Lecco: mani al collo e insulti a una 'supporter' di Gilardi, finisce a processo
Anche oggi, seppur indirettamente, si è tornato a parlare a Palazzo di Giustizia del “caso Gilardi” ed anche questa volta (suo malgrado) protagonista della vicenda portata in aula davanti al giudice monocratico Giulia Barazzetta è un volto noto nel comitato nato per “aiutare” il professore.
La donna (Alba Peluso, classe 1984), oggi in aula a testimoniare in qualità di persona offesa, ha denunciato presso la Questura di Lecco di essere stata vittima di percosse e minacce. Reati di cui dovrà rispondere - oltre all'accusa di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere - Patrick Zilfo, difeso dall'avvocato Paolo Carminati del foro di Bergamo.
L'episodio oggetto del procedimento odierno, ironia della sorte, sarebbe avvenuto davanti all'ingresso degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi il 20 febbraio 2022, proprio in occasione di uno dei tanti sit-in organizzati da Viviana Tononi, a sua volta imputata al cospetto della dottoressa Giulia Barazzetta; ed è proprio presso la casa di riposo che domani il giudice dovrà recarsi per escutere l'anziano airunese.
“Erano le 9 di sera” ha raccontato Alba Peluso nel corso della sua testimonianza. “Io stavo parlando con Viviana quando si è avvicinato un signore a bordo di una macchina bianca ed ha iniziato ad insultarci” ha detto riferendo altresì il termine scurrile che sarebbe stato usato nei suoi riguardi. L'uomo si sarebbe quindi allontanato con la propria vettura, quando si sarebbe accorto che la 39enne stava cercando di immortalare con il proprio telefonino la targa: “Ha accostato con l'auto ed è sceso come una furia. Mi intimava di dargli il cellulare”. Per cercare di placare gli animi sarebbe quindi intervenuta la moglie dell'imputato, che in quel momento usciva dalla struttura, senza però sortire alcun effetto: “mi ha preso per il collo, ma mi sono riuscita a divincolare” ha continuato la persona offesa. “A quel punto è andato a verso la sua macchina e dal baule ha estratto un bastone”. L'odierno imputato (questo quanto sostenuto dalla pubblica accusa) avrebbe quindi brandito l'arnese contro la donna, minacciandola con frasi come “ti ammazzo, ti butto giù dal fiume”.
Alla fine Zilfo si sarebbe lasciato convincere dalla moglie, oggi chiamata a testimoniare, a calmarsi ed allontanarsi: “Mio marito era venuto a prendermi al lavoro e l'ho trovato che discuteva con le due signore per un cellulare” ha dichiarato la donna, che però ha negato di aver udito minacce o di aver visto suo marito alzare le mani.
In merito ai fatti contestati sono stati sentiti anche il direttore della casa di riposo Fabrizio Ondei (che dell'accaduto ricordava solo di aver visionato i filmati di videosorveglianza) ed il vicebrigadiere Davide Pellegrino Fratella del nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri di Lecco, intervenuto sul posto su richiesta della signora Tononi: unica attività svolta in merito alle indagini (poi passate per competenza alla Questura a seguito della denuncia presentata dalla persona offesa) è stata la verifica sulla targa del veicolo, poi risultato intestato all'odierno imputato.
Esame imputato e discussione sono previsti per l'udienza del 19 giugno.
La donna (Alba Peluso, classe 1984), oggi in aula a testimoniare in qualità di persona offesa, ha denunciato presso la Questura di Lecco di essere stata vittima di percosse e minacce. Reati di cui dovrà rispondere - oltre all'accusa di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere - Patrick Zilfo, difeso dall'avvocato Paolo Carminati del foro di Bergamo.
L'episodio oggetto del procedimento odierno, ironia della sorte, sarebbe avvenuto davanti all'ingresso degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi il 20 febbraio 2022, proprio in occasione di uno dei tanti sit-in organizzati da Viviana Tononi, a sua volta imputata al cospetto della dottoressa Giulia Barazzetta; ed è proprio presso la casa di riposo che domani il giudice dovrà recarsi per escutere l'anziano airunese.
“Erano le 9 di sera” ha raccontato Alba Peluso nel corso della sua testimonianza. “Io stavo parlando con Viviana quando si è avvicinato un signore a bordo di una macchina bianca ed ha iniziato ad insultarci” ha detto riferendo altresì il termine scurrile che sarebbe stato usato nei suoi riguardi. L'uomo si sarebbe quindi allontanato con la propria vettura, quando si sarebbe accorto che la 39enne stava cercando di immortalare con il proprio telefonino la targa: “Ha accostato con l'auto ed è sceso come una furia. Mi intimava di dargli il cellulare”. Per cercare di placare gli animi sarebbe quindi intervenuta la moglie dell'imputato, che in quel momento usciva dalla struttura, senza però sortire alcun effetto: “mi ha preso per il collo, ma mi sono riuscita a divincolare” ha continuato la persona offesa. “A quel punto è andato a verso la sua macchina e dal baule ha estratto un bastone”. L'odierno imputato (questo quanto sostenuto dalla pubblica accusa) avrebbe quindi brandito l'arnese contro la donna, minacciandola con frasi come “ti ammazzo, ti butto giù dal fiume”.
Alla fine Zilfo si sarebbe lasciato convincere dalla moglie, oggi chiamata a testimoniare, a calmarsi ed allontanarsi: “Mio marito era venuto a prendermi al lavoro e l'ho trovato che discuteva con le due signore per un cellulare” ha dichiarato la donna, che però ha negato di aver udito minacce o di aver visto suo marito alzare le mani.
In merito ai fatti contestati sono stati sentiti anche il direttore della casa di riposo Fabrizio Ondei (che dell'accaduto ricordava solo di aver visionato i filmati di videosorveglianza) ed il vicebrigadiere Davide Pellegrino Fratella del nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri di Lecco, intervenuto sul posto su richiesta della signora Tononi: unica attività svolta in merito alle indagini (poi passate per competenza alla Questura a seguito della denuncia presentata dalla persona offesa) è stata la verifica sulla targa del veicolo, poi risultato intestato all'odierno imputato.
Esame imputato e discussione sono previsti per l'udienza del 19 giugno.
F.F.