Valmadrera, Laura Valsecchi: che fatica essere donna, ma guidare l'OSA è stata una soddisfazione

Membro OSA dal 2001, 8 anni del consiglio direttivo e poi altri 11 da presidente. Il legame che unisce Laura Valsecchi all’Organizzazione sportivi alpinisti A.S.D. è profondo e radicato nel tempo. Le dimissioni dal ruolo di Presidente, comunicate al direttivo mercoledì sera, sicuramente non implicano la fine di questa relazione, come la stessa Valsecchi ha specificato nell’ultimo paragrafo della sua lettera di dimissioni. In questa breve intervista, l’ex presidente dell’OSA traccia un bilancio della sua presidenza.


Laura Valsecchi, prima a destra, durante le premiazioni alla cena sociale dell'Osa 2019


Volendo tracciare un bilancio dei suoi 11 anni di presidenza, come è andata secondo lei?
Sono stati 11 anni in salita, però ogni volta che c’era una discussione non mi arrendevo mai, la prendevo come una sfida. L’OSA ha delle grandissime potenzialità. In questi anni siamo riusciti ad organizzare dei grossi eventi sociali e sportivi e a far conoscere l’associazione anche al di fuori della nostra provincia. Nel complesso, sono soddisfatta per il lavoro svolto e per le amicizie che si sono create. Non escludo di tornare parte attiva nella società in futuro perché adoperarsi per gli altri è una cosa che ti da mille soddisfazioni. Il volontariato è una realtà appagante e bellissima.



Al 50° del Gruppo Femminile O.S.A. festeggiato nel 2019

Il fatto che lei fosse una donna le ha creato delle difficoltà?
Sono stata la prima donna in 60 anni a diventare presidente, oltretutto non autoctona di Valmadrera. In quel momento l’OSA non era ancora preparata ad avere un presidente donna, perché una volta le donne servivano solo per tenere la sede pulita ed aiutare quando gli uomini avevano bisogno di supporto per l’organizzazione delle gare. Ho fatto 8 anni in consiglio prima di diventare presidente e quando tentavo di dire la mia venivo subito ammutolita. Anche dopo che avevo assunto la guida dell’associazione, spesso c’erano uomini che mi sfidavano e di certo il loro comportamento, a volte condito da insulti, non mi faceva paura. Anzi, io gli dimostravo sempre che con l’educazione e il rispetto si ottiene di più. Allo stesso tempo c’erano tanti soci, di ambo i sessi, che mi hanno sostenuta e incoraggiata. In me vedevano un cambiamento e l’evoluzione che tutti volevano.


Foto scattata nel 2021 all'inaugurazione della Ferrata del Corno Rat rimessa a nuovo dall’Osa

Quali sono stati invece i momenti più belli?
Proprio l’amicizia che ho trovato in certe persone, sia donne che uomini. Sono persone vere ed educate con le quali lavorerei ancora molto volentieri. Mi piaceva stare con loro perché c’era sintonia. Avevamo la stessa visione su come organizzare le gare perché loro hanno frequentato i campi di gara da sempre e sanno cosa ha bisogno un atleta. Discutere con persone che invece non hanno mai fatto gare è difficile perché non capiscono le vere priorità degli sportivi. Mi è sempre piaciuto anche parlare con gli altri presidenti delle altre associazioni. Ammiravo tanti di loro e il dialogo serviva anche per ricavare delle idee da portare all’OSA. A me piace conoscere persone nuove, sapere la loro storia e cosa hanno fatto perché si impara tantissimo.
A.Bes.
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