Volantino diffamatori in ospedale? L'ASST di Lecco 'vuole' 10.000 euro

Si tornerà in aula il prossimo 19 giugno per repliche, già annunciate dalla parte civile, e sentenza: nel frattempo con l'udienza odierna il vpo Mattia Mascaro in rappresentanza della pubblica accusa ha formulato una richiesta di condanna a 516 euro di multa per il sindacalista USB Ellis Giovanni Foschini, accusato dalla Procura della Repubblica di Lecco di diffamazione.
Al rappresentante sindacale ed informatico dell'ASST di Lecco viene contestata l'affissione di un “volantino” alla bacheca dell'Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate nell'agosto 2019. Da quanto è emerso nelle scorse udienze, Foschini si sarebbe dichiarato l'autore del testo word (poi inoltrato per posta elettronica a rappresentanti sindacali ed altri destinatari per mano dell'infermiere ed RSU Francesco Scorzelli) con cui, stando al quadro accusatorio, si tacciava l'ASST di aver speso 44 mila euro per “abbellire” gli uffici dirigenziali.
Lo scritto (che avrebbe fatto riferimento ad un ritaglio di determina inviata in forma anonima a Foschini) è stato ritenuto lesivo dell'immagine dell'azienda sanitaria, che ha provveduto a querelare l'odierno imputato ed a costituirsi parte civile nella persona del direttore generale Paolo Favini, tramite l'avvocato Stefano Pelizzari del foro di Lecco.
Quest'ultimo ha impostato la propria arringa cercando di anticipare e smontare punto per punto le mosse della difesa: non sarebbe innanzitutto ravvisabile la scriminante della “critica sindacale” (concedibile se supportata dalla verità della notizia) poiché il fantomatico volantino avrebbe riportato il falso. Secondo l'avvocato, infatti, di quei 44 mila euro solo 9 mila sarebbero stati destinati dall'ASST “piuttosto che ai bisogni degli utenti ai propri bisogni voluttuari”. A questo proposito l'odierno imputato avrebbe agito con dolo (nella forma del dolo eventuale); si sarebbe cioè rappresentato ed avrebbe accettato il rischio di diffondere una notizia falsa. Anzi, per il legale sarebbe stato inverosimile altrimenti: “da sindacalista esperto avrebbe dovuto verificare la fonte anonima”. Infine, anche una volta affisso con tanto di fotografia e sua firma in calce, Foschini non si sarebbe mai dissociato dalla divulgazione del volantino. Per questi motivi la parte civile ha concluso con la richiesta di condanna ed al pagamento di 10mila euro per risarcimento danni ed una provvisionale di 5mila.
A sorpresa la difesa non ha trattato nessuno degli elementi preventivati dalla parte civile: l'avvocato Stefania Scotto del foro di Messina si è invece concentrata sulla condotta materiale contestata al proprio assistito (inesistente a suo parere). Se infatti l'odierno imputato aveva ammesso nel corso del proprio esame di essere stato l'autore del volantino, ha sempre negato di esser stato lui ad affiggerlo in bacheca perché in quel periodo era in ferie. Controbattendo alle argomentazioni del collega di parte civile e concludendo che la denuncia a carico dell'informatico sarebbe stata un modo per punire lui ed il sindacato che rappresenta (“particolarmente attivo e fastidioso”), l'avvocato Scotto ha quindi chiesto al giudice Barazzetta un'assoluzione ai sensi dell'articolo 530, comma 1 del codice di procedura penale.
La vicenda giudiziaria si concluderà quindi a giugno.
F.F.
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