Crandola: dalla creatività di Thomas rivive il 'fascino' degli orologi da parete in legno

Siamo ormai tanto abituati all'utilizzo di orologi di tipo digitale, con quadrante numerico, che il fascino del ticchettio dei secondi che scandiscono il tempo è rimasto solo un lontano ricordo. Eppure a Crandola, da alcuni mesi, c'è un giovane che, su "invito" di un amico, sta riscoprendo quelli analogici da parete, realizzandone personalmente una ventina con le classiche lancette che vengono applicate, con tutto il loro meccanismo, su una base in legno, accuratamente lavorata, intagliata e disegnata.


Thomas all'opera

Si tratta di Thomas Panzero, che ha dato sfogo alla sua fantasia dando vita a soggetti diversi tra cui un cavallo, una mucca e un cervo, alternandoli a disegni geometrici. “La base è sempre una tavola in legno, di cirmolo o di tiglio – racconta "l'artista degli orologi" – che viene tagliata a forma quadrata e levigata con diversi tipi di carta vetrata; in seguito mi occupo del disegno del soggetto che voglio imprimervi, successivamente realizzo i numeri delle ore e intorno, sul perimetro, intaglio con il coltello ciò che mi ispira in quel momento”.



Il legno di tiglio, dal colore chiaro e facile da piallare, rende il lavoro del crandolese un po' più semplice, anche se per produrre un orologio da parete è necessaria una giornata di lavoro. Ma tenendo conto che per lui questo è un hobby, quindi un’attività svolta dopo la professione da operaio, per concludere un manufatto ci vogliono alcuni giorni.



“Quando l'intaglio è terminato viene applicato il meccanismo che fa funzionare le lancette a batteria” spiega ancora Thomas, 34 anni. La sua passione non è nata dal nulla: da circa una decina di anni, infatti, con la sua motosega realizza delle sculture su tronchi che rimangono nel terreno dopo il taglio degli alberi. In questo caso i soggetti sono gufi, il più grande è alto circa 3 metri e si trova a Primaluna; altri invece sono visibili in alta Valle, a Margno. Per realizzarli l’abile intagliatore utilizza "all’inizio la motosega con la lama più grande e per le rifiniture una più piccola".


Questo strumento è per lui molto familiare: fin da piccolo, infatti, ha osservato il padre al lavoro nel taglio dei boschi, mentre ora è lui a utilizzarlo per la realizzazione di piccole opere che rendono i boschi o i luoghi in cui crea le sue originali "statue" posti capaci di far volare la fantasia di chi le osserva.
M.A.
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