Ballabio, morte del piccolo Liam: nessun colpevole, in Appello assolta anche la mamma
Ennesimo ribaltone. Aurora Ruberto, condannata in primo grado a 10 anni di reclusione per l'omicidio preterintenzionale di Liam Nuzzo, il suo secondogenito morto nell'ottobre 2015 ventotto giorni dopo la nascita, è stata quest'oggi assolta in Appello. Il fatto non sussiste, è stato sancito. La decisione della Corte è arrivata in tarda mattinata, all'esito di una lunga camera di consiglio, dopo che nell'ottobre scorso, a conclusioni già rassegnate dalla parti - con la giovane mamma ballabiese rappresentata dagli avvocati Nadia Invernizzi e Roberto Bardoni - era stata ritenuta necessaria l'audizione dei camici bianchi Ezio Fulchieri (professore di Anatomopatologia a Genova), Andrea Rossi (neuroradiologo al Gaslini) e Rita Celli (medico legale di Torino), estensori della super-perizia posta a fondamento del castello accusatorio riformulato a carico della donna, dopo l'impugnazione, da parte della Procura Generale, del non luogo a procedere sancito in udienza preliminare a Lecco, conseguente a una originaria richiesta di archiviazione avanzata al primo PM titolare del caso, rigettata da altro giudice. Insomma, a oltre sette anni dall'ultimo respirò di Liam, dopo un iter giudiziario costellato di inciampi, non c'è alcun colpevole.
Brevissima e costellata di accessi in ospedale era stata la vita del piccolo. Il primo dopo una caduta asseritamente patita in casa dalle braccia dalla mamma; il secondo a distanza di qualche giorno, dopo la comparsa di anomali rigonfiamenti sulla sua testolina. A poche ore dalle dimissioni, l'ultima inutile richiesta di intervento al 118. Preso in carico di prima mattina dall'abitazione di famiglia a Ballabio Inferiore, il neonato era arrivato al Manzoni esanime.
Già assolto in via definitiva il padre - tacciato di aver concorso con la sua condotta omissiva a cagionare la morte del figlioletto - ora anche la madre è stata sollevata da ogni addebito, dopo che già la Corte d'Assise di Como, nel condannandola all'esito del processo celebrato con rito abbreviato, aveva riqualificato il reato a lei ascritto da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale.
Brevissima e costellata di accessi in ospedale era stata la vita del piccolo. Il primo dopo una caduta asseritamente patita in casa dalle braccia dalla mamma; il secondo a distanza di qualche giorno, dopo la comparsa di anomali rigonfiamenti sulla sua testolina. A poche ore dalle dimissioni, l'ultima inutile richiesta di intervento al 118. Preso in carico di prima mattina dall'abitazione di famiglia a Ballabio Inferiore, il neonato era arrivato al Manzoni esanime.
Già assolto in via definitiva il padre - tacciato di aver concorso con la sua condotta omissiva a cagionare la morte del figlioletto - ora anche la madre è stata sollevata da ogni addebito, dopo che già la Corte d'Assise di Como, nel condannandola all'esito del processo celebrato con rito abbreviato, aveva riqualificato il reato a lei ascritto da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale.
A.M.