In viaggio a tempo indeterminato/275: i pericoli delle Andamane
"È più probabile essere colpiti da una noce di cocco che essere attaccati da uno squalo".
Qualcuno un giorno pronunciò questa frase e da allora i poveri cocchi vengono visti in malo modo nei Paesi tropicali.
Sentendo il rumore che fanno quando cadono dalle altissime palme, in effetti, non sembra sia proprio piacevole riceverne uno in testa.
Spesso ci è capitato di svegliarci la notte di soprassalto perché una bella noce di cocco aveva colpito il tetto della nostra capanna.
Rumore a parte, però, il rischio di essere colpiti è pressoché nullo.
L'affermazione iniziale, infatti, non ha nessuna base veritiera dato che il numero di morti in un anno per caduta di noci da cocco è pari a 2, mentre quello per attacco di squali a 10.
Lo squalo resta quindi decisamente meno amichevole di un cocco, almeno per ora.
Secondo una leggenda, però, la caduta del cocco non sarebbe affatto casuale.
Ogni noce avrebbe infatti 3 occhi, rappresentati da tre macchie più scure, che le permetterebbero di vedere perfettamente dove cadere. Quindi se si viene colpiti è perché si è combinato qualcosa... i cocchi sanno tutto!
Spionaggio a parte, nelle nostre giornate sulle isole Andamane, mi è capitato spesso di camminare guardando in alto un po' attirata da quelle gigantesche ed eleganti palme, un po' per il timore di aver inavvertitamente fatto arrabbiare un cocco.
Per ora, per fortuna, sembra io mi sia comportata bene, dato che l'unico incontro ravvicinato con un cocco è avvenuto mentre bevevo la sua dolce dissetante acqua.
Lo so, lo so cosa starai pensando: "Ma su 'ste isole non si può stare mai sereni?"
In effetti, tra cocchi assassini, coccodrilli onnipresenti e tribù con la passione per le frecce, più che un paradiso tropicale le Andamane sembrano una tortura.
Deve essere anche per questo motivo che gli inglesi utilizzarono queste isole come prigioni, esiliando qui chi fosse a favore dell'indipendenza dell'India dalla corona britannica.
Oggi, fortunatamente, l'esilio e la prigionia sono solo un antico ricordo e la bellezza del mare e della natura presenti in questo pezzettino di mondo, compensano nettamente i pericoli che si corrono.
VIDEO: https://youtu.be/llaXvVBlOUw
Detto questo, ci sono altre insidie a cui si deve prestare attenzione se si decide di fare un viaggio su queste isole.
Tutte sono legate alla natura estremamente selvaggia di questo luogo che visto dal finestrino di un aereo può sembrare disabitato, ma che in realtà è frequentato da un'infinità di creature più o meno amichevoli. Nell'elenco che sto per fare, lascerò per ultimi i peggiori in assoluto, in un crescendo di brividi e pelle d'oca che potrebbero rendere questo articolo non adatto a chi è facilmente impressionabile.
Iniziamo con i ragni.
Per la prima volta nella mia vita ho guardato negli occhi un ragno e no, non è scattato un colpo di fulmine, anche perché non ricordava per niente l'attore del film di Spiderman.
Ma il punto è un altro. L'aracnide in questione era talmente grande da riuscire a battermi il 5 con una zampetta.
Risparmierò a tutti una foto della bestiola dato che c'è un intero video in cui io cerco di non urlare e fuggire a gambe levate, mentre Paolo si intrattiene in discorsi filosofici con il ragno cercando di capire se ci lascerà subaffittare casa sua per qualche giorno.
Altro abitante delle Andamane a cui va fatta particolare attenzione è il Laticauda Colubrina. A molti, me compresa, questo nome non dirà nulla.
Si tratta, però, del serpente di mare più velenoso del mondo.
Il suo veleno contiene una neurotossina che provoca la morte rapida per arresto respiratorio e il conseguente collasso cardiovascolare.
Ce lo siamo trovati a pochi centimetri mentre facevamo snorkeling, ma non lo conoscevamo affatto. Credo sia stato meglio così, ci siamo almeno evitati l'attacco di panico.
Per fortuna, nonostante sia il più velenoso del mondo, difficilmente morde l'uomo e tende a scappare più che ad attaccare.
Nei rari casi in cui si sono verificati attacchi, il serpente era arrabbiato per aver corteggiato senza successo una femmina.
Si vede che quello che abbiamo incontrato noi era un latin lover.
Gli ultimi autoctoni che sarebbe meglio evitare sono invisibili e non fanno rumore.
Sono ancora più subdoli degli altri perché ti attaccano senza che tu li possa vedere.
Si tratta delle "sand flies" cioè le mosche della sabbia.
Terrore di tutti i paradisi tropicali, amano banchettare con la pelle nuda di chi si ferma sulla spiaggia all'ora del tramonto.
Le punture compaiono qualche ora dopo l'attacco e, a differenza dei morsi delle zanzare, il prurito dura per giorni.
Dopo essermi trasformata nella Pimpa a causa loro, ora vado in spiaggia unta come una cotoletta dato che è l'unico modo per evitare di essere smangiucchiati.
A parte tutto, però, le Andamane sono davvero un luogo da sogno che vale la pena visitare.
Noi le stiamo amando follemente.
È vero, ci sono dei rischi, ma quelli ci sono ovunque, anche sotto casa.
Non potevamo fare scelta migliore per questa fase del nostro viaggio (ragni e serpenti assassini esclusi!).
Qualcuno un giorno pronunciò questa frase e da allora i poveri cocchi vengono visti in malo modo nei Paesi tropicali.
Sentendo il rumore che fanno quando cadono dalle altissime palme, in effetti, non sembra sia proprio piacevole riceverne uno in testa.
Spesso ci è capitato di svegliarci la notte di soprassalto perché una bella noce di cocco aveva colpito il tetto della nostra capanna.
Rumore a parte, però, il rischio di essere colpiti è pressoché nullo.
L'affermazione iniziale, infatti, non ha nessuna base veritiera dato che il numero di morti in un anno per caduta di noci da cocco è pari a 2, mentre quello per attacco di squali a 10.
Lo squalo resta quindi decisamente meno amichevole di un cocco, almeno per ora.
Secondo una leggenda, però, la caduta del cocco non sarebbe affatto casuale.
Ogni noce avrebbe infatti 3 occhi, rappresentati da tre macchie più scure, che le permetterebbero di vedere perfettamente dove cadere. Quindi se si viene colpiti è perché si è combinato qualcosa... i cocchi sanno tutto!
Spionaggio a parte, nelle nostre giornate sulle isole Andamane, mi è capitato spesso di camminare guardando in alto un po' attirata da quelle gigantesche ed eleganti palme, un po' per il timore di aver inavvertitamente fatto arrabbiare un cocco.
Per ora, per fortuna, sembra io mi sia comportata bene, dato che l'unico incontro ravvicinato con un cocco è avvenuto mentre bevevo la sua dolce dissetante acqua.
Lo so, lo so cosa starai pensando: "Ma su 'ste isole non si può stare mai sereni?"
In effetti, tra cocchi assassini, coccodrilli onnipresenti e tribù con la passione per le frecce, più che un paradiso tropicale le Andamane sembrano una tortura.
Deve essere anche per questo motivo che gli inglesi utilizzarono queste isole come prigioni, esiliando qui chi fosse a favore dell'indipendenza dell'India dalla corona britannica.
Oggi, fortunatamente, l'esilio e la prigionia sono solo un antico ricordo e la bellezza del mare e della natura presenti in questo pezzettino di mondo, compensano nettamente i pericoli che si corrono.
VIDEO: https://youtu.be/llaXvVBlOUw
Detto questo, ci sono altre insidie a cui si deve prestare attenzione se si decide di fare un viaggio su queste isole.
Tutte sono legate alla natura estremamente selvaggia di questo luogo che visto dal finestrino di un aereo può sembrare disabitato, ma che in realtà è frequentato da un'infinità di creature più o meno amichevoli. Nell'elenco che sto per fare, lascerò per ultimi i peggiori in assoluto, in un crescendo di brividi e pelle d'oca che potrebbero rendere questo articolo non adatto a chi è facilmente impressionabile.
Iniziamo con i ragni.
Per la prima volta nella mia vita ho guardato negli occhi un ragno e no, non è scattato un colpo di fulmine, anche perché non ricordava per niente l'attore del film di Spiderman.
Ma il punto è un altro. L'aracnide in questione era talmente grande da riuscire a battermi il 5 con una zampetta.
Risparmierò a tutti una foto della bestiola dato che c'è un intero video in cui io cerco di non urlare e fuggire a gambe levate, mentre Paolo si intrattiene in discorsi filosofici con il ragno cercando di capire se ci lascerà subaffittare casa sua per qualche giorno.
VIDEO:
Altro abitante delle Andamane a cui va fatta particolare attenzione è il Laticauda Colubrina. A molti, me compresa, questo nome non dirà nulla.
Si tratta, però, del serpente di mare più velenoso del mondo.
Il suo veleno contiene una neurotossina che provoca la morte rapida per arresto respiratorio e il conseguente collasso cardiovascolare.
Ce lo siamo trovati a pochi centimetri mentre facevamo snorkeling, ma non lo conoscevamo affatto. Credo sia stato meglio così, ci siamo almeno evitati l'attacco di panico.
Per fortuna, nonostante sia il più velenoso del mondo, difficilmente morde l'uomo e tende a scappare più che ad attaccare.
Nei rari casi in cui si sono verificati attacchi, il serpente era arrabbiato per aver corteggiato senza successo una femmina.
Si vede che quello che abbiamo incontrato noi era un latin lover.
Foto tratta da https://www.flickr.com/photos/craigd/3903394880/
Gli ultimi autoctoni che sarebbe meglio evitare sono invisibili e non fanno rumore.
Sono ancora più subdoli degli altri perché ti attaccano senza che tu li possa vedere.
Si tratta delle "sand flies" cioè le mosche della sabbia.
Terrore di tutti i paradisi tropicali, amano banchettare con la pelle nuda di chi si ferma sulla spiaggia all'ora del tramonto.
Le punture compaiono qualche ora dopo l'attacco e, a differenza dei morsi delle zanzare, il prurito dura per giorni.
Dopo essermi trasformata nella Pimpa a causa loro, ora vado in spiaggia unta come una cotoletta dato che è l'unico modo per evitare di essere smangiucchiati.
A parte tutto, però, le Andamane sono davvero un luogo da sogno che vale la pena visitare.
Noi le stiamo amando follemente.
È vero, ci sono dei rischi, ma quelli ci sono ovunque, anche sotto casa.
Non potevamo fare scelta migliore per questa fase del nostro viaggio (ragni e serpenti assassini esclusi!).
Angela (e Paolo)