Lecco: i sindaci Gattinoni e Cassinelli raccontano per gli alunni del Bertacchi le intimidazioni subite

“La Prefettura fa da cerniera tra il centro e la periferia assicurando la presenza dello Stato sul territorio”. Con questa riflessione Paola Cavalcanti, Viceprefetto di Lecco, ha aperto l’incontro svoltosi giovedì mattina nell’Aula Magna del polo scolastico di via XI Febbraio.

Paola Cavalcanti

Intitolata “Amministratori sotto tiro. Attacco alla democrazia”, la conferenza rientrava in un percorso di educazione civica a cui hanno partecipato due classi seconde del liceo delle scienze umane, opzione economico – sociale, dell’Istituto Bertacchi. L’argomento della discussione era proprio la questione delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali. “La Prefettura da un lato pone in essere diverse iniziative di vigilanza a tutela dei sindaci vittime di minacce e dall’altro lato si adopera per consolidare la coesione sociale e territoriale attraverso politiche collaterali” ha aggiunto Cavalcanti.

Roberto De Santo

Il giornalista Roberto De Santo, moderatore dell’incontro, ha poi ricordato che, stando ai calcoli dell’associazione Avviso Pubblico, negli ultimi dieci anni si sono verificati 4.747 casi di intimidazione nei confronti di amministratori pubblici. Tra i soggetti coinvolti figurano anche Mauro Gattinoni e Stefano Cassinelli, sindaci rispettivamente di Lecco e Dervio, i quali hanno raccontato ai ragazzi ciò che hanno vissuto.

Mauro Gattinoni

“A fine febbraio 2021 vicino a casa mia sono comparse delle scritte sui muri con delle minacce di morte nei miei confronti. Ho denunciato, sono partite le indagini. Per alcune settimane è stato predisposto un servizio di protezione con una pattuglia che passava frequentemente nella via dove abito” ha spiegato Gattinoni. “Ancora oggi non si conosce il movente di quell’intimidazione. L’ipotesi è che si sia trattato di una risposta di qualche militante di estrema destra ad una mia presa di posizione a favore di un allargamento dei diritti degli omossessuali”.

De Santo ha quindi chiesto al primo cittadino di Lecco se quelle scritte lo abbiano indotto a cambiare il suo modo di governare la città. “In generale no, anche perché penso che la miglior risposta alle intimidazioni sia la coerenza. Se vogliamo, da quel momento in poi ho cercato di spiegare ancora meglio il perché delle decisioni prese dal comune. Ho cercato di essere ancora più esplicito e chiaro. Spiegare è la parte più difficile di questo lavoro” ha replicato Gattinoni. Il sindaco del capoluogo ha quindi raccontato ai ragazzi di quando, nell’aprile 2021, ha querelato il rapper Baby Gang. “Ho iniziato a ricevere insulti e minacce sui social dai suoi fan i quali sostenevano l’idea del rapper secondo cui il comune doveva erigere una statua in suo onore. Si tratta di ragazzi giovanissimi che, scrivendo quelle minacce, hanno commesso un reato, probabilmente senza rendersene conto” .
Infine, la chiosa: “Martedì scorso abbiamo approvato un programma di investimenti pari a 43 milioni di euro per il solo 2023. Grazie al PNRR sono arrivati tanti soldi e quando arrivano tanti soldi spesso si muove la criminalità. Voglio comunque sottolineare il fatto che i sindaci non vengono lasciati da soli. Il dialogo con le altre istituzioni, ad esempio la Prefettura, è costante”.

Stefano Cassinelli

Ha quindi preso la parola Stefano Cassinelli. “Il 14 giugno 2021 a Dervio c’era questa donna che diceva di essere sordomuta e di raccogliere fondi per una scuola per sordomuti. Quando l’ho saputo, dato che il comune non era stato allertato come previsto dalla legge, mi sono avvicinato in qualità di responsabile della polizia locale e ho chiesto un documento” ha raccontato il sindaco. “La donna ha miracolosamente iniziato a parlare, insultandomi. Dopodiché è arrivato un complice e i due si sono diretti verso la loro auto. Quando ho cercato di fermarli, hanno provato ad investirmi”. Questa non è l’unica intimidazione subita dal sindaco di Dervio. “Un signore ha minacciato di spararmi con il fucile solo perché il comune intendeva realizzare un parcheggio in un’area che comprendeva anche un suo terreno vicino a Corenno Plinio” ha proseguito Cassinelli.

Il primo cittadino ha quindi posto l’accento su due problemi: la lentezza del sistema giudiziario e la carenza di personale di cui soffrono le forze dell’ordine. “Per far diminuire il fenomeno degli atti intimidatori bisognerebbe innanzitutto far vedere che chi li commette viene punito. I due falsi invalidi che hanno cercato di investirmi sono stati denunciati ma poi non ne ho saputo più nulla nonostante siano passati quasi due anni” ha sostenuto Cassinelli. “A questo si aggiunge la cronica mancanza di personale di cui soffrono le forze dell’Ordine. A Colico ci sono sette Carabinieri per un territorio molto vasto. Una volta siamo dovuti andare noi con gli agenti della Polizia Locale in una zona di Dervio dove spacciavano”. Il sindaco ha quindi concluso il suo intervento con una riflessione amara. “Una volta quello del parlamentare o dell’amministratore locale era un ruolo rispettato. Oggi non è più così. Chi fa politica è considerato un ladro o una persona a cui rompere le scatole al minimo problema. Questo non aiuta a contrastare le intimidazioni e lo stesso vale per la scarsa affluenza alle urne. Se non va a votare nessuno, chi controlla solidi blocchi di consenso, come per esempio le mafie, ha maggior potere e lo può utilizzare per perseguire i propri interessi”.   
A.Bes.
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