E' mancato Luciano Mauri, animatore del Civico Seminario Manzoniano d’Arte Scenica

E’ mancato a Brescia, dove risiedeva ormai da un lungo periodo, Luciano Mauri, 87 anni, che i lecchesi di una certa generazione potranno ricordare come molto attivo nel settore di animazione cultuale e teatrale, ad iniziare dalle file del Civico Seminario Manzoniano d’Arte Scenica, che lo ha visto negli anni ‘60/’70 tra i protagonisti.
Luciani Mauri è stato residente in via Baracca, nel nascente quartiere del Caleotto, abitando poi in altre zone cittadine, sino a quando ha raggiunto Brescia come dirigente del locale insediamento industriale della RodAcciai.
Era da anni in pensione, ma anche da Brescia manteneva rapporti di amicizia con i lecchesi. La sua radicata passione era, comunque, il teatro.

Luciano Mauri, in alto a destra. Si possono riconoscere, partendo da sinistra, Gianfranco Scotti, Tano Grossi,
Anna Camagna, Sergio Sala, Luciano Mason e Maria Grazia Figini

E’ stato tra gli interpreti della memorabile rappresentazione estiva serale presso il torrione del campanile di San Nicolò, all’oratorio San Luigi, con la regia di Ambrogio Faravelli, che dedicava il suo tempo libero da dirigente dell’ILSEA di Parè allo spettacolo.
Luciano Mauri era anche tra i lettori di un importante appuntamento culturale dedicato ad Antonio Stoppani e promosso nel 1965 dall’allora vice sindaco ed assessore alla cultura Antonietta Nava per ricordare il grande geologo lecchese e la sua opera maggiore che rimane “Il Bel Paese”.
Aveva anche collaborato al Giornale di Lecco con articoli sul teatro, negli anni del direttore Giacomo De Santis.
Il rito funebre avrà luogo lunedì pomeriggio, alle 15.30, a Brescia. Sarà presente una rappresentanza del Civico Seminario d’Arte Scenica, guidata dall’ex sindaco Paolo Mauri, da Gianfranco Scotti e Gianna Era. Luciano lascia la consorte Marika Benaglio (erede del non certo dimenticato presidente storico dell’Unione Artigiani Rinaldo) e la figlia Alessia. Le ceneri, secondo sue volontà,  giungeranno poi nel cimitero di Castello, dove sono sepolti i parenti.
A.B.
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