Lecco perduta/363: l'organo Tornaghi, la 'settima meraviglia'

Il tempo di Quaresima, iniziato per il rito ambrosiano con la domenica delle ceneri, porta a ricordare che venticinque anni fa, nella primavera 1998, la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere lecchese di Laorca recuperò il suo antico organo con un intervento di generale restauro.


Organo di Livio Tornaghi di Monza - anno 1837 nella parrocchiale di Laorca

Le cronache del tempo scrivono: “La storia, oltre la musica, è uscita dalle canne dell’organo del restaurato Tornaghi costruito nel 1837 nella parrocchiale di Laorca. Una serata che ha consentito di rivisitare i 160 anni più recenti quando i fabbricieri di Laorca stipularono l’acquisto del nuovo strumento con Livio Tornaghi di Monza. L’antico organo è stato sottoposto a totale e radicale restauro, affidato alla famiglia Vincenzo Mascioni di Cuvio, attiva nel settore dal 1829”.


Don Angelo Galbusera, nel giorno del congedo da Laorca, dopo trent'anni di parrocchia; al suo fianco mons. Antonio Barone

Il concerto inaugurale vide protagonista Gianluca Cesana, organista titolare della basilica di San Nicolò a Lecco. Il restauro venne presentato da Ambrogio Cesana, ispettore onorario del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali e componente della commissione regionale per la tutela degli organi storici e artistici, che illustrò i vari interventi effettuati. Sempre Cesana concluse il suo intervento sottolineando che quello di Laorca era, senza dubbio, il reperto di questo genere più antico e meglio conservato della città. Il pubblico, che gremiva la chiesa, ha potuto seguire il concerto con l’accompagnamento di immagini proiettate in video su schermo allestito presso l’altare maggiore. Nel programma dell'evento ha spiccato la singolarità dei brani (ingresso, offertorio, elevazione), di Giovanni Quirici deceduto a Torino sul finire dell’Ottocento. Lo spartito proviene da documenti musicali rinvenuti a Pasturo, in casa Mazzoleni, dal parroco don Tullio Vitali e donati alla famiglia Cesana di Lecco.


Il prof. Ambrogio Cesana, esperto di storia per gli antichi organi

La serata inaugurale si aprì con il saluto del parroco di Laorca don Angelo Galbusera che ricordò la generosità di sostegno al restauro da parte di enti pubblici e di cittadini; evidenziò inoltre il contributo dell’Amministrazione Provinciale di Lecco, presente al concerto con la vice presidente Elena Gandolfi Negrini e del "numero uno" della Fondazione Vismara, ing. Paolo Moriero.


 Gianluca Cesana nel concerto inaugurale del restaurato organo di Laorca

Ha fatto seguito l’intervento del vescovo mons. Giuseppe Merisi, vicario episcopale della zona di Lecco per la diocesi di Milano. Concluse da mons. Antonio Barone, sacerdote nativo di Laorca, che ricordò come il rinnovato strumento attendeva una generazione di nuovi organisti e additò come esempio di fedeltà e di dedizione musicale lo storico maestro Gianni Dell’Oro, classe 1928, da sempre presente a Laorca.


Lo storico organista di Laorca Gianstefano Dell'Oro festeggiato in famiglia

Il Comune di Lecco era rappresentato dal vice sindaco Angelo Fortunati. Venne distribuito il volumetto “L’organo di Laorca”, che riproduce, tra l’altro, antichi documenti, del 1837-1838, trascritti da Luisa Gerosa, con fotografie di Giuseppe Giudici, Vincenzo Mascioni e Mauro Lanfranchi.


Una veduta dell'antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Laorca,
risalente ai primi anni del 1600

Nell’introduzione al libretto sull’organo l’allora parroco don Angelo Galbusera ha scritto: “In questi ultimi trent’anni la generosità dei laorchesi è stata meravigliosa: ha compiuto tante opere. Ha rinnovato la parrocchiale con il campanile, la chiesa di San Giovanni Battista alle grotte, con la magnifica Via Crucis del cimitero e il salone dell’oratorio con tutte le attrezzature sportive. Mancava la “settima meraviglia” da sistemare, l’organo: è arrivata anche questa restaurazione, risultata la migliore. Sento il bisogno di dire grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato, sostenuto e incoraggiato nel portare a termine questo lavoro".
A.B.
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