Lecco: 'Futuristi' a Palazzo delle Paure, taglio del nastro per la prima 'grande mostra 2023'

Inaugurata a Palazzo delle paure la mostra sul futurismo, aperta da oggi fino al 18 giugno, che dall’Ottocento sposta ora lo sguardo sul Novecento, prima di tre esposizioni che tra quest’anno e il prossimo ci accompagneranno fino alle avanguardie italiane del secondo dopoguerra. Avanguardie che – sappiamo – il futurismo ha in molte parti anticipato.

Simona Bartolena

Da parte sua, la curatrice Simona Bartolena ha spiegato come sarebbe stato inutile allestire una mostra sul “futurismo classico” da una parte ripetendo mostre già viste e dall’altra cercando di emulare in piccolo quella che è la più grande esposizione sul futurismo che sta a pochi chilometri da Lecco e che è il Museo del Novecento di Milano: «Si è quindi lavorato su un’area poco indagata del futurismo e cioè la seconda fase. Perché il futurismo non muore con Boccioni e quindi nel 1915 così come non finisce con la Prima guerra mondiale, ma continua anche dopo quando avviene la grande diffusione in tutta Italia».

E allora attenzione all’aerofuturismo e al futurismo cosmico, ai contatti con le altre avanguardie europee e al rapporto con l’astrattismo e, su questo fronte, la mostra propone alcune opere degli astrattisti comaschi che Marinetti aveva voluto con sé. E poi le arti applicate, la pubblicità, la “macchina intonarumori”. «Spero che in questo modo – ha detto ancora Bartolena – che si possa aprire una finestra un po’ diversa rispetto al consueto». Anche a proposito dei rapporti del futurismo con il fascismo: se è vero infatti che i legami siano forti innegabili «è anche vero – ha aggiunto la curatrice – che il futurismo era aperto al dialogo e al confronto».

Oltre alla curatrice a inaugurare la mostra sono intervenuti anche il sindaco Mauro Gattinoni, l’assessore alla cultura Simona Piazza, la conservatrice dei musei Barbara Cattaneo e infine Fabio Sanvito, manager della società Vidi alla quale l’amministrazione comunale lecchese ha appaltato l’allestimento delle “grandi mostre” cittadine.
Proprio Sanvito ha parlato di “sorprese” nel percorso organizzato nelle sale di Palazzo delle paure con contenuto molto didattico per vedere oltre le opere e conoscere come quelle opere siano nate, con una serie di «quadri nei quali vediamo il mondo di oggi».

Simona Piazza e Mauro Gattinoni

L’assessore Piazza ha ribadito come le grandi mostre siano pensate per portare in città esposizioni di  respiro nazionale e internazionale e per aprire un dialogo tra le mostre temporanee e le collezioni d’arte dei musei lecchesi oltre che per portare a Lecco il turismo culturale e far quindi diventare il nostro territorio una tappa importante su questo genere di itinerari. Non a caso «con l’assessore agli eventi Giovanni Cattaneo sono stati pensati appositi pacchetti culturali da inserire nel programma di “Lecco, land of colors”.

Barbara Cattaneo e Fabio Sanvito

Il sindaco Gattinoni ha anche parlato della “lecchesità” della mostra, sottolineando i rapporti del futurismo con l’industria «che è stata la nostra colonna sonora, soprattutto pensando a quello che la nostra città cent’anni fa». E se il futurismo ha aperto al design e quindi al “made in Italy” proprio guardando e mitizzando il futuro, «oggi viviamo in un momento in cui il futuro dobbiamo inventarcelo».

Collateralmente alla mostra – come ha annunciato Barbara Cattaneo – saranno anche organizzate tre conferenze, non ancora fissate nel calendario. Si parlerà dalla macchina intonarumori ideata da Luigi Russolo (sono esposti due esemplari), una più generale sulla storia del futurismo e una dedicata alla pubblicità con inevitabili rimandi a Fortunato Depero.
La mostra , come detto, resterà aperta fino al 18 giugno.
QUI tutte le informazioni.
D.C.
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