Lecco: zuffa tra stranieri in stazione, uno a giudizio per furto e uno per rapina

 


La cornice sembrerebbe essere quella del (piccolo?) spaccio di droga, con un diverbio tra due stranieri che avrebbe poi coinvolto anche un terzo nordafricano. Il risultato? Due magrebini a giudizio, uno chiamato a rispondere di rapina, l'altro (al momento detenuto) tacciato invece di furto. A mancare è però il denunciante. Pur essendosi costituito parte civile, evidentemente intenzionato a “tutelarsi” in giudizio, si è dileguato, non mettendosi più in contatto nemmeno con il suo legale, dopo aver lasciato la comunità dove era ospite. Dopo lunga camera di consiglio, il collegio giudicante del Tribunale di Lecco – presidente Bianca Maria Bianchi, a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi – rigettando un'interessate questione procedurale proposta dall'avvocato Paolo Rivetti difensore del supposto rapinatore, affiancato dal collega Massimo Spreafico per l'ipotizzato ladro, ha ammesso l'acquisizione della denuncia e il verbale delle dichiarazioni rese della persona offesa agli inquirenti, di fatto facendo entrare in questo modo nel fascicolo la ricostruzione accusatoria dell'accaduto. In Aula, presente personalmente, si è invece difeso, rendendo esame, il giovane marocchino accusato di furto, ammettendo di aver effettivamente preso il portafogli che lo ha trascinato a giudizio, pur spiegando di averlo trovato “abbandonato” sulla banchina. I fatti oggetto del procedimento arrivato quest'oggi all'attenzione del Tribunale, sono ambientati infatti in stazione a Lecco, nella serata del 15 settembre 2019. Nella versione del magrebino – classe 1995, casa a Airuno – la presunta vittima e l'altro imputato avrebbero iniziato a litigare sul marciapiede del binario 2, probabilmente perché il denunciante – noto a suo dire per vendere “fumo” - si sarebbe rifiutato di cedere una dose da soli 5 euro all'altro, arrivato altresì a mandare in frantumi una bottiglia di limoncello nel parapiglia. Lui avrebbe dapprima provato a calmarli e a separarli, poi all'arrivo del treno che stava attendendo dopo essere stato a sua volta a Bosisio per comprare delle stupefacente, si sarebbe intascato un portafogli da donna trovato sulla banchina, non lontano da dove c'erano uno zaino e due magliette, probabilmente dei due litiganti, entrambi nudi dalla vita in su. Dentro c'erano 450 euro, delle monete per altri 20 euro e della marijuana. Nulla ha saputo dire, invece, della presunta rapina ascritta al coimputato, non avendo assistito alla scena in quando già ripartito con il treno. Stando all'impianto accusatorio, il giovanotto, assistito dall'avvocato Rivetti, dopo l'aggressione si sarebbe allontanato con lo zainetto della persona offesa, rappresentata in giudizio dell'avvocato Sonia Bova, oggi sostituita da Tania De Fazio.
Il 15 maggio la chiosa giudiziaria della vicenda.

 

A.M.
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