Calolzio: luoghi in cattivo stato e problemi relazionali, dalle case Aler una richiesta di ascolto. I volontari Arci arrivano in camper

Lo sportello del Circolo ARCI Spazio Condiviso di Calolzio "raddoppia" e... si mette al volante. L'obiettivo? Ascoltare e raccogliere bisogni collettivi, avvicinandosi a un microcosmo che tanto "micro" non è, essendo costituito da circa un migliaio di persone. D'ora in avanti, tutti i giovedì dalle 18.00 alle 20.00, i volontari del sodalizio con sede in piazza Regazzoni faranno tappa a bordo di un camper presso le case ALER in via Di Vittorio mettendosi a disposizione gratuitamente di tutti i residenti per ascoltare eventuali problemi ed esigenze, nel tentativo di ampliare e allo stesso tempo concentrare gli sforzi già profusi dal 2018 allo sportello "principale" in centro, che ha registrato oltre 400 accessi da più parti con richieste relative principalmente a casa e lavoro.



L'idea è nata a seguito di un questionario in dieci domande a risposta multipla distribuito - senza pretese di scientificità - a 360 nuclei familiari degli stabili di edilizia residenziale pubblica di Foppenico (il maxi quartiere tra via Di Vittorio e via Padri Serviti, oltre agli immobili di via Lavello), Sala (via Alfieri e via Santi Cosma e Damiano) e Pascolo (ex Ruegg e via Cavour): 157 quelli effettivamente compilati e riconsegnati, per un totale di 486 persone interessate (di cui 122 minori, 129 anziani e 55 disabili).


Dario Consonni, Michele Canali e Corrado Conti

Tanti i problemi segnalati, con ben 99 sondaggi che hanno restituito una palese non soddisfazione per la condizione abitativa, giudizio dovuto in gran parte al cattivo stato dei luoghi; il gradimento, invece, è stato espresso in molti casi da individui che semplicemente hanno trovato a Calolzio una sistemazione migliore rispetto a quella precedente.



"Dal 2018 ad oggi, nel nostro sportello abbiamo raccolto tanti bisogni singoli, ma non siamo un patronato: l'idea, piuttosto, è quella di concentrarsi su esigenze collettive, motivo per cui abbiamo lanciato il questionario nell'agglomerato delle case popolari, da cui al nostro Circolo sono arrivati in molti negli ultimi anni" hanno spiegato Corrado Conti e Dario Consonni, in campo per l'indagine insieme ad altri 10-15 volontari con cui ora gestiranno concretamente l'attività del camper. "Ne sono emerse tante rivendicazioni sociali nei confronti delle Istituzioni (in primis Comune, Regione e ALER), che da chi ha risposto vengono percepite come assenti. In molti, infatti, hanno espresso grande rassegnazione, faticando a credere che qualcosa possa cambiare in meglio; eppure, allo stesso tempo, abbiamo ricevuto tanti suggerimenti e idee".


A testimonianza della difficoltà comunicativa con chi sta "in alto", in 41 tra coloro che hanno inviato la segnalazione di un problema ad ALER hanno riferito di non aver ricevuto alcuna risposta, mentre altri 82 hanno affermato di non aver trovato una soluzione dal proprio interlocutore.


Una veduta delle case in via Di Vittorio

Tra i problemi emersi con più frequenza dall'indagine invece, come riassunto da Michele Canali, spiccano su tutti la manutenzione generale di stabili e aree esterne, la presenza di barriere architettoniche, l'assenza di ascensori e cartelli con i numeri civici, la cattiva condizione del sistema fognario, la scarsità di igiene, i vandalismi e gli episodi di delinquenza; indicate anche difficoltà nei rapporti tra dirimpettai, in un contesto molto variegato per provenienze geografiche con un'ampia fetta di residenti composta da stranieri.



"La richiesta forte è appunto quella di essere ascoltati dalle Istituzioni, che invece si palesano qui soltanto nei momenti in cui si verificano problemi di ordine pubblico" ha sottolineato ancora Conti. "Una volta a pochi passi da qui c'era il CAG, il Centro di Aggregazione Giovanile, che poi è stato chiuso eliminando di conseguenza anche tante iniziative culturali e aggregative per i minori; alcune le abbiamo riproposte noi, e potremmo anche replicarle, ma servirebbero certamente più fondi. Ora ci siamo presi questo impegno dell'ascolto per sopperire almeno in parte alla lontananza delle Istituzioni, provando ad accorciare le distanze e anche a rompere un brutto meccanismo di auto-ghettizzazione, perché sono ancora troppe le persone, spesso bambini e ragazzi, etichettate come "quelle delle case Gescal", che percepiscono problemi nelle relazioni interne ed esterne. Il problema abitativo è forte, e non possiamo di certo risolverlo noi. Ma quantomeno possiamo avvicinarci a coloro per cui è tanto evidente".


Un'altra immagine delle case Gescal

I risultati del questionario sono già stati trasmessi a diversi enti tra cui il Comune di Calolzio, e non è escluso che possano essere condivisi anche con il vicino Istituto Comprensivo frequentato da pressochè tutti i bambini e ragazzi residenti nelle case popolari con le rispettive famiglie.


Il camper, intanto, è pronto ad accendere i motori per l'appuntamento settimanale in via Di Vittorio (che comunque non escluderà quelli consueti presso il Circolo in piazza Regazzoni, dove resterà attivo lo sportello AscoltARCI). Con l'auspicio, espresso dai volontari, che l'iniziativa possa essere replicata anche altrove.
B.P.
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