In viaggio a tempo indeterminato/272: cambiamenti indiani

Silenzio.
Inquadratura stretta su un viso maschile. Occhiali da sole scuri.
Sorriso sicuro di chi la sa molto lunga.
Qualche secondo, l'inquadratura si allarga e, improvvisamente, un salto nel vuoto.
Musica irriverente.
Nome dell'attore protagonista scritto in bianco.
Se la vita fosse un film di Bollywood credo inizierebbe proprio così.
Con un colpo di scena già al primo minuto di film e il pubblico che applaude e acclama il nuovo eroe.
L'ultimo giorno nel caos indiano abbiamo deciso di passarlo in una vecchia sala cinematografica di Calcutta.
Seduti su poltroncine sgangherate che hanno sicuramente visto fasti migliori, ci siamo goduti un film in lingua hindi.
Mai e poi mai saremmo andati a vedere un film che nella locandina ha immagini di esplosioni e inseguimenti, ma era l'unico in programmazione in una città di 6 milioni di persone... Quando si dice, non avere concorrenza!
Il film in sé non è stato memorabile, tante risse, salti improbabili da treni in corsa, tuffi in laghi ghiacciati. Così tanti effetti speciali in sole 2 ore non credo di averli mai visti.
La lingua non è stata di certo una barriera e la trama si capiva piuttosto bene, anche se a un certo punto dal nulla sono apparse due palle contenenti veleno e ancora devo capire da dove siano uscite.
La parte più bella, però, sono state le coreografie. Mi stupisce sempre come nei film indiani riescano a intervallare cazzotti ed esplosioni, a gente allegra che balla con vestiti coloratissimi.
Stavolta la location del primo ballo è stata la riva di un lago italiano, inutile dire che secondo me era il Lago di Como.

VIDEO:


Ma torniamo al punto del discorso.
Mentre ero seduta scomodamente nel buio della sala cinematografica, mi sono messa a ripensare all'esperienza in India, a come l'abbiamo ritrovata e a come l'abbiamo vissuta.
Devo dire che la realtà ha superato di gran lunga tutti gli effetti speciali di questo discutibile film, esplosioni e balletti compresi.
"Non si è mai pronti per l'India..." "È un colpo allo stomaco.." e blablabla. Tutto questo lo sapevamo già e, in un certo senso, eravamo pronti a non essere pronti.
Ma quello che abbiamo sottovalutato è che l'avremmo trovata diversa da come l'avevamo lasciata 3 anni prima e il cambiamento, stavolta, sarebbe stato evidente e palese.
L'India sta crescendo, veloce e decisa. Quella indiana è la quinta economia più grande del mondo e quella con la crescita più rapida. Negli ultimi anni è riuscita a tener botta a tutte le sciagure avvenute: COVID, inflazione, guerra in Ucraina... Mancano solo le due palle metalliche piene di veleno e abbiam fatto la trama del film bollywoodiano.
E questa "scalata" economica è evidente nel Paese. La si vede nelle infrastrutture e nei progetti di innovazione, ma anche nei comportamenti degli abitanti.
Penso a Varanasi, ad esempio. La città più sacra per gli induisti, che ogni giorno attira migliaia di turisti. Negli anni prima della pandemia si stima che circa 6 milioni di turisti indiani visitassero la città, contro i 300.000 stranieri. Le differenza si è accentuata nel 2021 quando il turismo estero è quasi sparito. Questo ha, ovviamente, modificato l'offerta turistica della città e fatto sì che molte strutture ricettive si adattassero alle diverse richieste del turismo locale. Generalizzare è sempre un errore, ma se si volesse riassumere le caratteristiche di questo turismo direi che è più rapido e meno attento al budget.
I turisti indiani, in genere, tendono a passare pochi giorni nei luoghi che visitano e non badano a spese per quanto riguarda alloggi e ristoranti. I prezzi crescono esponenzialmente soprattutto in corrispondenza di festività religiose durante le quali, per i turisti stranieri, è quasi impossibile trovare una stanza.

Un esempio concreto, che ci ha davvero scioccato, è la "Tent city", la città tendata, costruita sulla sponda opposta del Gange a Varanasi.
Quella sponda è sempre stata quella più misteriosa. Un'oasi desolata che con la nebbia diventa invisibile. Lì è dove, in passato, vivevano gli aghori, degli asceti "estremi" che si cospargevano il corpo delle ceneri dei defunti e praticavano atti di cannibalismo sui cadaveri che il fiume portava sul lato opposto a quello dove avvengono le cremazioni.
Era un luogo ritenuto lugubre, tetro e non avvicinabile.
Nel 2023, invece, si è trasformato in un'enorme distesa di tende di lusso o, come indicato sul sito internet che lo promuove un "uber-luxurious glamping resort".
Il costo a persona per una notte è di 15.000 rupie (170€ circa). Un luogo davvero esclusivo, dove si può soggiornare solo da gennaio a giugno perché poi, con i monsoni, il fiume cresce e quella sponda viene completamente allagata.
Vedere tutte quelle tende bianche e ordinate, illuminate la sera, è un colpo al cuore per chi è stato a Varanasi qualche anno fa.

L'India è uno dei pochi Paesi del mondo dove è il tursimo interno quello che guida davvero l'offerta.  E il turismo interno indiano ora ama lo sfarzo e l'esagerazione.
Un contrasto enorme rispetto alla povertà in cui ancora riversa una grande fetta della popolazione.
L'india sta crescendo e sta cambiando. Lo si vede anche nelle piccole cose, come il fatto che la sala di questo vecchio cinema sia quasi vuota, mentre fuori dal cinema 3d, a qualche metro da qui, ci sia la coda.
Tutto cambia, tutto si evolve, ed è giusto così.
Speriamo solo che in questa corsa al cambiamento, questo Paese non perda anche un po' della sua profonda anima, che è il motivo per cui, nonostante tutto, ogni volta torniamo qui.
Angela (e Paolo)
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