Lecco ospita l'Ucraina: 110 famiglie accolte e 406mila € erogati. I numeri un anno dopo

Un anno di ospitalità agli ucraini - soprattutto donne e bambini, essendo gli uomini trattenuti in patria - da parte dei lecchesi. E un giorno di festa, il prossimo sabato 18 marzo, per fare incontrare tutti coloro che in questi mesi sono stati coinvolti nel progetto.
Il bilancio del programma "Lecco ospita l'Ucraina" che ha coinvolti enti locali, associazioni, parrocchie la Fondazione comunitaria del Lecchese, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle paure e nel corso della quale sono state fornite le cifre dell'accoglienza.

Il tavolo dei relatori della conferenza

Complessivamente, nel corso di quest'anno sono stati erogati contributi per 406mila euro, dei quali 156mila andati direttamente ai profughi per sostenere le spese di "sopravvivenza", 25mila euro sono stati utilizzati per il centro di accoglienza che per un certo periodo ha funzionato all'ex monastero del Lavello a Calolziocorte, mentre 224mila euro sono andati alle famiglie che in questi mesi hanno ospitato le persone in fuga dalla guerra ucraina, in alcuni casi in seconde case di proprietà messe a disposizione ma in altre anche attraverso la condivisione della propria abitazione.

Mauro Gattinoni e Guido Agostoni

In particolare, i contributi alle famiglie sono stati erogati in tre tranche, una prima di 85mila euro nella primavera dello scorso anno, una seconda di 28mila in autunno e una terza proprio in questi giorni di 111mila euro grazie peraltro a un contributo di 150mila euro arrivato nel Lecchese dalla Fondazione Cariplo (su un importo complessivo di 250mila euro erogati a sostegno dei progetti di accoglienza di tutta la Lombardia) che ha consentito anche di accantonare 40mila euro per un fondo di sostentamento ai quali nei prossimi mesi si dovrà ancora attingere, considerato che la guerra in Ucraina non sembra volgere verso la fine.

Paola Cavalcanti e Mario Mozzanica

In quanto ai numeri delle persone ospitate, in questo mese di marzo siamo a quota 110 famiglie (58 nel distretto lecchese, 19 in quello bellanese e 33 nel Meratese). Erano ben 338 nella primavera dello scorso anno (per complessive 954 persone delle quali 423 minori), scese poi a 93 in novembre e ora appunto leggermente risalite. Tali cifre, peraltro, potrebbero anche non abbracciare interamente il numero di famiglie che hanno trovato rifugio nel nostro territorio e magari appoggiate a parenti che già si trovavano nel Lecchese. I numeri forniti dalla Fondazione comunitaria si riferiscono appunto a coloro che sono passati attraverso il progetto "Lecco ospita l'Ucraina".

Nel presentare il bilancio dell'iniziativa, il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ha sottolineato come «solo con l'integrazione l'accoglienza è totale, altrimenti è soltanto la messa a disposizione di semplici posti-letto» e sarebbe pertanto opportuno che norme e risorse nazionali siano appunto indirizzate ai progetti di integrazione. Che appunto passa attraverso un'accoglienza basata su famiglie, associazioni e Comuni.
All'incontro la viceprefetto Paola Cavallanti ha definito quello lecchese come un progetto d'eccellenza che ha inverato i valori costituzionali della sussidiarietà.
Il presidente della conferenza dei sindaci ha ricordato come l'emergenza Ucraina non sia stata la prima che il nostro comprensorio si è trovato ad affrontare essendoci state in passato la mobilitazione per i profughi libici e quelli afgani . L'accoglienza agli ucraini si somma, peraltro, a quella per gli altri migranti arrivati in questo mese nel nostro Paese e collocati nel Lecchese, inseriti nei programmi dei cosiddetti Servizi per l'inclusione che vedono oggi coinvolte 120 persone. «Come Comuni - ha detto Agostoni - stiamo facendo la nostra parte, favorendo pur con qualche fatica l'accoglienza immediata ma anche l'inclusione che va a beneficio della nostra comunità».

Maria Grazia Nasazzi e Gabriele Marinoni

E' poi intervenuto Mario Mozzanica, del Comitato centrale di beneficenza della Fondazione Cariplo che ha ricordato come gli interventi dell'ente siano sempre maggiormente rivolti al settore sociale e sintetizzando in quattro parole i capisaldi dell'attività filantropica esercitata dalla Fondazione: responsabilità, sussidiarietà. Solidarietà e fraternita.
Da parte sua, la presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi, ha ricordato come il progetto "Lecco ospita l'Ucraina" sembrava dovesse avere un periodo limitato e si è invece inevitabilmente allungato per il prolungarsi della guerra ma non per questo perdendo pregnanza «perché abbiamo capito la gravità della situazione» come del resto lo ha capito anche la comunità lecchese nella sua interezza che si è mobilitata spontaneamente da subito e ha risposto compatta agli appelli, dimostrando di saper «mettere al centro l'accoglienza che è un valore civico».

Sul fronte della mobilitazione dei lecchesi, tra l'altro, la raccolta fondi ha portato al progetto circa 200mila euro e le donazioni ancora continuano, come ha ricordato il segretario della stessa Fondazione comunitaria, Paolo Dell'Oro. Ricordando il recente episodio di un ultraottantenne che ha ricavato 9mila euro dalla vendita di un terreno ricevuto in eredità e che ha voluto versare quei soldi proprio sul conto per gli aiuti ai profughi ucraini.
Infine, Gabriele Marinoni - presidente della Confcooperative dell'Adda - ha presentato l'iniziativa programmata per sabato 18, «un momento di festa senza tante pretese per far incontrare tutte le famiglie coinvolte nel progetto.

L'appuntamento con "Il cuore ritrovato" - questo il nome dell'iniziativa - è alle 15 al teatro dell'oratorio di Maggianico in via Zelioli. In programma, prima di una merenda, uno spettacolo di teatro-danza ispirato alla storia di "Squitty e la farfalla", la fiaba scritte dalle mamme ucraina per aiutare i bambini a superare il trauma della guerra e dell'espatrio.
D.C.
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