45 anni fa il rapimento di Aldo Moro: la mobilitazione di Lecco

Aldo Moro rapito, sequestrato! La sua scorta, con cinque tra carabinieri e agenti di polizia, assassinata. Era il 16 marzo 1978. Sono passati 45 anni dal tragico evento che rappresentò il momento più buio e doloroso in quella che venne definita la “notte della Repubblica”. Alle prime notizie frammentarie di quanto avvenuto a Roma, scattò la mobilitazione popolare anche a Lecco e nel territorio.


Il cortile di via Mascari della sede DC alla formazione del corteo

Erano da poco passate le 9.00 del 16 marzo quando, presso il municipio in piazza Diaz, arrivò un cittadino che si era fermato con l’auto fuori dal palazzo, dopo aver sentito uno speciale flash del Giornale Radio sul gravissimo episodio avvenuto in via Fani a Roma. Giungevano altresì informazioni sul fatto che, al diffondersi di quanto accaduto nella Capitale, scioperi e assemblee spontanee erano stati proclamati presso fabbriche e scuole superiori di Lecco e circondario. Al Comune giungevano telefonate di cittadini che chiedevano notizie, e il sindaco Resinelli cercava conferme contattando le forze dell’ordine e i dirigenti regionali della D.C. della Lombardia, a Milano.


La manifestazione promossa dal Comune in piazza Garibaldi

L’assessore Antonio Beretta, grazie alla collaborazione del centralinista municipale Carlo Bonacina, nonostante le linee telefoniche intasate, riuscì a raggiungere a Roma la segreteria del ministro Tommaso Morlino: parlò con il dott. Giuseppe Oliva e vi furono dolorose conferme, tragiche e preoccupanti informazioni. Il sindaco Resinelli convocò una riunione urgentissima di assessori e funzionari per organizzare una manifestazione cittadina di cordoglio e di condanna e una seduta straordinaria in serata del Consiglio Comunale.


 Aldo Moro saluta la folla presso il municipio di Lecco nella visita dell'11 febbraio 1968

Nella sede cittadina della Democrazia Cristiana, in via Mascari, affluirono dirigenti e iscritti allo “scudo crociato”, pronti all’organizzazione di un corteo che avrebbe attraversato il centro per raggiungere piazza Garibaldi. Aldo Moro, come presidente del Consiglio, era stato in visita ufficiale a Lecco arrivando nel tardo pomeriggio di domenica 11 febbraio 1968, accolto presso il municipio dal sindaco Alessandro Rusconi e da grande folla.


 Il salone del consiglio comunale di Lecco durante la visita di Moro accolto dal sindaco Alessandro Rusconi

Era tornato nella campagna elettorale delle politiche nella primavera 1972, quando tenne un comizio all’allora cinema Europa di via San Nicolò, a sostegno della candidatura al Senato della Repubblica di Tommaso Morlino, suo fedelissimo, già eletto a palazzo Madama nelle politiche del 1968. Moro, prima di dirigersi al cinema, ora demolito sull’area dove sorge la fondazione Borsieri, aveva raggiunto in via Carlo Cattaneo l’abitazione del dr. Aldo Rossi, già presidente dell’Amministrazione Provinciale di Como, conosciuto a Roma in anni giovanili, tra gli universitari FUCI, dove era ben presente anche Giulio Andreotti.


Il comizio di Aldo Moro nella campagna elettorale 1972
per la candidatura di Tommaso Morlino al Senato della Repubblica

La scorta di Moro, durante le visite lecchesi, era coordinata dal maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi, che risultava tra i caduti di via Fani. La notizia di quanto avvenuto a Roma provocò costernazione anche a Valmadrera. Fra le vittime dell’agguato c’era infatti anche l’agente Giulio Rivera, 24 anni, che aveva abitato nel Comune del territorio lecchese non ancora città. Nativo di Guglionesi, in provincia di Campobasso, Rivera era giunto a Valmadrera per ragioni di lavoro, giovanissimo nel 1968, seguendo il fratello maggiore; era rimasto sino al 1974, quando ventenne si era arruolato nella Polizia di Stato.
Il tragico epilogo del rapimento del leader democristiano avvenne 55 giorni dopo, il 9 maggio 1978, con il ritrovamento del corpo di Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault 4, abbandonata in via Caetani a Roma.
A.B.
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