Lecco perduta/366: c’era la Via Crucis degli anziani e dei pensionati

E’ stata per un periodo ben presente negli appuntamenti tradizionali della Quaresima e, in particolare, della Settimana Santa, la Via Crucis del Pensionato, promossa dal sindacato CISL di Lecco e dalla Consulta degli Anziani. Si svolgeva lungo il tracciato che dal ponte sul Bione a Germanedo alta sale sino al piccolo santuario alpestre della Madonna della Rovinata, sul sentiero che poi prosegue verso Campo De’ Boi.

Momenti della via Crucis lungo il sentiero verso la Rovinata

All’inizio della Via Crucis venivano commemorati i caduti sul lavoro nell’anno trascorso. C’è una lapide che ricorda tutti coloro che erano rimasti vittime di incidenti nelle fabbriche e nei cantieri: un apposito marmo, inaugurata il 1° maggio 1960 per iniziativa congiunta ACLI e CISL, con discorso ufficiale tenuto dal presidente dell’Amministrazione Provinciale di Como, il lecchese Aldo Rossi. L’adesione della città di Lecco venne portata dall’intervento di Carlo Achille, presidente delle ACLI nella sua veste di consigliere comunale. Erano, comunque, presenti il vice sindaco di Lecco Carlo Erba, l’assessore Giuseppe Butta, diversi consiglieri comunali, i responsabili delle ACLI circondariali con Antonio Gottifredi, il segretario CISL Vittorio Panzeri, con Luigi Pirola e Primo Negri, il rappresentante dei volontari per la libertà Rinaldo Perossi, esponenti dell’Azione Cattolica, della Gioventù Aclista, di circoli e convegni parrocchiali del territorio.
La Via Crucis alla Rovinata, come riferiscono articoli della stampa lecchese, giunse a registrare oltre 200 partecipanti. Le soste alle varie stazioni della Via Crucis vedevano le letture eseguite da sindacalisti e da pensionati CISL con Gianfranco Sacchi, Mariella Panzeri, Gerardo Cesana, Giuseppina Ferrario, Teresina Spreafico ed altri. Guidava la Via Crucis don Serafino Marazzini, allora vicario presso la basilica di San Nicolò in Lecco, ora parroco a Milano, a San Francesco d’Assisi al Fopponino, in via Paolo Giovio. La regia organizzativa era di Angelo Spreafico, impegnato da sempre nel sindacato elettrici CISL ed ora decano (classe 1929) dei cooperatori dello storico oratorio San Luigi presso la basilica.

Il santuario Madonna della Rovinata

Giunti al santuario della Rovinata don Serafino interveniva con una omelia di riflessione spirituale sulla Settimana Santa e sulla Pasqua di Resurrezione. Venivano ricordati i pensionati CISL scomparsi nell’anno lasciato alle spalle, in particolare coloro che erano stati tra i fondatori e tra i componenti della Consulta degli Anziani operante presso la CISL di via Besonda. Non mancava una visita al Santuario mariano della Rovinata, risalente al 1859 quando una consistente frana che stava precipitando lungo la valle del Bione, minacciando di investire il sottostante nucleo di Germanedo, ebbe un provvidenziale arresto proprio nella località dove è sorta la chiesetta che ogni anno è festeggiata nella terza domenica di settembre.
La cerimonia religiosa aveva poi una conclusione “laica” nella vicina baita del gruppo ANA di Belledo, presenti instancabili animatori delle penne nere locali come Luigi Corti ed Eugenio Alborghetti.
C’è da aggiungere che se l’inaugurazione del santuario mariano risale al 1859, quando venne completato e consacrato, la Via Crucis lungo la mulattiera è dei primi anni del Novecento. Raffigurava i misteri del Rosario con affreschi del pittore valsassinese Tagliaferri, devastati da atti vandalici dovuti ad ignoti nel 1976. Avvenne una nuova sistemazione delle cappelle con quindici formelle in bronzo con bassorilievi raffiguranti le stazioni della Via Crucis eseguite dallo scultore lecchese Fulvio Simoncini ed inaugurate il 19 settembre 1993.
Nella storica Guida di Lecco del 1935, a cura della Pro Lecco, dovuta ad Ariberto Villani, si può leggere “a Germanedo vigila sul colle soprastante, fra castagni annosi ed alti pioppi, la Madonna della Rovinata, alla quale salgono spesso i fedeli. A Campo de’ Boi quasi librato su uno sperone del Magnodeno il collegio estivo dei religiosi di Saronno, la “Madonnina”, contempla sempre nuove meraviglie nella pace solenne che fascia ogni cosa”.
A.B.
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