Antimafia: Lecco si prepara al 21 marzo, per non abbassare la guardia

Alberto Bonacina
Anche la città di Lecco si sta preparando al 21 marzo, la 28° Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Non solo con l’ordine del giorno a firma del consigliere dem Nicolò Pannelli e del capogruppo di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che sarà presentato lunedì sera in consiglio comunale ma anche con la prima riunione della commissione Antimafia, convocata giovedì sera a Palazzo Bovara.

Presente Alberto Bonacina, volto lecchese dell’associazione Libera che ha illustrato ai consiglieri le iniziative in programma per l’appuntamento primaverile. Sarà un momento importante, il primo in presenza dopo gli anni della pandemia, ed il primo dopo 13 anni a Milano, dove le organizzazioni locali di Libera di tutta Italia, compresa quella lecchese, saranno chiamate a radunarsi per un corteo che partirà da Porta Venezia in direzione di piazza del Duomo dove verranno pubblicamente letti i nomi delle oltre mille vittime innocenti delle mafie prima di lasciare spazio al discorso di Don Ciotti. Il giorno prima ci sarà anche una veglia con i parenti delle persone ricordate.
“Quello delle vittime innocenti è un triste elenco che cresce sempre e nel quale dal 2021 c’è anche quello del lecchese Pierantonio Castelnuovo ucciso nel 1976 a Castello durante una Festa dell’Unità” ha spiegato Bonacina ricordando l’importante lavoro che l’associazione svolge sul territorio con le scuole. Saranno infatti tra i 500 e i 600 gli studenti della provincia di Lecco che parteciperanno alla giornata milanese del 21 marzo e a loro saranno dedicati anche momenti informativi sui temi dei beni confiscati alle mafie e su quelli delle ecomafie, che quest’anno sono anche l’oggetto del Premio Cereda in memoria al compianto Paolo. “È importante che a 30 anni dalle stragi del 1993 e a dieci dai funerali di Lea Garofalo si sia scelto il capoluogo lombardo per questa giornata - continua il coordinatore di Libera - La Lombardia non è esente dal radicamento delle mafie e della ‘Ndrangheta in particolare che è l’organizzazione criminale più potente che in Lombardia fattura quattro miliardi di euro all’anno ed è sempre più radicata, come dimostrano anche i frequenti commissariamenti dei Comuni”.

Il consigliere Corrado Valsecchi ha sottolineato come la commissione Antimafia, nel suo ruolo di promozione della cultura e del rispetto della legalità, dovrebbe collaborare e appoggiare attivamente le iniziative di Libera. Paolo Galli ha aggiunto che potrebbe essere utile immaginare un momento formativo rivolto agli operatori e ai dirigenti degli enti pubblici su temi come la gestione dei beni confiscati alla mafia e le vicende che hanno interessato il territorio.
Bonacina ha suggerito che la commissione potrebbe anche agevolare una comunicazione con le associazioni di categoria “che hanno un osservatorio importante”. Giacomo Zamperini ha messo in guardia del pericolo delle “mafie non autoctone”: “In parte le mafie che noi conosciamo sono sempre più deboli ma serve attenzione sulle altre, come la mafia nigeriana e quella cinese che sono molto pericolose”. Una lettura da cui l’esperto di Libera ha messo in guardia: “Quando le mafie non sparano è perché sono forti e il problema è proprio questo, ovvero che sono sempre più radicate”. Un punto di vista sposato anche da Stefano Parolari: "Non sono d’accordo che la mafia si sia indebolita, c’è stato un passaggio dall’infiltrazione al radicamento su cui dobbiamo lavorare, il nostro territorio dimostra che ci sono persone ‘autoctone’ coinvolte in queste vicende”. D’accordo anche il presidente del Consiglio comunale Roberto Nigriello, eletto nel direttivo di Avviso Pubblico: “L’ordine del giorno deve dare un segnale forte della città come stanno facendo altri enti della provincia, come risposta alle 27 interdittive antimafia emesse sul territorio”.
M.V.
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