Mercato del lavoro Lecchese: occupazione in calo nel 2° semestre 2022, ma più apprendisti
È stato pubblicato il Report 39 dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro (CLICCA QUI), che rappresenta la quarta edizione dei rapporti semestrali dedicati all’analisi delle comunicazioni obbligatorie (Cob) di assunzione, cessazione, proroga e trasformazione di rapporti contrattuali che vengono effettuate dai datori e pervengono ai Centri per l’impiego di Lecco e Merate.
I dati relativi alla seconda parte del 2022 evidenziano una sostanziale frenata del mercato del lavoro locale dopo 4 semestri decisamente più positivi: le circa 21mila attivazioni di contratto avvenute negli ultimi sei mesi dell’anno scorso significano una diminuzione di quasi 1.000 unità rispetto ai due semestri precedenti. Al contempo, le cessazioni di contratto raggiungono quasi la soglia di 22.000, il valore più alto nell’ambito della serie storica considerata, portando come risultato a un saldo complessivo negativo (-984, quasi 2.400 unità in meno rispetto al 1° semestre 2022 e circa 1.600 in meno rispetto a fine 2021).
In questo quadro non particolarmente confortante assume importanza il peso delle proroghe e delle trasformazioni di contratto: le prime si confermano, come nel 1° semestre 2022, al di sopra delle 6.000 unità, le seconde fanno registrare il valore più alto in serie storica, così come la quota di trasformazioni da tempo determinato a indeterminato.
Il fenomeno delle proroghe e delle trasformazioni di contratto si conferma un aspetto assai significativo per misurare la dinamicità del mercato: in un semestre come quello in esame, in cui le attivazioni risultano in calo rispetto ai due precedenti e il saldo è negativo, l’andamento di proroghe e trasformazioni introduce qualche elemento più confortante di tenuta del sistema.
I contratti a tempo determinato si confermano la modalità più utilizzata nei rapporti di lavoro attivati nel 2° semestre 2022: rispetto alle quasi 21.000 attivazioni registrate nella seconda parte dell’anno, più della metà (il 54,4%) sono state di questa tipologia. Gli oltre 5.500 part-time avviati negli ultimi sei mesi del 2022 (circa il 27% del totale) sono un ulteriore aspetto da considerare nel valutare la reale dinamicità del mercato del lavoro lecchese: la quota di questi contratti supera un terzo del totale nel caso dei tempi determinati e ammonta a più di un quarto di quelli di apprendistato.
Nel secondo semestre 2022 gli indeterminati si attestano intorno alle 5.000 unità per una quota percentuale sul totale pari al 23,5%, superiore alla media del 22,7% fatta registrare nei cinque periodi considerati. In crescita il ricorso ai contratti di apprendistato, con il valore più elevato in termini assoluti in serie storica (4,4% del totale), con un aumento del 30% rispetto al 1° semestre 2022 e dell’8% rispetto al 2° del 2021.
A livello di settori economici esaminati, l’unico che mostra un saldo positivo è quello degli "altri servizi" (per il fondamentale contributo del settore dell’istruzione in coincidenza dell’avvio dell’anno scolastico). Nel 2° semestre 2022 l’industria fa registrare un saldo complessivo negativo di 634 unità, con una diminuzione delle attivazioni nel settore metallurgico dell’11% (-387), mentre il tessile si caratterizza per un aumento del 19% delle cessazioni rispetto a un anno fa.
Anche agricoltura e costruzioni mostrano un trend negativo rispetto allo stesso semestre 2021, tuttavia i valori più negativi restano appannaggio del turismo: pur tenendo conto della stagionalità (che porta come conseguenza a un aumento "fisiologico" delle cessazioni di contratto nella seconda parte dell’anno), si tratta del settore con il saldo più negativo nel secondo semestre del 2022 (e inferiore di quasi 600 unità rispetto al 2021).
A livello territoriale emerge una situazione abbastanza omogenea, con saldi negativi in tutti e tre i distretti considerati (Lecco, Merate e Bellano). Il segmento delle donne e quello dei giovani continuano a essere protagonisti di oltre il 40% delle attivazioni (rispettivamente il 50% e il 42%), ma con differenze rilevanti in termini settoriali (le esponenti del gentil sesso sono più impiegate nel terziario) e di tipologie contrattuali (apprendistato per gli under 30).
“A livello occupazionale la seconda metà dell’anno scorso ha fatto segnare un rallentamento del mercato del lavoro lecchese, anche se ci sono alcuni segnali positivi come l’aumento significativo dei contratti di apprendistato" commenta la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann. "Anche al fine di promuovere questa tipologia di contratti, il nostro ente ha presentato a Regione Lombardia un patto territoriale sui temi delle competenze, dell’orientamento e del lavoro, a cui hanno aderito 43 attori pubblici e privati, finalizzato in particolare a ridurre il disallineamento tra la domanda e l’offerta”.
“Il dato sulla crescita del ricorso all’apprendistato è incoraggiante e dev’essere ulteriormente sostenuto per favorire l’ingresso dei nostri giovani nel mondo del lavoro e la costruzione di un solido e qualificato futuro professionale" aggiunge il Consigliere delegato al Centro per l’impiego Carlo Malugani. "Proprio in quest’ottica la Provincia di Lecco sta anche organizzando un convegno che si terrà alla fine di marzo per rafforzare le sinergie tra gli attori territoriali e creare le condizioni per una forte diffusione di questa tipologia di contratto”.
I dati relativi alla seconda parte del 2022 evidenziano una sostanziale frenata del mercato del lavoro locale dopo 4 semestri decisamente più positivi: le circa 21mila attivazioni di contratto avvenute negli ultimi sei mesi dell’anno scorso significano una diminuzione di quasi 1.000 unità rispetto ai due semestri precedenti. Al contempo, le cessazioni di contratto raggiungono quasi la soglia di 22.000, il valore più alto nell’ambito della serie storica considerata, portando come risultato a un saldo complessivo negativo (-984, quasi 2.400 unità in meno rispetto al 1° semestre 2022 e circa 1.600 in meno rispetto a fine 2021).
In questo quadro non particolarmente confortante assume importanza il peso delle proroghe e delle trasformazioni di contratto: le prime si confermano, come nel 1° semestre 2022, al di sopra delle 6.000 unità, le seconde fanno registrare il valore più alto in serie storica, così come la quota di trasformazioni da tempo determinato a indeterminato.
Il fenomeno delle proroghe e delle trasformazioni di contratto si conferma un aspetto assai significativo per misurare la dinamicità del mercato: in un semestre come quello in esame, in cui le attivazioni risultano in calo rispetto ai due precedenti e il saldo è negativo, l’andamento di proroghe e trasformazioni introduce qualche elemento più confortante di tenuta del sistema.
I contratti a tempo determinato si confermano la modalità più utilizzata nei rapporti di lavoro attivati nel 2° semestre 2022: rispetto alle quasi 21.000 attivazioni registrate nella seconda parte dell’anno, più della metà (il 54,4%) sono state di questa tipologia. Gli oltre 5.500 part-time avviati negli ultimi sei mesi del 2022 (circa il 27% del totale) sono un ulteriore aspetto da considerare nel valutare la reale dinamicità del mercato del lavoro lecchese: la quota di questi contratti supera un terzo del totale nel caso dei tempi determinati e ammonta a più di un quarto di quelli di apprendistato.
Nel secondo semestre 2022 gli indeterminati si attestano intorno alle 5.000 unità per una quota percentuale sul totale pari al 23,5%, superiore alla media del 22,7% fatta registrare nei cinque periodi considerati. In crescita il ricorso ai contratti di apprendistato, con il valore più elevato in termini assoluti in serie storica (4,4% del totale), con un aumento del 30% rispetto al 1° semestre 2022 e dell’8% rispetto al 2° del 2021.
A livello di settori economici esaminati, l’unico che mostra un saldo positivo è quello degli "altri servizi" (per il fondamentale contributo del settore dell’istruzione in coincidenza dell’avvio dell’anno scolastico). Nel 2° semestre 2022 l’industria fa registrare un saldo complessivo negativo di 634 unità, con una diminuzione delle attivazioni nel settore metallurgico dell’11% (-387), mentre il tessile si caratterizza per un aumento del 19% delle cessazioni rispetto a un anno fa.
Anche agricoltura e costruzioni mostrano un trend negativo rispetto allo stesso semestre 2021, tuttavia i valori più negativi restano appannaggio del turismo: pur tenendo conto della stagionalità (che porta come conseguenza a un aumento "fisiologico" delle cessazioni di contratto nella seconda parte dell’anno), si tratta del settore con il saldo più negativo nel secondo semestre del 2022 (e inferiore di quasi 600 unità rispetto al 2021).
A livello territoriale emerge una situazione abbastanza omogenea, con saldi negativi in tutti e tre i distretti considerati (Lecco, Merate e Bellano). Il segmento delle donne e quello dei giovani continuano a essere protagonisti di oltre il 40% delle attivazioni (rispettivamente il 50% e il 42%), ma con differenze rilevanti in termini settoriali (le esponenti del gentil sesso sono più impiegate nel terziario) e di tipologie contrattuali (apprendistato per gli under 30).
“A livello occupazionale la seconda metà dell’anno scorso ha fatto segnare un rallentamento del mercato del lavoro lecchese, anche se ci sono alcuni segnali positivi come l’aumento significativo dei contratti di apprendistato" commenta la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann. "Anche al fine di promuovere questa tipologia di contratti, il nostro ente ha presentato a Regione Lombardia un patto territoriale sui temi delle competenze, dell’orientamento e del lavoro, a cui hanno aderito 43 attori pubblici e privati, finalizzato in particolare a ridurre il disallineamento tra la domanda e l’offerta”.
“Il dato sulla crescita del ricorso all’apprendistato è incoraggiante e dev’essere ulteriormente sostenuto per favorire l’ingresso dei nostri giovani nel mondo del lavoro e la costruzione di un solido e qualificato futuro professionale" aggiunge il Consigliere delegato al Centro per l’impiego Carlo Malugani. "Proprio in quest’ottica la Provincia di Lecco sta anche organizzando un convegno che si terrà alla fine di marzo per rafforzare le sinergie tra gli attori territoriali e creare le condizioni per una forte diffusione di questa tipologia di contratto”.