Colico: iscrizioni al minimo storico al Marco Polo. Salta la 1^ turistico con le ragazze ora interessate all'agrario
La dirigente Catia Baroncini
"I numeri sono proprio questi, con mio grande dispiacere" conferma la dirigente scolastica Catia Baroncini, ricordando come occorra tornare indietro anni per riscontrare dati simili, mentre lo scorso anno il balzo da 84 a 122 "primini" era stato letto quale positivo riscontro rispetto sia alle strategie di orientamento sia all'attivazione dell'indirizzo Agraria, evidentemente apprezzo dall'utenza, richiamando a Colico giovani anche dell'Alto Lago di Como e del basso sondriese, bacino di riferimento per un Istituto "periferico" rispetto alla provincia di Lecco.
"Quest'anno invece il risultato non è stato soddisfacente" ammette, senza girarci troppo intorno, la preside, ben consapevole di come il "suo" Marco Polo subisca la concorrenza delle scuole di Morbegno e Chiavenna, la cui offerta formativa, nel tempo, è stata ampliata andando a proporre anche corsi del tutto analoghi a quelli previsti per l'appunto a Colico, "paesotto" che non esercita sui giovani lo stesso appeal di una città. Da qui la prima - fondata - proposta della professoressa Baroncini: istituire un tavolo di supervisione interprovinciale così da provare a meglio coordinare le proposte di Istituti territorialmente vicini pur afferenti a territori e "provveditorati" diversi, tenendo in considerazione anche il trend demografico. Parlare di popolazione scolastica potenziale, infatti, specie sulla sponda comasca del Lario, equivale a parlare anche di spopolamento e dunque denatalità, due fenomeni che si riflettono ovviamente sulla scuola e che la scuola stessa però può provare a "contrastare". Non a caso, infatti, il Marco Polo è capofila di un progetto Aree Interne, con risorse assegnate anche per scongiurare la migrazione giovanile e sostenere il turismo, rafforzando quell'indirizzo che ora non vedrà partire la classe prima, reintroducendo la figura dell'insegnante madrelingua (mancata per iniziativa ministeriale), sostenendo l'acquisizione delle certificazioni linguistiche e promuovendo un gemellaggio con una scuola europea. "Cercheremo di superare l'anno di buco che si verrà a creare" assicura la dirigente, soffermandosi - nella sua articolata analisi - anche su un ulteriore aspetto, specchio dei tempi: lo spostamento dell'utenza femminile su indirizzi fino a qualche anno fa considerati maschili. Ed ecco dunque le prime iscritte al corso di meccatronica e la classe dell'Agrario composta al 50% da ragazze che, come il colleghi dell'altro sesso, hanno colte il potenziale di un indirizzo volutamente calato sulle esigenze del territorio, un indirizzo con un taglio specificatamente anche tecnologico, su cui la scuola sta investendo parecchio e continuerà a investire, avendo ottenuto – tra l'altro - fondi del PNRR anche per la realizzazione di una serra esterna smart (che si aggiungerà ai laboratori per i quali è prevista una ristrutturazione e quelli in attivazione ex novo). Il tutto, aspettando poi che la Provincia di Lecco, quale proprietario dell'immobile, faccia la sua parte, "mantenendo l'impegno preso con le famiglie per la realizzazione della nuova ala". "Ho chiesto un incontro per conoscere nel dettaglio il progetto esecutivo" spiega la professoressa Baroncini. "Questo è il momento degli Istituti agrari. Se la Provincia non interviene diventa però difficile radicare la nostra nuova proposta. E ciò succederà solo quando avremo tutte e cinque le classi".
A.M.