Valmadrera: veglia per i missionari martiri con l'arcivescovo Delpini, ricordando suor Luisa Dell'Orto

"Alcuni li chiamano eroi, cioè gente non comune, ma con virtù eccezionali. Alcuni li chiamano folli, gente imprudente che avrebbe potuto stare a casa ed evitarsi il pericolo. Altri benefattori dell'umanità poiché sono in giro per il mondo per stare vicino ai più poveri laddove le istituzioni sono assenti o troppo deboli, o troppo corrotte, e loro sono lì a dare una medicina, a distribuire un sorriso e dare un motivo per sperare. Noi li chiamammo missionari".

L'arcivescovo Mario Deplini

Con queste parole l'arcivescovo Mario Deplini si è rivolto ai numerosi fedeli che nella serata di venerdì 24 marzo - 31ª Giornata dei Missionari Martiri - si sono radunati presso la chiesa parrocchiale di sant'Antonio Abate a Valmadrera per prendere parte alla veglia diocesana intitolata "Sulle orme di suor Luisa Dell'Orto", in memoria della "Piccola Sorella del Vangelo" originaria di Lomagna assassinata lo scorso 25 giugno durante la sua missione ad Haiti. 
"Sono andati perché sono stati mandati - ha continuato il prelato durante l'omelia - Hanno accolto la voce di Gesù che li ha chiamati e resi partecipi dei suoi sentimenti e della sua compassione. Sono stati chiamati e loro ne sono stati lieti e fieri, hanno deciso di stare con lui. Hanno ritenuto che stare con Gesù fosse il tesoro più prezioso, la perla più di valore per cui vale la pena lasciare ogni cosa. Hanno deciso di stare con lui e servirlo per tutta la vita. Noi li chiamiamo missionari martiri, perché lì dove erano sono stati affrontati con violenza incomprensibile e crudeltà spietata. Gente armata ha assalito loro, che erano inermi. Sono stati oppressi mentre offrivano percorsi di liberazione. Noi li chiamiamo martiri, cioè testimoni". 


Le parole dell'arcivescovo hanno colmato il silenzio della chiesa e dato di che riflettere alle centinaia di persone presenti, giovani e adulte. "Che cosa hanno da dire a noi i missionari? Cosa ha da dire la piccola sorella Luisa? Direbbero: ascoltate la voce di Gesù, fratelli e sorelle. Lasciatevi convincere a rispondere a Gesù che vi chiama. Non c'è altra via se non lui, che è la via, la vita e la speranza". I missionari martiri, ha proseguito, vengono ricordati perché sono l'eco della parola di Gesù, e nel corso della celebrazione sono stati diversi quelli per cui si è pregato, persone uccise durante le loro missioni in ogni angolo del mondo. In particolar modo però è stata ricordata suor Luisa Dell'Orto, anche grazie alla testimonianza della sorella Maria Adele

Senza timore, la sorella di suor Luisa è tornata con la mente a quel fatidico sabato 25 giugno del 2022. "Quel pomeriggio io e mia sorella Carmen ci eravamo trovate con alcuni amici dell'associazione Germoglio. È stato un pomeriggio piacevole. Ero in giardino poi quando alle 19:02 è squillato il telefono: mi stava chiamando Marta, una volontaria che è stata ad Haiti con Luisa per 4 anni. Mi disse di sedermi e io ho pensato stesse male la sua mamma, ma lei mi ha detto che si trattava di Luisa. Ho pensato fosse stata rapita, ma lei mi ha detto no, è stata uccisa". Sono stati quattro i proiettili sparati da una macchina. Due di questi hanno colpito la Piccola Sorella del Vangelo. Nonostante il destino abbia voluto che per quella strada passasse un'ambulanza, la corsa verso l'ospedale è stata vana. "Arrivata in ospedale, ancora respirava, e intanto la folla si era radunata attorno. I ragazzi urlavano che erano pronti a donare il sangue pur di salvarla" ha continuato Maria Adele, spiegando che tuttavia alle 10:54 un medico ha certificato la morte di Luisa.

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La sorella ha ricordato gli ultimi messaggi scambiati e l'ultima volta che si erano telefonate, ma anche la vita della missionaria, una persona intelligente e con tanta voglia di fare, diplomatasi al Liceo Scientifico Grassi di Lecco e sempre desiderosa di arricchire la propria cultura. Ottenuto il diploma infatti, spinta dalla voglia di sapere, studiò Filosofia all'Università, anche se nessun corso né professore a suo dire seppe offrirle una risposta soddisfacente ai suoi quesiti. "A quel punto ha ripreso in mano il Vangelo e ha incontrato Gesù di Nazareth". Questo l'ha portata nel 1984 a diventare Piccola Sorella del Vangelo e a partire per la Francia per formarsi. Successivamente Luisa è andata in missione nel cuore della foresta equatoriale del Camerun tra i pigmei e in Madagascar, prima di giungere poi ad Haiti, dove ha trascorso 20 anni. "Era molto appassionata del suo servizio - ha ricordato commossa Maria Adele - Ha sempre insegnato stando in piedi, non stava mai seduta, era sempre attiva". E tutta questa voglia di fare la portò, dopo il terremoto, a realizzare insieme alle Piccole Sorelle un centro di ricreazione per ragazzi chiamato "Kay Chal". "Luisa ha lavorato molto affinché le famiglie concedessero ai ragazzi di andare a scuola. Ora che lei non c'è più questo centro prosegue il suo operato grazie ai ragazzi che Luisa ha cresciuto in 20 anni di presenza, che ora sono maestri e animatori". 



Maria Adele, donando alla parrocchia di Valmadrera una croce realizzata a mano ad Haiti con il ferro che dei ragazzi estraggono dai bidoni di nafta, ha voluto lasciare i presenti con un messaggio di Luisa stessa: "Il suo motto era kenbe fèm. Tenere duro".  Al termine della veglia è stata ringraziata l'associazione "Noi per voi " di Valmadrera e le altre realtà che hanno contribuito all'organizzazione della cerimonia, oltre a don Isidoro, don Davide Milani e monsignor Maurizio Rolla. All'uscita dalla chiesa i fedeli hanno potuto lasciare un'offerta destinata al progetto del centro Kay Chal per i giovani di Haiti e prendere in omaggio un volume realizzato dalla famiglia di suor Luisa a sei mesi dalla sua scomparsa. 

Nelle prime file con la fascia tricolore i sindaci di Lomagna e Valmadrera

 

Hanno partecipato alla veglia anche il sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi e la sindaca di Lomagna Cristina Citterio. Con lei anche don Andrea Restelli della parrocchia meratese.
E.Ma.
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