Un anno di accoglienza, all’oratorio di Maggianico festa con i protagonisti di 'Lecco ospita l’Ucraina'

Grande festa questo pomeriggio all’oratorio di Maggianico in occasione de “Il cuore ritrovato”, l’iniziativa organizzata dai promotori del programma “Lecco ospita l’Ucraina” per riunire tutte quelle famiglie che, ormai più di un anno fa, hanno aperto le porte a centinaia di profughi in fuga dalla guerra. Prima dell’atteso spettacolo, sul palco del teatro adiacente l’oratorio di via Zelioli sono saliti i rappresentanti degli enti promotori tanto del programma di accoglienza quanto del pomeriggio odierno.

Paola Cavalcanti, Maria Grazia Nasazzi e Guido Agostoni

“Si è creato un circolo virtuoso, il territorio ha risposto veramente bene alle esigenze di accoglienza. Con questo spettacolo, chi è stato accolto restituisce in parte l’amore e la generosità che ha ricevuto. Perché l’amore è sempre un circolo alla fine” ha sottolineato Paola Cavalcanti, viceprefetto di Lecco. “L’emergenza ucraina è stata dolorosa ma ha spinto istituzioni, associazioni e famiglie ad incontrarsi e a lavorare insieme. Noi siamo contenti di aver contribuito ma il gruppo è stato l’elemento vincente. Questa è la dimostrazione che da soli non si va da nessuna parte” ha aggiunto Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del lecchese.

Luigi Maniglia

Nell’elenco degli organizzatori di questo momento di festa figurano anche Confcooperative dell’Adda e il CSV Monza Lecco Sondrio. Oltre, ovviamente, alle amministrazioni comunali. “Ringrazio le famiglie del nostro territorio per aver aperto le porte delle loro case ai profughi. La fiaba che rappresentiamo oggi è stata creata da mamme italiane ed ucraine per rappresentare ai bambini il dramma della guerra. Sono i bambini i protagonisti di questo pomeriggio di festa” ha evidenziato Guido Agostoni, presidente della conferenza dei sindaci.

Terminati i saluti dell’autorità, tradotti in ucraino da Maria Lynova, ha preso la parola Katia Zucchi, educatrice del centro per le famiglie di Lecco. Lei e Maria Lynova hanno coordinato personalmente la realizzazione della fiaba “Squitty e la farfalla”, scritta in italiano e ucraino. “In questi mesi ci sono stati tanti momenti difficili. Con questa fiaba abbiamo tentato di raccontare quello che i bambini provavano” ha spiegato. “Coinvolte in questo progetto, le mamme ucraine hanno messo da parte la rabbia e hanno iniziato a costruire un messaggio di pace. Abbiamo lavorato tanto sulle parole perché alcuni termini italiani non hanno lo stesso significato in ucraino”.

 

È quindi intervenuto Luigi Maniglia, ideatore e regista dello spettacolo che stava per iniziare. “Si tratta di una libera interpretazione della fiaba. Abbiamo scelto il teatro – danza come mezzo di espressione perché ci ha consentito di superare la barriera linguista dato che il testo era scritto in due lingue”.
La performance, infatti, era basata sulle musiche di Maurizio Rocca, compositore lecchese, su proiezioni video e sull’abilità espressiva di Davide, Leda, Greta e Marika, quattro giovanissimi allievi della scuola di teatro – danza dell’associazione Punto e a capo di Calolziocorte. Uno spettacolo ipnotico, struggente e d’impatto che ha emozionato il pubblico in sala, scioltosi in una grande applauso quando poi si sono riaccese le luci.

Ad aspettare il pubblico e i piccoli artisti nel cortile c’era una gustosa merenda preparata dagli allievi del corso di pasticceria e panificazione di Fondazione Enaip. “La sfida è stata quella di riuscire a trasmettere le emozioni senza l’utilizzo delle parole. I ragazzi praticano linguaggio corporeo da tempo. Io e Danilo siamo partiti dalle loro improvvisazioni e abbiamo creato le parti più corali” ci ha spiegato Romina Marra, che con Danilo Valsecchi ha diretto la coreografia. In realtà, durante lo spettacolo c’è stato un momento, un solo momento, in cui uno dei ragazzi ha pronunciato alcune parole in ucraino. Poche parole, terribilmente iconiche, urlate in mezzo ad una sala buia. “Voglio tornare a casa mia!”. Un pensiero che purtroppo domina l’animo di troppi bambini nel mondo, ucraini e non.
A.Bes.
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