Premana: al via la terza stagione del 'rinato' Rifugio Ariàal. Si potrà anche soggiornare in tenda, in attesa delle camere

Situato a 1330 m.s.l.m., a circa un’ora di cammino dalla zona industriale di Premana, il Rifugio Ariàal si staglia tra i pascoli dell’omonima Alpe Ariale - nel territorio comunale di Casargo - ed è ormai una realtà consolidata nel panorama dei rifugi che costellano il territorio. Il merito è di tre ragazzi molto giovani e venuti “da lontano”, che nel giugno 2021, dopo aver vinto il bando indetto dal Comune di Premana, quale ente proprietario, hanno assunto la gestione di quella che, fino a qualche anno fa, prima della ristrutturazione, era una vecchia malga usata un tempo dai pastori che portavano gli animali al pascolo e lavoravano il latte.

I tre giovani gestori

Facciamo un ulteriore passo indietro per conoscere la loro storia. Davide Baron Toaldo e Lorenzo Fortunato sono originari di Parma, si conoscono dai tempi delle scuole superiori e, prima di intraprendere la nuova avventura al Rifugio Ariàal, lavoravano come dipendenti in rifugi sull’Appennino. Lucia Vergassola, originaria di La Spezia, era collega di Lorenzo. “Mentre percorrevamo insieme l’Alta Via dei Parchi (un itinerario di circa 500 km da percorrere a piedi lungo l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche, ndr) è nata l’idea di creare qualcosa di nostro” raccontano.

Il bancone del rifugio

L'area esterna

“Siamo venuti a conoscenza del bando relativo al Rifugio Ariàal soltanto il giorno prima della scadenza fissata per presentare la propria candidatura. Abbiamo passato un pomeriggio intero a discutere se partecipare o meno” prosegue Lucia. “Presa la decisione, abbiamo visitato la zona e il rifugio, un passo obbligatorio per prendere parte al bando. L’Alpe Ariale ci è apparsa sin da subito un posto bellissimo, ‘non ce lo daranno mai!’ pensavamo. Abbiamo partecipato quasi per gioco, senza delle speranze concrete”.

Altre foto scattate all'interno del rifugio

Invece, dopo diversi piazzamenti in altri bandi qua e là per l’Italia settentrionale, la vittoria arriva. È un successo inaspettato, che pone non pochi dubbi e interrogativi. “I primi mesi non sono stati semplici” ammettono. Bisognava infatti fare i conti con una disponibilità economica abbastanza limitata, oltre che con un iter burocratico complesso e poco familiare per i tre giovani, alla prima esperienza da rifugisti “autonomi”. “Abbiamo pensato seriamente di cedere il posto, di passare la palla ai secondi classificati” ci confidano. Due cose li spaventavano in particolare: “trasferirci, lasciare le nostre famiglie e le nostre terre; lasciare i nostri lavori stabili, per lanciarci in quella che era una vera e propria impresa”. Fondamentale sarà, dal punto di vista economico, anche il contributo dei loro familiari: “ci hanno aiutato molto, con prestiti a zero interessi, ma ora li abbiamo coperti tutti!” afferma Lorenzo, ridendo.

Dopo aver superato le ultime difficoltà “tecniche”, i tre giovani si sono messi subito al lavoro per, come mostreranno i successi dei due anni (o poco meno) a venire, cambiare letteralmente volto e storia a quella che fino a pochi anni prima era una vecchia malga in disuso, e che negli anni più recenti non era mai riuscita a decollare sotto le gestioni precedenti. “Siamo partiti con ogni cosa che ci veniva in mente”.
Inizialmente, Davide, Lorenzo e Lucia si sono dedicati alla pulizia dell’ex stalla di sosta, rifacendo la pavimentazione, e hanno organizzato un po’ di tavoli all’esterno. Dopodiché, hanno riarredato completamente lo spazio interno (riutilizzando moltissimi oggetti, cui è stata data nuova vita, grazie soprattutto alla creatività di Lucia), dove “non c’era letteralmente nulla”. In seguito, sono riusciti a mettere da parte qualcosa per acquistare una cucina professionale e così, dopo che i primi mesi erano stati sostanzialmente quelli preparatori, hanno finalmente iniziato a lavorare a pieno regime nell’ottobre del 2021.

La vista dall'interno

Fortissimo, ci tengono a ricordare, il sostegno che, in termini molto pratici e concreti, ha offerto loro la comunità premanese, soprattutto nelle prime fasi, quelle più complicate. E pensare che all’inizio erano molti i dubbi e le paure legate all’entrata in un contesto apparentemente “ostile”, fatto di una comunità di “montanari” molto legata alla propria terra e alle proprie tradizioni. “Chi ci ha regalato tavoli e chi quintali di legname lo scorso inverno, chi ci ha prestato la jeep quando il nostro mezzo era guasto, chi ci ha aiutato con il trattore… il sostegno dei premanesi (e non solo) è stato veramente importante. Ci hanno realmente accolti come nipoti nella loro famiglia” ci confida Lucia.
Giunti ad aprile 2023, oramai all’inizio della terza stagione all’Alpe Ariale, è tempo di bilanci. “La paura di non farcela era tanta, anche perché nel periodo in cui abbiamo assunto la gestione (2021, ndr) stavamo uscendo affannosamente dalla pandemia da Covid-19. Ci siamo decisamente rimboccati le maniche, anche perché non c’era altra via. Ora però lavoriamo molto e bene, in poco tempo si è sparsa la voce ed abbiamo una grande clientela che viene sia dai dintorni che da Milano e dalla Brianza”.
Ma, quali sono stati (e sono) i segreti del successo del Rifugio Ariàal?
Il vero punto di forza è la ventata di “nuovo” che Davide, Lorenzo e Lucia hanno saputo portare: un’intraprendenza non comune per rinnovare la struttura del rifugio, l’entusiasmo di tre ragazzi nemmeno trentenni, fino alle novità che hanno saputo portare anche in cucina!

Spinaci selvatici. Sotto una merenda invernale

“Non abbiamo mai preteso, né voluto, imitare la tradizione di queste zone e, più strettamente, quella premanese. Abbiamo invece cercato di portare dei piatti tipici delle nostre terre, offrendoli spesso in una chiave rivisitata. Diciamo che proviamo sempre a proporre qualcosa di nuovo, cercando di far incontrare la tradizione dei nostri luoghi di origine con i prodotti del luogo” raccontano. Importantissimi, infatti, tanto il km zero quanto la stagionalità dei prodotti: funghi, spinaci selvatici, caprino fresco, castagne, frutti di bosco o bacche per distillati. “La montagna è di certo il nostro fornitore preferito” affermano.

Altri piatti proposti dai ragazzi

Un altro punto forte riguarda il periodo di apertura del Rifugio Ariàal, che è sostanzialmente l’unico nella zona ad essere “operativo” tutto l’anno, dal mercoledì alla domenica (tutti i giorni, invece, a luglio e ad agosto). Davide, Lorenzo e Lucia si concedono una pausa soltanto nel mese di novembre, al termine della stagione, e la prima settimana di maggio, prima che la stessa entri nel vivo.

I lavori all'area camping

La vista dall'area camping

Nuovi progetti sono, poi, all’orizzonte. Innanzitutto, procedono bene i lavori per creare un’area camping, a poche decine di metri dal rifugio e collegata ad esso con un sentiero, che consenta il pernottamento nella stagione più calda. “C’è spazio per un totale di sei tende. In più, abbiamo creato un piccolo spazio per il fuoco e stiamo costruendo uno stenditoio. Stiamo facendo tutto il lavoro a mano e non nascondiamo quanto sia impegnativo” raccontano i tre. In più, nella stessa zona, sono stati piantati due alberi da frutto: un melo e un ciliegio.

L’altro grande progetto riguarda invece la realizzazione delle camere, che risolverebbe un problema non da poco relativo alla stagione invernale. “Nei mesi più freddi, abbiamo molta gente a pranzo, mentre a cena i clienti scarseggiano: nessuno può, ovviamente, pensare di scendere di notte e al freddo. Il progetto è stato approvato dal Comune di Premana, siamo in attesa che venga svelata la ditta che si occuperà dei lavori”.

Per finire, un’idea per il futuro è quella di sistemare la “casa del pastore”, una piccola struttura a pochi passi dal rifugio (un tempo dimora, appunto, dei pastori che passavano la stagione all’Alpe Ariale), per ricavarne un alloggio per i gestori, oltre a un locale per la vendita diretta di prodotti.

Davide, Lorenzo e Lucia hanno infine tenuto a ricordare che per la Festa della Liberazione organizzeranno “una giornata un po’ diversa, un 25 aprile che non sia banale”. Per l’occasione verrà infatti servito un menù popolare, con due o tre piatti semplici, mentre nel pomeriggio ci sarà spazio per musica ribelle e “improvvisate” melodiche (tutti i musicisti sono invitati a portare il proprio strumento). Saranno inoltre presenti i ragazzi di “Va’ Sentiero”, mentre è ancora da confermare la presenza del Gruppo Alpini di Premana. Obiettivo quello di “ricordare la resistenza partigiana, che anche nel territorio premanese è stata molto presente e attiva, e mantenere il ricordo; oltre a passare insieme un momento di convivialità e di festa”.
Storia, tradizione, cultura, buona cucina, rispetto e valorizzazione del territorio: questi solo alcuni degli ingredienti vincenti di una realtà che si chiama Rifugio Ariàal.
Alessandro Tenderini
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