Regionali, Lega, PD, FdI: ecco dove questi partiti hanno vinto e quanti voti hanno ottenuto. La mappa provinciale completa

Con le statistiche ci vuole molta pazienza. Bisogna separarle, ordinarle, analizzarle. Un lavoro minuzioso, di dettaglio teso ad ottenere un risultato che, comunque, racconta solo una parte della storia. Quella parte, tuttavia, può essere importante, può essere fonte di notizie degne di essere riportate per quello che sono: fatti fondati su numeri. Questo è quello che ha prodotto una nuova analisi degli esiti delle elezioni regionali svoltesi una settimana fa. Ma andiamo con ordine.

Partiamo dagli aventi diritto al voto: Il bacino di elettori potenziali in provincia di Lecco è di 274mila 655. Si arriva a questo numero sommando gli aventi diritto al voto nei comuni dove è arrivata prima la Lega (54.793), il PD (134.789) e FdI (79.431). La somma fa 269.013. Se a questi aggiungiamo i 5.642 aventi diritto al voto ad Olginate dove Lega e PD hanno ottenuto lo stesso numero di voti, 474, otteniamo proprio 274mila 655.

I tre partiti presi in esame hanno ottenuto alle regionali del 12-13 febbraio 2023: Fratelli d'Italia 24.900 voti (23.22% - Politiche 29.54%) - Partito democratico 23.606 voti (22.01% - Politiche 17.03%) - Lega 22.375 (20.86% - Politiche 15.95%).

 


La Lega in provincia ha preso 22.374 voti. Nei comuni in cui è arrivata prima ha ottenuto 6.532 voti; nei comuni in cui è arrivato primo il PD la Lega è stata premiata da 8.893 elettori; nei comuni in cui è arrivato primo il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia la Lega ha raccolto 6.475 consensi. Sommando questi numeri si arriva a 21. Voti cui vanno aggiu8nti e 474 di Olginate per un totale di 22.374 voti.

 

COMUNI DOVE LA LEGA E' RISULTATA ESSERE IL PRIMO PARTITO PER NUMERO DI VOTI ASSOLUTI

 

La Lega è risultata essere il primo partito in 34 degli 84 comuni della provincia di Lecco. Solo 11 di quei 34 comuni, però, presentano un numero di elettori potenziali, ovvero aventi diritto al voto, superiore ai 2mila. L'ammontare totale di voti raccolti dal partito di Salvini in tali paesi, per capirsi, è pari a circa la metà dei consensi ottenuti dal PD nei comuni in cui i dem sono risultati essere il primo partito. Inoltre, passando in rassegna quelle 34 amministrazioni comunali, per 19 volte si trova un sindaco o un vicesindaco, quando non entrambi, che compare anche nell'elenco dei firmatari del famoso "manifesto dei 106". Il riferimento è a quell'appello che, di fatto, ha aperto la cavalcata di Mauro Piazza verso la riconferma a Palazzo Lombardia. Ecco, la domanda sorge spontanea: quegli elettori hanno votato la Lega perché volevano votare la Lega o perché volevano sostenere Piazza? Ma a fare rumore è anche ciò che manca tra i 34 comuni: la Lega, infatti, non è risultata primo partito a Castello di Brianza, Oggiono, Valmadrera, Calolziocorte, Merate. Due comuni, questi ultimi, che hanno un leghista come sindaco. Nonostante tali comuni ospitino alcune tra le sezioni più radicate nel partito, la lista più votata è stata Fratelli d’Italia. Negli ultimi quattro citati, che sono anche tra i centri più popolosi, il partito guidato da Matteo Salvini ha preso addirittura meno voti del PD.

 

 


 

Il Partito Democratico in provincia ha preso 23.606 voti assoluti. Nei comuni in cui è arrivato primo ha ottenuto 13.619 voti; nei comuni in cui è arrivato primo Fratelli d'Italia i "Dem" sono stati votati da 6.175 elettori; nei comuni infine, in cui è arrivata prima la Lega il PD ha messo assieme 3.338 voti. La somma di questi tre valori è di 23.132 voti. Se a questa aggiungiamo i 474 voti presi dal PD a Olginate otteniamo 23.606 voti.

E scendiamo ora nel dettaglio. Solo 4 dei 25 comuni in cui i dem sono stati la lista più votata presentano un numero di elettori potenziali, ovvero aventi diritto al voto, minore di 2mila. Ci sono alcuni nomi degni di nota in quell'elenco, come Cernusco e Montevecchia, entrambe governate da amministratori che hanno firmato il "manifesto dei 106" a cui si faceva riferimento prima. Scorrendo riga dopo riga, però, più che una tabella sembra un fortino in stato d'assedio: in 13 comuni su 25 i dem hanno vinto con un distacco inferiore a 45 voti; in 8 su 25 il vantaggio è inferiore ai 20 voti. In questo quadro, spicca il confronto tra le due città principali della provincia, ovvero Lecco e Merate. Nel capoluogo, governato da un sindaco di centrosinistra, i dem sono stati la lista più votata per 41 voti; a Merate, che invece ha un sindaco di centrodestra, il Partito Democratico ha staccato Fratelli d'Italia di ben 374 voti. È accaduto perché a Merate c'era un nome forte di Noi Moderati (359 voti) e questo ha ulteriormente disperso i voti del centrodestra? Possibile certo. Allo stesso tempo, però, è bene osservare che la Lega in città è arrivata terza, dietro a PD e Fratelli d'Italia, benché il sindaco sostenesse la candidatura di Piazza. Questo, evidentemente, non è bastato per convincere i meratesi ad apporre la X sul simbolo leghista.

 

COMUNI DOVE IL PARTITO DEMOCRATICO E' RISULTATO ESSERE IL PRIMO PARTITO PER NUMERO DI VOTI ASSOLUTI

 

Questo però è solo una faccia della medaglia. L'altra riguarda il fatto che a Lecco il PD, che guida la città da almeno un decennio con gli alleati di centrosinistra, è primo per un'inezia. Non solo, Simona Piazza, attuale vicesindaco di Lecco, ha vinto la battaglia delle preferenze per 27 voti: 1107 contro le 1080 di Giacomo Zamperini e le 1035 di Mauro Piazza. Se il "candidato forte" a Lecco fosse stato un altro, magari un ex sindaco ed ex presidente della provincia, quale Virginio Brivio, sarebbe andata allo stesso modo? Chissà. Tuttavia quello di Simona Piazza resta un risultato significativo ottenuto con una campagna elettorale non certo all'altezza di alcuni "concorrenti", quanto a dispendiosità. Sempre rimanendo in tema di esponenti PD, ad Olginate si è verificato un pareggio, poiché il PD e la Lega hanno entrambi ottenuto 474 voti. Ecco, se si considera il ruolo che il primo cittadino di Olginate ha nel partito a livello provinciale non sembra essere un bel segnale per i dem. L’unica eccezione a questo ragionamento è rappresentata da Gian Mario Fragomeli, che con abilità ed esperienza ha strappato il pass per il consiglio regionale.

 

 

 

 

 

Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni in provincia ha ottenuto 24.900 voti. Nei comuni in cui è arrivato primo ha messo assieme 8.066 voti; nei comuni in cui il PD è stato il partito più votato i Meloniani hanno conquistato 11.819 voti; nei comuni in cui è arrivata prima la Lega, FdI ha ottenuto 4.566 voti. La somma di questi tre valori salda a 24.451. Se a questo numero aggiungiamo i 449 voti presi da FdI a Olginate arriviamo a 24.900 voti.

COMUNI DOVE FRATELLI D'ITALIA E' RISULTATO ESSERE IL PRIMO PARTITO PER NUMERO DI VOTI ASSOLUTI


Qualche altro dettaglio: per Fratelli d'Italia, vincitore indiscusso di questa tornata elettorale, l'incremento di voti è stato notevole rispetto al 2018. Oltre a Castello di Brianza, Oggiono, Calolziocorte e Valmadrera, il partito guidato da Giorgia Meloni è stato il più votato anche a Osnago, che ha un sindaco di centrosinistra come Oggiono, e a Barzago, dove FDI ha sopravanzato di soli quattro voti i dem. Barzago, lo ricordiamo, è la patria di Veronica Tentori, ex deputata PD, e Tino Magni, attuale senatore di Sinistra Italiana eletto però a Milano. Va detto che la dimensione della vittoria del partito di Giorgia Meloni, non è stata così netta come ci si aspettava, e come era stata alle "politiche di settembre 2022. Nella metà dei 24 comuni in cui Fratelli d'Italia è stata la lista più votata il distacco rispetto al partito arrivato per secondo è inferiore ai 25 voti. Solo a Calolziocorte, il comune di Fabio Pio Mastroberardino, e a Mandello Fratelli d'Italia ha vinto con un distacco superiore ai 100 voti.

Andrea Besati
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