Il lecchese a rischio roghi si organizza per la gestione associata del servizio di antincendio boschivo. In arrivo nuove 'vasche'

Regione Lombardia non ha ancora attivato il piano previsto nelle situazioni “di massimo rischio” ma in Provincia di Lecco l'allerta è già alta da tempo. Basti pensare che giornalmente a Calolzio, presso la sede della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, c'è una squadra “di presidio”, pronta a partire con il modulo assettato. Il pericolo incendi boschivi sul nostro territorio è reale, come del resto dimostrato dal rogo che nei giorni scorsi ha interessato una fetta di verde nel parco del Curone, nella zona della Galbusera nera.

Una foto dell'intervento di domenica 12 marzo nel Parco del Curone

Per aver ragione delle fiamme sono serviti qualcosa come 25 mila litri d'acqua con 23 sorvoli effettuati soltanto dall'elicottero celermente attivato, potendo attingere dalla vasca “stagionale” già riempita, installata nei pressi di Cascina Butto. Nei piani del Parco, proprio in considerazione dell'importanza di farsi provare preparati nel momento in cui origina l'emergenza – del resto “l'incendio non diventa grande se lo si spegne quando è piccolo”, come sostenuto dal delegato dalla problematica per la Comunità Montana Renato Corti – c'è la realizzazione di un invaso “definitivo” in una zona più centrale rispetto al perimetro di competenza dell'Ente, allargato ora a 29 comuni del meratese-casatese.

Presidenti e tecnici degli enti sottoscrittori della convenzione

Renato Corti

E nuove vasche sono in rampa di lancio anche sul Magnodeno – con i lavori previsti per giugno, come già annunciato, con un investimento da 80.000 euro, 70.000 dei quali stanziati dalla Provincia – come pure, pur essendo i progetti più “indietro”, in mancanza anche della copertura finanziaria, sul Cornizzolo e all'Alpe Calivazzo, intervento quest'ultimo rientrante nell'ambito degli accordi in essere tra la Comunità Montana e i comuni di Mandello e Lierna per la gestione dei “pascoli”, con un invaso importante già realizzato all'Alpe Lierna dopo il brutale rogo che nel 1997 ha mandato in fumo quasi 2.000 ettari di terreno, da Varenna ai Resinelli. La nuova creazione diverrebbe dunque un secondo “presidio” con doppia funzione, anche in ottica di gestione dell'alpeggio stesso.

Alessandra Hofmann

Stefano Simonetti

E doppia è anche la finalità della vasca prevista sul Magnodeno, utile anche a tutela della fauna selvatica come sottolineato dal consigliere provinciale Stefano Simonetti, chiamato a presentare la (rinnovata) convenzione per la gestione associata del servizio di antincendio boschivo sottoscritta tra Villa Locatelli, la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino (presidente Carlo Greppi) e il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone (Marco Molgora) quali attuatori delle funzioni delegate per le aree di competenza con il coinvolgimento poi anche del Parco Adda Nord (Francesca Rota), del Parco Valle Lambro (Marco Ciceri, sostituito in conferenza stampa da Alessandro Galimberti) e del Parco Monte Barro (Anna Mazzoleni per Paola Golfari).

Marco Molgora

Carlo Greppi

Come rimarcato a più voci, la valenza dell'accordo – in essere fino al 31 dicembre 2025 – sta nel fatto di stabilire chi fa cosa, dove e quando, mettendo a regime la collaborazione tra Enti e organizzando l'attività di quel “piccolo esercito di 232 volontari” (per mutuare l'espressione scelta da Simonetti) che poi, concretamente, “va sul fuoco”.
“Non lasciare niente al caso è essenziale” ha evidenziato la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann, ringraziando i presidenti delle realtà firmatarie ed i tecnici che hanno lavorato per rivedere e aggiornare la convenzione.

Francesca Rota

Anna Mazzoleni

Alessandro Galimberti


“Questo è un punto di partenza, non di arrivo, per lavorare insieme e coordinarci” ha sottolineato Renato Corti, invitando altresì a riflettere sui due fattori che stanno mettendo in grande difficoltà il sistema antincendio: da una parte il progressivo abbandono della cura dei pascoli e delle attività zootecniche proprie della montagna, dall'altro l'evidente cambiamento climatico.

Clicca sulla piantina per ingrandirla. Indicate le aree di intervento di competenza della CM e del Parco Monte Barro
Per ELENCO DEI COMUNI in capo ad uno o all'altro ente, CLICCA QUI

“Bisogna prendere coscienza di un territorio che si è modificato e si sta modificando molto velocemente” ha aggiunto, ricordando la prevenzione debba essere basata anche su un ritorno al prendersi cura del nostro ambiente, oltre ovviamente al farsi trovare poi pronti in caso di necessità, con un sistema organizzato e uomini preparati. “C'è molto da fare”.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.