Lecco: bancarotta con buco da 46milioni €. Tutti assolti

Tutti assolti. Si è chiuso stamani davanti al collegio giudicante - presidente Bianca Maria Bianchi, a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi - il procedimento penale scaturito dal fallimento nel 2019 della Swiss Ink + Paper S.r.l con sede in corso Emanuele Filiberto a Lecco. A giudizio erano infatti finiti Barbara Poerio e Fabio Longhi quali amministratori di diritto dell'impresa, oltre a Vincenza Ragone, biellese, indicata dalla Guardia di Finanza quale il soggetto che avrebbe “reclutato” gli altri due, considerati a tutti gli effetti delle mere “teste di legno”, solo formalmente al timone di un'impresa nella realtà dei fatti gestita “da remoto” da altri, attraverso significative movimentazioni bancarie.
La società avrebbe regolarmente operato fino alla presentazione del bilancio 2012, diventando poi, nella ricostruzione degli inquirenti una mera “cartiera”, inserita in un sistema di scatole cinesi messo in piedi per allungare la catena tra il distributore e l'acquirente finale allo scopo di “fare la cresta” sull'IVA.
Nel corso dell'istruttoria era stato sentito il curatore  Bruno Longhi, che aveva indicato in circa 46 milioni e mezzo il passivo fallimentare, di cui solo 373.000 verso chirografari, con il grosso della cifra, invece - maturata nei sette anni di “buco assoluto” rispetto all'ultimo bilancio - riconducibile a imposte non corrisposte.
Escusso anche il maresciallo della GdF Biagio Geraci; quest'ultimo aveva dichiarato in aula di trovarsi di fronte a due soggetti che nulla sapevano dell'impresa sulla quale i riflettori dei baschi verdi si erano accesi dopo una segnalazione dei colleghi di Bologna, nell'ambito di una problematica che interessava due realtà di cui la società lecchese era cliente.
Ricostruito, a posteriori, il “giro d'affari”. E da lì il capo d'imputazione che parla dell'emissione di fatture per prestazioni inesistenti per oltre 10 milioni di euro con la relativa non corresponsione dell'Iva e delle altre imposte, oltre all'occultamento delle scritture contabili per gli anni successivi al 2014, momento del passaggio del testimone tra Alberto Pozzi e Barbara Poerio.
Il primo era già stato assolto - in abbreviato - in via definitiva. La medesima sorte è toccata quest'oggi agli altri tre ritenuti non penalmente responsabili delle accuse contestategli. Una sentenza in linea con la richiesta formulata nella sua requisitoria dalla PM Simona Galluzzo.
G.C.
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