Calolzio: rumori nel rimorchio e da un tir a targa turca ecco 'sbarcare' quattro afghani

La tangenzialina di Calolzio
Mentre il mar di Calabria ancora restituisce corpi (anche di bambini) dopo il naufragio di Cutro e gli sbarchi non si arrestano, la questione “profughi” arriva a lambire anche il lecchese. E non certo per la manifestazione di interesse con cui la Prefettura punta, a stretto giro, a reperire ulteriori 200 posti per dare un tetto ad altrettanti disperati, portando a quota 700 circa le presenze complessive in una Provincia di oltre 337.000 abitanti: un nulla, se si considera che in questi giorni, nel solo hotspot di Lampedusa sono concentrate oltre 2.400 persone, tra uomini, donne e, ancora, piccoli e piccolissimi.
Ad accendere un riflettore sul fenomeno migratorio che – silenziosamente – evidentemente attraversa anche il nostro territorio è invece un fatto di cronaca: nella tarda mattinata odierna, un camion con targa turca, in quel di Calolzio, ha "sbarcato" quattro afghani, caricati chissà dove e diretti chissà verso quale meta. Ad accorgersi della loro presenza, nel "cassone" del mezzo, da quanto è stato possibile fino ad ora apprendere, sarebbe stato l'autista del bisonte della strada che, avvertiti rumori sospetti, ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. E' successo lungo la così detta tangenzialina, tra il Lavello e Pascolo. All'arrivo dei Carabinieri, aperto il rimorchio, la "scoperta". Non si tratterebbe di malintenzionati interessati al carico, bensì proprio di persone in fuga, riuscite - e torniamo al chissà come - a nascondersi all'interno del mezzo, con l'intento di scroccare un passaggio, entrando così illegalmente nel nostro Paese. I quattro soggetti una volta fatti scendere, sono stati portati in Questura per il fotosegnalamento, come prevede la prassi. Parrebbe ci sia almeno un minorenne. Sono stati affidati poi agli organi di competenza per quanto riguarda l'inserimento nel sistema di accoglienza.  Non si conosce al momento altro di una vicenda che sembrerebbe però avere i contorni di un viaggio della speranza. Come chissà quanti altri, per mare e per terra.
A.M.
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