Il vuoto decisionale delle categorie imprenditoriali. Le donazioni utili soltanto a pacificare le coscienze
Enrico Magni
Lasciando da parte le grandi multinazionali globalizzate e globalizzanti, quando si prende in considerazione il mondo produttivo locale, scaturiscono delle considerazioni riguardanti il ruolo e la funzione delle organizzazioni di categoria.
Si è molto critici nei confronti dei politici locali, li si considera sostanzialmente dei soggetti deboli, poco incisivi sulle cose da fare, inadeguati o incapaci a governare la macchina comunale, provinciale e regionale. Sono considerati ininfluenti nei confronti dei grossi apparati perché sono dipendenti da una serie di passaggi burocratici farraginosi e paludosi: sono considerati delle costole staccate dal corpo della produzione e dal fattuale.
I primi a sottovalutare la funzione politica del fare comunitario sono le organizzazioni di categoria della produzione, del commercio, della finanza. Eppure, sono i primi in difficoltà a trovare soluzioni, quando devono fare sintesi su delle scelte. E’ di esempio lapalissiano, di questi giorni, lo screzio riguardante la nomina del Presidente della Camera di Commercio per il 2024 tra Lecco/Como. Così, com’è sintomatico annotare la reazione inattesa presa dalle stesse, dopo la dichiarazione fatta dal presidente della Fiocchi munizioni (700 dipendenti), nell’esprimersi a favore della corsia bidirezionale del quarto ponte a Lecco. Sono anni che comune di Pescate, Anas e comune di Lecco si confrontano sull’opportunità o di una corsia unidirezionale o di due corsie bidirezionali, mai nessuno delle organizzazioni di categoria si è espressa. Silenzio. Adesso si svegliano.
Sono anni che delegano e rimandano tutto all’amministrazione pubblica, per poi criticarla e considerarla parassitaria. Dove sono in merito alla questione della Lecco-Bergamo? Eppure, sono i primi a essere coinvolti e interessati per quanto riguarda la viabilità e il trasporto delle merci!
La frantumazione e l’accorpamento delle rappresentanze, al posto di favorire macro linee di sviluppo, ha generato contrasto dentro e fuori le organizzazioni, diventando, apparentemente, delle realtà deboli e inutili per i territori e le comunità.
All’infuori di alcuni eventi organizzati e sponsorizzati dalle singole organizzazioni non si registra una ricaduta sostanziale. Dove sono?
L’ultimo intervento strutturale della Camera di Commercio di Lecco è stato quello del polo universitario, che rischia però di restare un angolo staccato e indipendente dalla città e dal territorio. C’è il serio pericolo di restare un lembo di terra povero e misero di cultura del fare e del pensare pur essendo molto produttivo. E’ indispensabile che il produttivo esca dal proprio guscio tecnologicamente avanzato per mettersi in sintonia e in sincronia con la complessità sociale e territoriale. E’ facile e semplice delegare a terzi la povertà, la disuguaglianza: le donazioni servono soltanto per pacificare le coscienze.
La risoluzione delle problematiche della complessità di una comunità, in un territorio così ricco, dipende anche dalle organizzazioni di categoria. Le parti hanno bisogno di interagire tra di loro per generare strategie mirate. Il ritardo infrastrutturale e non solo, di questo lembo di terra, dipende anche dalla debolezza culturale di tutte le organizzazioni imprenditoriali.
In questo territorio non si va da nessuna parte senza interazione e responsabilizzazione. Dopo vent’anni, la ciclo pedonale Lecco-Abbadia è ancora lì: ferma immobile, come un sogno incancrenito.
Dr. Enrico Magni