Calolzio: camion con profughi afghani nel rimorchio, denunciato l'autotrasportatore


Il camion fermo ieri lungo la tangenzialina

Non ci sono conferme ufficiali (del resto, ormai, per la stampa è quasi impossibile ottenerle). Ma parrebbe essere scattata una denuncia a carico del conducente del tir a targa turca giunto ieri mattina fino a Calolziocorte con quattro afghani nel rimorchio, nascosti tra il materiale destinato ad un'azienda del territorio. Proprio all'arrivo in ditta, all'apertura del carico, sarebbe stata fatta la “scoperta”. Da qui l'intervento dai Carabinieri che hanno preso in carico i quatto profughi, di fatto entrati clandestinamente nel nostro Paese. Si tratta di tre maggiorenni e un under 18, ora inseriti in un centro di accoglienza, per l'avvio, con ogni probabilità, delle pratiche per il riconoscimento del loro status di richiedenti asilo.
Sono quasi tre milioni i rifugiati afghani nel mondo e altrettanti gli sfollati interni dal ritorno al potere dei talebani, con 3 milioni di bambini a rischio per malnutrizione quale conseguenza della drammatica situazione economico-sociale venuta a crearsi.
Tre giorni parrebbe essere durato il viaggio della speranza, dalla Turchia all'Italia,  dei quattro soggetti “sbarcati” a Calolzio, all'insaputa dell'autotrasportatore che di fatto ha dato loro il passaggio verso l'Europa, eludendo i controlli di frontiera. O questa almeno sembrerebbe essere la versione resa dal conducente che avrebbe altresì spiegato di non essere nelle condizioni di aprire il rimorchio, chiuso alla partenza da terzi e aperto solo all'arrivo a destinazione, dai riceventi.
Una “giustificazione” che parrebbe comunque non averlo risparmiato dalla segnalazione all'autorità giudiziaria, con la contestazione, a suo carico, della violazione dell'articolo del testo unico sull'immigrazione che punisce (anche) chi effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurare illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato. Se così fosse, rischia da uno a cinque anni di reclusione e una multa di 15.000 euro per ogni persona introdotta.
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