Valmadrera: la fuga dell'asinello Mosé fa scoprire una storia d'amore per questi animali, salvati dal grande cuore di due molisani

Gli asinelli di Pietro Zarlenga e Camilla Bellomo
“Buongiorno, ieri è stato smarrito un asinello bianco pezzato, maschio”
. Inizia così il curioso post comparso nella bacheca del gruppo Facebook “Sei di Valmadrera se…” questa mattina. Una richiesta d’aiuto molto particolare che nasconde una di quelle storie che fanno bene al cuore. È la storia di Pietro Zarlenga e Camilla Bellomo. Molisani, 44 anni lui e 40 lei, due figli: Sebastian di sette anni e Leon di otto mesi. “Siamo arrivati in provincia di Lecco sei anni fa e ci siamo innamorati di questo posto. Ho deciso di abbandonare il mio impiego presso un importante multinazionale e di dedicarmi alla terra” ci ha raccontato Pietro. “In piena pandemia io e mia moglie abbiamo acquistato una baita e un terreno a Pasturo e abbiamo iniziato a costruire la nostra nuova vita tra le montagne. È in questo quadro che si inserisce la vicenda degli asini”. Una vicenda che va molto oltre lo smarrimento di un singolo esemplare. “L’asino è da tempo il mio animale preferito. Nel 2019, durante un allenamento di corsa sul Resegone, mi sono imbattuto in quest’asina gravida e ho convinto il padrone a regalarmela” ha proseguito il giovane. “Da lì è nato il progetto Lenti e Contenti, teso alla salvaguardia e alla tutela del benessere dell’asino. Negli ultimi quattro anni abbiamo salvato quattro esemplari da situazioni molto scomode, gli ultimi due addirittura dal macello. Li abbiamo riscattati a nostre spese”. Oggi, gli animali sono temporaneamente ricoverati a Valmadrera ma in futuro li attende un terreno di quindicimila metri quadri, completamente recitato, all’ombra delle cime valsassinesi. “A maggio 2022 abbiamo avviato un crowdfunding (https://www.produzionidalbasso.com/project/lenti-contenti/). L’idea è quella di costruire un secondo recinto di modo da creare dei camminamenti in cui gli asini siano liberi di muoversi. Sono animali selvatici che non dovrebbero stare in gabbia” ha sottolineato Pietro Zarlenga il cui amore per questi animali traspare già dai nomi che ha dato loro: Goccia, “Bellissima ed elegante”; Romeo, “il più anziano”; Miele, “asinella bizzarra ed intelligentissima” e Mosè. “L’abbiamo chiamato così perché è stato letteralmente salvato dalle acque. È nato a dicembre, in una giornata piovosa, in mezzo ad una pozzanghera. È il più pazzo di tutti e continua a cacciarsi nei guai” ha raccontato ridendo il suo padrone. Ieri mattina, il giovane asinello ha deciso di andare a farsi un giro nelle montagne sulle rive del lago. “Quando la sera sono andato a dar da mangiare agli animali mi sono accorto che non c’era più. Ho iniziato a cercarlo ma, complice l’oscurità, non sono riuscito a trovarlo” ha spiegato Zarlenga. “Questa mattina mi sono svegliato alle 5 ma di nuovo di Mosè nessuna traccia. Poi, assieme a mia moglie, abbiamo deciso di pubblicare il post su Facebook”. Alle 10.30, dopo trenta ore dalla fuga dell’animale, ecco la segnalazione tanto attesa. “Ho preso il cane e mi sono fiondato in località forcellina, sul sentiero che collega il paese verso il sasso della Preguda. Ormai riconosco l’odore dei miei asini e dei loro escrementi. Ho seguito le tracce e l’ho individuato” ha proseguito il giovane sorridendo. “Un pastore lo aveva visto procedere lungo una piccola stradina e lo aveva portato nel recinto delle sue capre. Quando sono arrivato mi ha detto che quell’asino sembrava umano. Del resto, io mi sono comportato come un asino per ritrovarlo”. Mentre Pietro Zarlenga parlava, in sottofondo si sentiva proprio Mosè ragliare in segno di saluto. “Amo veramente tanto questi animali. Ormai io ragiono come loro e loro ragionano come me. In pochi lo sanno ma quando mi dicono che sono un asino per me è un complimento” ha chiosato il quantaquattrenne molisano, ormai lariano a tutti gli effetti.
Andrea Besati
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