edizioni, ha messo a disposizione la propria tenuta. E poi gli innumerevoli battesimi della sella per bimbi avviati all'equitazione. "Le gare, le sfide, le benedizioni sui sagrati di tutte le chiese della Valsassina e non solo, le sfilate...", come ricordato dal sindaco di Introbio Adriano Airoldi a nome degli iscritti all'associazione valsassinese Amici del Cavallo, pronti a tributare a Invernizzi "un saluto sincero e riconoscente".


"Non vorremmo mai trovarci di fronte a eventi sconvolgenti e dolorosi come questo. Non vorremmo che certe domande venissero a portare in noi angoscia senza fine" ha detto invece nell'omelia il celebrante. "Perché una vita stroncata in modo così brutale? Perché una madre deve vedere il proprio figlio morire senza nulla potere? Perché una donna deve vedersi strappato il suo uomo insieme ai tanti sogni costruiti per il futuro? Perché questi piccoli bambini non devono più trovare le braccia del babbo che li stringe a sé?". Interrogativi pesanti dinnanzi ai quali, ha sostenuto il don, "sembra che possiamo solo unirci in un corale abbraccio che renda meno straziante quest'ora".

L'uscita del feretro


"A nulla serve tormentarsi" ha altresì aggiunto invitando a rivolgersi invece a Colui che è Padre del Cielo e della Misericordia. "Vogliamo credere che il Signore nei giorni della malattia abbia fatto sentire a Fabrizio la sua vicinanza, lo abbia dolcemente condotto a questo approdo".
Ad accompagnare il feretro al cimitero, in carrozza, invece, un fiume silenzioso di conoscenti. E i suoi cavalli. "Manca solo il suo, il suo, purtroppo, non lo può più cavalcare", l'amara chiosa di Airoldi.
A.M.
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