Cena, mostra e libro: la festa per il 50° del CFPA di Casargo è servita
La scuola alberghiera di Casargo festeggia i cinquant’anni con lo sguardo naturalmente rivolto al futuro, alla necessità di adeguarsi alla realtà che cambia. «Perché queste ricorrenze tonde tonde – per usare le parole del consigliere provinciale Mattia Micheli – devono appunto essere di pungolo per riflettere sì su quello che la scuola ha dato in questi cinquant’anni al territorio, ma anche un punto di partenza per il futuro».
Mattia Micheli
E se i festeggiamenti del cinquantesimo saranno coronati da una cena, l’occasione servirà anche per mettere a confronto vecchi e nuovi allievi, famiglie e operatori economici. L’appuntamento è fissato per il 4 maggio al centro di formazione professionale dell’Alta Valsassina. Il programma è stato illustrato dal direttore della scuola alberghiera Marco Cimino. Alle 17,30 vi saranno le testimonianze di ex allievi di alcuni albergatori: coinvolte, in particolare, le strutture che sono potute crescere proprio per l’interazione con la scuola casarghese. Seguirà una tavola rotonda in cui ex allievi che hanno raggiunto in questi anni posizioni di successo racconteranno la propria epsrienza. Alla fine, come detto, la cena realizzata in collaborazione tra gli allievi del centro di Casargo e quelli di altre scuole con le quali è stata avviata una collaborazione: Villepinte in Francia, Castelnuovo del Cilento in Campania, Nicolosi in Sicilia e probabilmente anche Riga in Lettonia. Il menù, quindi, rispecchierà le diverse ispirazioni culinarie. Inoltre, per una delle quattro portate è previsto quello che si chiama lo “show cooking”: i piatti saranno preparati direttamente in sala sotto gli occhi dei commensali. La cena, oltre agli ospiti “ufficiali”, è aperta anche anche ad altri interessati che potranno sedersi a tavola, pagando il conto con «un contributo tangibile alla scuola»: per iscriversi ci si può rivolgere direttamente al centro alberghiero.Marco Cimino
Alla giornata di festa si aggiungono una mostra che racconta storia e “filosofia” del CFPA e un libro di ricette. La mostra è un allestimento “leggero” per poter essere itinerante: una decina di pannelli da esporre nelle sedi più diverse. Niente foto storiche: «E’ stato scelto un taglio più giovanile – ha spiegato Cimino - disegni anziché vecchie immagini in bianco e nero proprio perché rivolta ai ragazzi ed usa quindi il loro linguaggio. Già ce la stanno chiedendo molti soggetti del territorio».
La giornata celebrativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Villa Locatelli, sede della Provincia di Lecco e alla quale hanno partecipato il presidente del centro di formazione professionale Francesco Silverij, il direttore Cimino, il sindaco di Casargo Antonio Pasquini e appunto il consigliere provinciale Micheli.
Francesco Maria Silverij
Silverij ha esordito ricordando come in questi cinquant’anni la scuola abbia formato centinaia di ragazzi non solo sotto il profilo professionale, ma anche come cittadini. Ragazzi che hanno dato soddisfazione a chi ha mandato avanti la scuola ma anche agli operatori e non solo a quelli del territorio. «Basti ricordare che proprio in questi periodo, i nostri studenti stanno effettuando stage in tutte le strutture con stelle Michelin della Lombardia». E spesso gli stage si trasformano poi in assunzioni a tempo determinato. «Questa è dunque l’occasione per ringraziare tutti coloro che nella scuola hanno creduto: i docenti, il personale, gli sponsor, gli enti di categoria, le strutture alberghiere, istituzioni, scuole partner e le famiglie». Tutte realtà che hanno garantito il successo della scuola nel suo mezzo secolo di storia, traguardo che diventa appunto un momento di “svolta” per guardare appunto al futuro «allargando l’offerta formativa, facendo anche i conti con il calo di iscrizioni».E’ appunto la realtà che cambia. Ha spiegato lo stesso presidente: «Tutte le scuole professionali e a livello generale hanno fatto registrare un calo di iscrizioni. E per quanto riguarda il nostro settore si aggiunge un altro problema: la pandemia ha fatto riscoprire la cornice della famiglia. E questo significa che anche per i giovani è cambiato il peso sulla bilancia dei propri interessi. Pur a fronte anche di un posto a tempo determinato e con uno stipendio decente, i giovani non sono disposti a sacrificare il proprio tempo libero, la propria vita privata. A ciò si assomma il calo demografico. E così succede che anche importanti realtà del nostro territorio stanno ridimensionando le prenotazioni per mancanza di personale».
Il centro di formazione professionale, dunque, si interroga. Se da un lato conferma la formula del convitto che è la carta in più rispetto ad altre strutture per quanto preveda una retta a carico delle famiglie, nel contempo si allargano gli orizzonti. Pensando, appunto, all’ampliamento dell’offerta formativa. A questo proposito, è partito il progetto per avviare un nuovo corso che esca dall’alveo prettamente turistico-alberghiero, vale a dire quello per operatore agricolo con profilo caseario.
Attualmente, la scuola è articolata in tre indirizzi: cuoco, personale di sala e pasticceria.
Finisce invece l’esperienza del ristorante Didaktito aperto a Lecco nel giugno di due anni fa e arrivato al capolinea: «Chiuderà fra tre giorni – ha detto ancora Silverij -Nulla da eccepire sull’offerta, ma nostro malgrado abbiamo dovuto prendere atto che non era più sostenibile economicamente».
Antonio Pasquini
Il sindaco Pasquini si è soffermato sul significato della scuola per Casargo e sulla storia del complesso: «Nell’immaginario dei casarghesi, la scuola sono ancora “le colonie” perché la prima struttura fu costruita tra il 1930 e il 1935, sotto l’impulso dell’allora podestà Saturno Tenca, quale colonia elioterapica». Durante la Repubblica Sociale di Mussolini e l’occupazione nazista è stata utilizzata come sede della Guardia nazionale repubblicana. Finita la guerra è stata praticamente abbandonata «e negli anni Sessanta è stata ricostruita grazie ai soldi previsti dalla legge per la riparazione dei danni di guerra e nel 1973 è passata alla Regione Lombardia e appunto destinata alla formazione dei ragazzi. E accanto alla struttura c’è anche un autentico patrimonio immateriale costituito da tutti coloro che ci hanno creduto».Da parte sua, Micheli ha assicurato che «la Provincia c’è e ci sarà perché la scuola ha dato tanto al territorio per un settore che tanto ha dato e darà».
D.C.