Lecco: minoranza alla carica contro la Giunta 'Tassinoni'. 'Presi in giro su bilancio e demanio'

Dal bilancio partecipato al bilancio occulto. Nessuno sconto dalle minoranza di centrodestra in consiglio comunale alla giunta di Mauro Gattinoni che Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia si diverte a chiamare Tassinoni. Nel mirino il bilancio preventivo per il 2023: nella bozza iniziale, i conti non quadravano per circa 7 milioni di euro. Una cifra poi dimezzata, secondo quanto comunicato in una conferenza stampa congiunta di esecutivo e partiti di maggioranza. Sulla quale però ora pesa anche la richiesta, emersa solo in questi giorni, di oltre un milione di euro da parte dello Stato nei confronti del Comune per l’affitto arretrato di un terreno demaniale poi acquisito e venduto, quello di Rivabella dove sorge l’azienda Meab.

Tra l’alto, sia la conferenza stampa di maggioranza sia la questione “demanio” costituiscono per i consiglieri di minoranza un’ulteriore dimostrazione della scorrettezza di sindaco e giunta nei confronti dell’opposizione «che non è messa nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro» perché non informata o informata solo parzialmente, se non addirittura «presa in giro con autentiche menzogne». E pertanto il centrodestra non potrà che votare contro il bilancio preventivo, anche se la battaglia non si limiterebbe al voto consiliare, ventilando altre iniziative sulle quali per ora si glissa, se si eccettua una possibile raccolta firme tra i cittadini da parte di “Fratelli d’Italia”.
Le argomentazioni sono state presentate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l’ex candidato sindaco Giuseppe Ciresa e i capigruppo dei partiti che lo hanno sostenuto alle elezioni di tre anni fa: Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), Filippo Boscagli (Lecco Ideale), Cinzia Bettega (Lega Nord) ed Emilio Minuzzo (Lecco Merita di Più).
L’incontro si è aperto proprio criticando la decisione del sindaco di illustrare alla stampa le scelte di bilancio, quando il dibattito in commissione consiliare era ancora in corso e definendo così l’iniziativa di maggioranza come uno sgarbo nei confronti dell’opposizione. Ma le bordate ad alzo zero sono soprattutto contro la decisione di innalzare l’aliquota Irpef, la tassa comunale pagata direttamente dai cittadini, alla percentuale massima consentita dalla legge (0,8%), abolendo quindi fasce di reddito e progressività. Oltre al previsto aumento di tutta un’altra serie di tariffe.
«Con la scusa – dicono in coro i consiglieri del centrodestra – che il Comune garantisce servizi sociali di qualità- Ma quella è una tradizione consolidata di questo Comune: li garantiva la giunta precedente e li hanno garantiti anche le giunte del passato, pure quelle di centrodestra. Soprattutto, però, è una giustificazione trita e ritrita che questa giunta tira in ballo ogni volta che deve giustificare qualche aumento.» Nemmeno varrebbe la questione degli aumenti congiunturali di bollette e altre spese «perché in questo caso si sarebbe potuta prevedere una clausola per il quale il prossimo anno le aliquote sarebbero tornate quelle attuali chiedendo ai cittadini un anno di sacrifici per far fronte all’emergenza, ma la realtà è che non si tornerà indietro. L’aumento sarà per sempre. E’ una decisione antisociale. Non possono dire che si tratta di pochi euro di aumento al mese, perché per una famiglia si tratta di un esborso maggiore di 300 o 400 euro all’anno e le famiglie in questo momento non possono permetterselo».

Giacomo Zamperini

Ad aprire il tiro a segno nei confronti del preventivo è stato Zamperini che ha parlato di spese folli e sperperi, di mancanza di oculatezza e pianificazione, ricordando come sulle casse comunali finirà con il pesare anche il disavanzo di Lineelecco, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico urbano e i parcheggi e che è interamente di proprietà del Comune che quel deficit sarà chiamato a ripianare.

Filippo Boscagli

Da parte sua, Boscagli ha sottolineato come la circostanza di una bozza di bilancio con 7 milioni di euro di “buco” non si sia mai verificata in precedenza. La realtà è che non c’è alcuna identità di questa giunta, a parte alcuni “suicidi viabilistici”. E’ difficile trovare qualcosa di identitario che giustifichi gli aumenti. Dov’è questa grande eccellenza vantata dalla giunta?»

Cinzia Bettega

Secondo Bettega, proprio la conferenza stampa di maggioranza è stata un segnala di grande difficoltà, oltre che una scorrettezza nei confronti del consiglio comunale da parte di un’amministrazione «che investe tempo e risorse in comunicati e annunci e nemmeno ci informa sui problemi in essere, come per esempio il caso della Meab. Bisogna dire chiaro che questo non è il momento di aumentare le tasse e le tariffe. I lecchesi hanno ricevuto una bella bastonata. Le famiglie sono in difficoltà. Hanno molti problemi: pensiamo solo a quelle che debbono pagare una badante o pensiamo anche a quelle che hanno difficoltà a pagare la gita scolastica ai figli, che non sarà un problema vitale ma è pur sempre un problema per le famiglie. Una bella ciliegina sulla torta di metà mandato. Continuano a prenderci in giro. Per esempio sui parcheggi: «Dicono che l’aumento non è previsto nel bilancio, ma che lo prevede il piano del traffico. In un modo o nell’altra, i cittadini pagheranno».

Emilio Minuzzo

Di “presa in giro” ha parlato anche Minuzzo: «Le politiche non si valutano per le buone intenzioni ma per i risultati. Noi abbiamo definito “buco” i 7 milioni mancanti nel preventivo. La giunta non gradisce. Sappiamo che il segretario Pd ha chiesto ai suoi consiglieri di non usare la parola “buco”. E in commissione, però, parlano anche loro di “buco”. Ci sarebbe da ridere. La realtà è che non abbiamo un quadro chiaro: sugli affitti che il Comune paga per le sue sedi (170/180mila euro all’anno), sulle spese per l’illuminazione: ci danno informazioni “un tanto al toc”. Le cose le sappiamo sul giornale. A proposito di Lineelecco, vedremo se il bilancio della società sarà asseverato dalla Regione. E parliamo dell’iniziativa “Ti porto io”, dell’autobus gratis per i giovani: bellissima idea, ma non è sostenibile, a fronte di 4mila abbonamenti, il contributo del Comune è stato di centomila euro. Ma ora che si faranno i conti, Lineelecco dovrà rientrare.» E ancora: «Il personale. Mancano dirigenti, molti se ne sono andati e allora si capisce come avvengono certe cose: non si scrivono gli atti e si perdono i bandi di finanziamento. La giunta deve venire in commissione a presentare numeri chiari».

Peppino Ciresa

Infine, Ciresa si è chiesto come sarebbe stato il Comune se tre anni fa le elezioni fossero state vinte dal centrodestra e lui quindi fosse ora il sindaco dei lecchesi: «Ho imparato dai miei genitori commercianti. E ricordo che una volta si riusciva ad accantonare qualcosa. Ma da quindici o vent’anni tutto è cambiato: oggi è tanto se si riesce a chiedere in pareggio, pagando fornitori e dipendenti. Ma la vita va avanti e quando si fanno le scelte non bisogna pesare sui clienti così come il Comune non deve pesare sui cittadini. Il Comune deve ragionare come il buon padre di famiglia. E allora, avessimo governato noi come saremmo messi oggi? Innanzitutto, il Comune avrebbe risolto il problema dei suoi uffici: avrebbe avuto la sede istituzionale in piazza Diaz e gli uffici in via Marco d’Oggiono. E invece si sono persi tempo e denaro sull’ipotesi delle Deutsche Bank. Un’ipotesi bella quindici anni fa, oggi non più. Ho l’impressione che qui non sappiano amministrare e danno la colpa a noi».
D.C.
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