Lecco: stroncata la commissione di controllo e garanzia sul bilancio chiesta dalle minoranze
Roberto Nigriello
Mercoledì 22 febbraio il forzista si è sua volta attivato, chiedendo al presidente del consiglio comunale Roberto Nigriello di “identificare una data utile prima del consiglio comunale avente ad oggetto il bilancio” e di chiedere agli uffici di “predisporre in maniera chiara e schematica” alcune precise informazioni che avrebbero dovuto permettere ai consiglieri di “verificare la congruità delle dichiarazioni rilasciate dagli assessori in commissione e verificare la realtà dei numeri con comparazioni pluriennali, in particolare tra l'esercizio 2022 e il preventivo 2023 con particolare attenzione alle spese energetiche, di consulenza, affitti, tributarie con affidamenti esterni, iniziative legate alla comunicazione e spese inerenti gli abbellimenti floreali in capo alla manutenzione”.
Il giorno seguente il presidente Nigriello ha risposto a Minuzzo riportando il parere del segretario generale Mario Spoto: “L'art. 239, comma 1-bis del d.lgs. 18 agosto 2000, n 267 assegna al collegio dei revisori l'espressione ‘di un motivato giudizio di congruità, di coerenza e di attendibilità contabile delle previsioni di bilancio’ e, all'art. 153, comma 4, richiede al responsabile del servizio finanziario di attestare la veridicità delle previsioni di entrata e la compatibilità delle previsioni di spesa. Peraltro, risulta intelligibile - (forse il segretario intendeva “inintelligibile”? Ndr) - la richiesta di verifica della ‘realtà dei numeri’. Le comparazioni sono già incluse nella documentazione consegnata ai consiglieri. Sarebbe pertanto utile, ai fini delle richieste elaborazioni, chiarire quali parti della documentazione sono ritenute carenti rispetto agli obblighi informativi previsti dall'ordinamento contabile”. In buona sostanza uno stop.
Molta dura la reazione di Valsecchi: “Si tratta di una legittima richiesta di convocazione che ha come finalità quella dell'approfondimento e di scavare nelle pieghe dei raffronti pluriennali di bilancio quali sono state le reali cause che hanno generato un esercizio così complesso e pesantissimo per le casse comunali sulla spesa corrente. Resto basito nell'apprendere che questo compito contabile è in capo esclusivamente ai revisori dei conti e quindi non si riterrebbe utile la convocazione di una commissione deputata al controllo e alla garanzia degli atti amministrativi. Cosa fanno e devono fare i revisori dei conti lo sanno anche i bambini, la regolarità del bilancio devono certificata assumendosi le responsabilità che gli competono nel caso di dichiarazione infedele. Tuttavia i bambini sanno anche a cosa serve una commissione di controllo, non già partecipata da tecnici, ma da politici che interrogano nel dettaglio e sulla trasparenza degli atti i tecnici”.
I temi che vorrebbe approfondire chi ha ha richiesto questa commissione sono parecchi: dalle dinamiche dei rincari energetici, agli affitti che il Comune paga con le relative spese condominiali, dalle spese per consulenze professionali alle convenzioni non onerose per i privati dove parte del carico economico resta in capo all’amministrazione, fino alla congruità delle spese legate agli abbellimenti floreali. Su questo punto insiste Valsecchi: “Si tratta di interventi che ci sono costati soldi pubblici, come nel caso del posizionamento della Japanese nana sotto i platani sul lungolago poi dimostratasi un disastro come anticipato dal sottoscritto, nel frattempo qualche decina di migliaia di euro si sono volatilizzati per una iniziativa inconsistente che a parere dell'assessore competente doveva essere eterna. Siccome adesso si sta per affidare un incarico da 1.427.726,98 euro per la gestione del verde mi sembra legittimo che la commissione di controllo si ponga delle domande prima che si faccia la fine della Japanese Nana”.
In conclusione Valsecchi ribadisce: “Non v'è chi non veda l'opportunità, davanti ad uno scostamento mai registrato prima di bilancio di indagarne le cause e affidare questo compito, non già ad un singolo consigliere, ma ad una commissione politica deputata ad affrontare temi di questo genere. Ci sono sette milioni di buoni motivi per convocare la commissione e la reazione ricevuta non fa che accrescere nella pubblica opinione il senso di mancanza della necessaria trasparenza amministrativa che non dovrebbe allertare, in alcun modo, coloro che ritengono di aver agito con diligenza e correttezza”.