Colico: a giudizio per maltrattamenti nega ogni responsabilità

Ha negato gli addebiti mossi nei suoi confronti, oltre che dalla Procura della Repubblica di Lecco, dal fratello e dalla madre: è infatti accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate un 54enne residente a Colico, ma sottoposto per questa causa all'obbligo di dimora nella regione Umbria. Le contestazioni risalirebbero ad un lasso temporale compreso dal 2017 al 2022.
Oggi al cospetto del giudice Giulia Barazzetta e alla presenza del vpo Mattia Mascaro ha reso esame l'imputato. Ha raccontato del contesto in cui è cresciuto: tra il padre violento che picchiava la madre e la dipendenza di quest'ultima. “Siamo tutti e tre dipendenti” ha dichiarato in aula. “Io e mio fratello tossicodipendenti e mia madre da alcol”. Le dinamiche famigliari sarebbero peggiorate a suo sfavore con la morte del padre 9 anni fa: “Io ero quello che si occupava della casa e loro due mi vedevano come quello che rompeva le palle”.
Fra il figlio minore e la madre sarebbe invece nata con il tempo una forte complicità: “lei ha difficoltà motorie, quindi manda il figlio a comprare gli alcolici, mentre lui con i soldi che lei gli dà si va a comprare la roba”. Un'alleanza consolidatasi anche grazie ai lunghi periodi in cui l'odierno imputato era assente da casa per lavoro; secondo una sua stima, infatti, tra il 2017 e il 2022, in totale avrebbe trascorso a casa poco più di un mese.
“Non ho mai alzato le mani con mia madre” ha invece detto di uno dei numerosi litigi, durante il quale il 54enne è accusato di aver malmenato i famigliari. Secondo la sua ricostruzione dei fatti - in verità - sarebbe stato il fratello a sferrargli un pugno, mentre la mamma l'avrebbe colpito con una scopa: “anche quando sono uscito in giardino mio fratello ha fatto per percuotermi con una catena, ma l'ho bloccato”.
Ancora l'uomo ha negato di aver insultato la madre con le parole riportate in capo d'imputazione quali “ti faccio a pezzi e ti butto nel forno”: “posso averle dato dell'ubriacona ma mai parole di quel tipo”. Secondo lui la donna si sarebbe inventata tutto.
Il giudice ha rinviato al 26 giugno per sentire l'ultimo testimone della procura e per la discussione finale.
F.F.
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