In partenza Favole della Buonanotte, nuovo progetto di AVS che coinvolgerà il Manzoni

È in partenza a marzo “Favole della buonanotte” il nuovo progetto dell’associazione Veronica Sacchi che coinvolgerà anche l’ospedale Manzoni di Lecco. Tale iniziativa vedrà i clown volontari impegnati nell’accompagnare i piccoli pazienti in un viaggio nel magico mondo della fantasia la sera, prima di andare a dormire. Si tratta di un momento molto delicato: da un lato i genitori sono spesso stanchi e provati emotivamente e dall’altro i piccoli pazienti non sempre riescono ad addormentarsi in un ambiente che non è quello della loro camera.
Per poter portare a termine un’iniziativa così importante, però, servono fondi. È possibile donare a questo QUI. In alternativa, si può inviare un bonifico bancario con i seguenti dati: intestatario Associazione Veronica Sacchi ODV; IBAN: IT53W0623009494000030726153; CAUSALE: Donazione liberale per Favole della Buonanotte. Il denaro sarà utilizzato per un corso di formazione ad hoc per i volontari, per i costi organizzativi, assicurativi e per acquistare libri da lasciare nelle pediatrie.
A proposito del progetto Favole della buonanotte e del corso, tenuto dal cantastorie professionista Luca Chieregato, abbiamo intervistato Davide Goretti e Silvia De Bari, storici volontari lecchesi di AVS.



Perché avete deciso di diventare volontari e avete mantenuto questo impegno anche dopo la nascita dei vostri figli?

S: Facevo altri tipi di volontariato quando ho conosciuto Davide. Era il 2012, lui si era appena iscritto al corso di formazione di AVS e ne era entusiasta così ho deciso di copiare la sua scelta. Non me ne sono mai pentita. Ho continuato anche dopo la nascita dei bambini perché da mamma ho compreso ancora di più la sofferenza che si prova nell’avere il proprio figlio ricoverato in ospedale. Qualsiasi cosa in grado di contribuire anche solo per un attimo a togliere quel pensiero fisso è importante. Per i nostri figli poi è un esempio positivo e uno stimolo. Loro sono contenti di quello che facciamo e dicono spesso “mamma e papà vanno a far ridere i bambini”.

D: Sono diventato volontario AVS un po’ per caso. Nel 2011 ho visto un annuncio sul giornale, mi sono iscritto al corso di formazione e mi è subito piaciuto. Mi è sembrato un mondo nuovo, divertente e bellissimo. Ho continuato dopo la nascita dei bambini perché questa esperienza ha unito ancora di più me e Silvia e ci ha permesso di conoscere tante persone. Certo, il tempo libero che abbiamo a disposizione è un po’ meno di prima ma ogni volta che possiamo andiamo in ospedale. Quelle ore con i piccoli pazienti ti fanno capire quali sono i veri problemi. Quando esci da lì, le questioni della tua quotidianità assumono il giusto peso. L’associazione Veronica Sacchi ormai è come una seconda famiglia. Quelle volte che siamo andati nella loro sede a Milano i nostri figli si sono sempre divertiti.

Quali sono gli istanti più belli e i momenti più difficili di quest’attività?

S: In generale i momenti passati in ospedale con i pazienti sono molto belli. Escono sempre cose rocambolesche e divertenti. Diventa difficile quando mentre noi siamo lì ci sono bambini che soffrono e piangono. Per esempio l’ultima volta si sentivano per tutto il reparto le urla disperate di questo bambino che si era rotto un arto. Soprattutto da quando sono diventata mamma, è qualcosa che ti coinvolge tanto. Ora non così spesso ma all’inizio facevamo diverse uscite alla Nostra Famiglia di Bosisio Parini dove sono ricoverati casi particolarmente gravi. Non è semplice cercare di interagire con bambini che non riescono a comunicare se non muovendo gli occhi. Mentre siamo lì, magari per un’oretta, il pensiero va sempre ai genitori e alla fatica che devono provare nell’accudire e nel curare ogni giorno un bambino malato, magari gravemente.

D: La cosa più bella di questo volontariato è l’empatia che si viene a creare nella camera di ospedale con perfetti sconosciuti. Persone che tra l’altro non vorresti rivedere più la volta successiva perché speri che guariscano, escano dall’ospedale e tornino a casa. Noi arriviamo all’improvviso nelle camere dove ci sono bambini che magari hanno appena terminato le cure. Spezziamo la loro routine ospedaliera per 5/10 minuti. Si crea un’atmosfera magica, delle relazioni giocose buffissime che non si trovano in altre situazioni. Di brutto c’è il fatto che spesso ci sono persone che sfruttano l’immagine dei clown volontari per ricavare dei soldi. L’ho sentito dire tante volte, queste truffe capitano molto spesso a Milano e sono qualcosa di vergognoso.

Ora il progetto Favole della buonanotte, preceduto dal corso di formazione con Luca Chieregato. Perché sono importanti?

S: Il momento dell’andare a letto è molto delicato. Un bambino vuole essere coccolato, soprattutto se si trova in ospedale in una camera che non è la sua, con rumori e persone diversi da quelli che sente e vede di solito. Con questo progetto vogliamo stare vicini ai piccoli pazienti e dare loro la buona notte. Luca Chieregato ci indicherà alcuni modi per relazionarci con i bambini in maniera divertente. Non si tratta semplicemente di leggere le storie da un libro ma di inventarle, costruirle insieme ai bambini magari partendo da un personaggio su un foglio di carta o da qualche oggetto presente nella stanza. È un modo per entrare ancora di più in empatia con il bambino e i suoi genitori.

D: Il corso di formazione ci servirà per imparare a improvvisare, sarà fondamentale in previsione delle successive uscite in ospedale. È solo uno dei tanti corsi di formazione che l’associazione Veronica Sacchi mette a disposizione di noi volontari gratuitamente. Si tratta di esperienze intense, belle emotivamente. Sono occasioni di crescita personale in cui si imparano i diversi modi in cui si può fare il clown. Dalla giocoleria fino appunto all’improvvisazione. Nulla è lasciato al caso, dietro ogni uscita c’è un grande lavoro di preparazione.
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