Rissa con rapina all'Orsa nel 2017: 'botte da tutte le parti', il racconto di una vittima
E' proseguito con il racconto della seconda vittima il processo intentato nei confronti di tre ragazzi di origini straniere accusati di rissa e rapina a seguito di un violento pestaggio verificatosi nella nottata dell'8 ottobre 2017 sul piazzale della discoteca Orsa Maggiore. Per lo stesso episodio hanno già definito la loro posizione Mouad Mayahlane (condannato in abbreviato a un anno e sei mesi, con sentenza ora appellata) nonché Zakaria El Yaakoubi e Mouad Saghri (ammessi al patteggiamento, un anno e quattro mesi, pena sospesa).
Hanno invece, evidentemente, optato per non adire a riti alternativi gli imputati ancora in attesa di giudizio e dunque Reda El Bouzzaoui, Mohamed Chaid e Hassan Ennachate con quest'ultimi due chiamati a rispondere altresì di una seconda rapina, commessa, stando all'impianto accusatorio, alla fine dello stesso mese, nella notte di Halloween, sempre all'Orsa, in danno a un ragazzino minorenne, picchiato e derubato, con la sparizione di una catenina, un anello e un orecchino. All'udienza odierna, piuttosto veloce, ci si è soffermati solo sul “fattaccio” dell'8 ottobre. Al microfono, al cospetto del collegio giudicante – presidente Bianca Maria Bianchi, a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi - si è accomodata, come accennato, una delle persone offese, un lecchese non costituito parte civile. Il giovanotto ha ricordato come quella notte, lasciando la discoteca, in prossimità dell'auto dell'amico con cui aveva fatto serata, dopo il lancio di un sasso all'indirizzo di uno dei finestrini della vettura, lui e il conoscente – già sentito a gennaio – sarebbero stati circondati da una compagnia di malintenzionati, ricevendo “botte da tutte le parti”. “Una volta a terra ho continuato a prendere calci e pugni” ha aggiunto, a giustificazione del fatto di non essere in grado di attribuire eventuali specifiche azioni a uno o all'altro dei tre imputati, parte, a suo dire, di una compagnia con la quale, all'interno del locale, c'erano stati “battibecchi” con i nomi di alcuni dei ragazzi presumibilmente coinvolti ottenuti poi da uno dei partecipi, incontrato “per caso” qualche giorno dopo l'aggressione e “girati” infine ai Carabinieri. Confermata infine la sparizione di telefoni e portafogli, nonché del suo zaino e della giacca lasciati sul sedile posteriore della macchina.
Effettuati anche i riconoscimenti – tramite album fotografici e direttamente in Aula, essendo presenti personalmente gli imputati Mohamed Chaid e Hassan Ennachate – il processo è stato aggiornato per il completamente dell'istruttoria al prossimo 5 ottobre.
Hanno invece, evidentemente, optato per non adire a riti alternativi gli imputati ancora in attesa di giudizio e dunque Reda El Bouzzaoui, Mohamed Chaid e Hassan Ennachate con quest'ultimi due chiamati a rispondere altresì di una seconda rapina, commessa, stando all'impianto accusatorio, alla fine dello stesso mese, nella notte di Halloween, sempre all'Orsa, in danno a un ragazzino minorenne, picchiato e derubato, con la sparizione di una catenina, un anello e un orecchino. All'udienza odierna, piuttosto veloce, ci si è soffermati solo sul “fattaccio” dell'8 ottobre. Al microfono, al cospetto del collegio giudicante – presidente Bianca Maria Bianchi, a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi - si è accomodata, come accennato, una delle persone offese, un lecchese non costituito parte civile. Il giovanotto ha ricordato come quella notte, lasciando la discoteca, in prossimità dell'auto dell'amico con cui aveva fatto serata, dopo il lancio di un sasso all'indirizzo di uno dei finestrini della vettura, lui e il conoscente – già sentito a gennaio – sarebbero stati circondati da una compagnia di malintenzionati, ricevendo “botte da tutte le parti”. “Una volta a terra ho continuato a prendere calci e pugni” ha aggiunto, a giustificazione del fatto di non essere in grado di attribuire eventuali specifiche azioni a uno o all'altro dei tre imputati, parte, a suo dire, di una compagnia con la quale, all'interno del locale, c'erano stati “battibecchi” con i nomi di alcuni dei ragazzi presumibilmente coinvolti ottenuti poi da uno dei partecipi, incontrato “per caso” qualche giorno dopo l'aggressione e “girati” infine ai Carabinieri. Confermata infine la sparizione di telefoni e portafogli, nonché del suo zaino e della giacca lasciati sul sedile posteriore della macchina.
Effettuati anche i riconoscimenti – tramite album fotografici e direttamente in Aula, essendo presenti personalmente gli imputati Mohamed Chaid e Hassan Ennachate – il processo è stato aggiornato per il completamente dell'istruttoria al prossimo 5 ottobre.