Lecco perduta/367: la salita in Val Calolden, rilanciata e dimenticata

“Andiamo in Calolden” era un’escursione non competitiva che la Società Escursionisti Lecchesi organizzava in avanzata primavera o all’inizio dell’estate, da Ponte Gallina sopra Laorca lungo il vecchio sentiero delle miniere e delle baite verso i Piani Resinelli. Per la SEL era un ritorno sulle tracce centenarie della sua storia avviata nel 1899.
Il rifugio ai Piani Resinelli è stato infatti il primo ritrovo sociale alpino risalente al 1908. La denominazione attuale di “Rocca-Locatelli” è dell’autunno 1969 quando l’edificio venne ristrutturato e inaugurato con i discorsi dell’ex sindaco di Lecco Luigi Colombo, del presidente onorario SEL Arnaldo Sassi e del "numero uno" Carlo Villa. Nella salita in Calolden vi era in palio il trofeo Giuseppe e Ida Pozzi, soci benemeriti, che veniva assegnato al gruppo con il maggior numero di partecipanti.


Il solco della Val Calolden, da Laorca ai Resinelli

Nel 1999, per il centenario della SEL, l’allora presidente Giovanni Bonfanti, recentemente scomparso all’età di 92 anni, rilanciò la marcia in Calolden, in occasione della festa della montagna ai Piani Resinelli, domenica 20 giugno: è stata un'occasione per ricordare personaggi e vicende legate alla Valle e alla sua storia, da quando il sentiero rappresentava l’unico tracciato di collegamento verso i Resinelli (non essendovi ancora la strada risalente al 1936). Escursionisti nel periodo estivo e sciatori nella stagione invernale giungevano con il tram sino a Malavedo e poi imboccavano il tracciato che, dopo aver attraversato il vecchio nucleo di Laorca, al lavatoio di Pomedo segnava l’inizio della Val Calolden.


Il ponte di Pomedo con il vicino lavatoio che segna l'inizio del sentiero

Si scrisse anche del record di anzianità nel gruppo sempre numeroso che apparteneva a Giuliano Billi, classe 1920, che aveva percorso la Calolden l’ultima volta all’età di 88 primavere. Tra i più fedeli partecipanti alla Calolden è doveroso ricordare il compianto Ambrogio Bonfanti, classe 1929, attivissimo della SEL da vice presidente a responsabile del notiziario sociale. Negli anni della sua permanenza a Lecco è sempre stato presente anche il questore Giovanni Selmin. Si è pensato e scritto di un rilancio della Calolden dopo l’exploit del centenario, ma la vicenda non ebbe seguito.


Un gruppo di camminatori SEL partecipanti alla Val Calolden; sulla destra lo storico presidente Stefano Giudici

“Andiamo in Calolden” era un veicolo pubblicitario per l’antico sentiero alpestre che oggi è praticamente dimenticato. Sono sempre meno gli escursionisti e i gitanti che in località Ponte Gallina o lungo la vicina via Paolo VI chiedono indicazioni sul sentiero Calolden, che deve essere ricordato come un percorso verso la libertà negli anni della Lotta di Liberazione 1943/1945. Lungo la Calolden sono saliti con mezzo metro di neve i rocciatori del gruppo guidato da Riccardo Cassin nella notte del 4 e 5 febbraio 1945, allertati da un messaggio in codice della clandestina Radio Londra che segnalava il lancio americano della missione Dick Ciliegio.


Lo stemma del centenario SEL che accompagnò l'ultima edizione della Val Calolden

È risultato sorprendente che una recente pubblicazione dovuta a un famoso personaggio RAI TV sul periodo 1943/1945 nel territorio lariano non menzioni assolutamente la “missione segretissima” svolta dai rocciatori lecchesi in quella notte. Nelle sue memorie Riccardo Cassin ha dichiarato: “La mobilitazione venne data verso le 18.00, anche da una staffetta delle Fiamme Verdi. Dovevamo radunare rocciatori fidati e raggiungere i Resinelli: è stata un’impresa non facile avvertire “con catena viva voce”, senza intermediari, gli uomini. Raggiungemmo la destinazione a piccoli gruppi; salimmo a Laorca e poi imboccammo la ripida Val Calolden. Era una serata di buona visibilità, anche se c’era qualche nuvola. Giunti in località Pra’ Cassina accendemmo i fuochi di segnalazione. Furono visti dall’aereo che sorvolava la zona ed ebbero inizio i lanci con gli ombrelloni dei due paracadutisti e del relativo materiale. Il gruppo di rocciatori che partecipò all’operazione era formato da sette uomini”.
A.B.
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