Lecco: su l'Irpef ma non si toccano i parcheggi, presentato il bilancio e gli sforzi per comprimere la spesa

Roberto Pietrobelli
Dopo le anticipazioni sulla stampa e in consiglio comunale, si è cominciato davvero a parlare di bilancio durante la commissione seconda di martedì sera nella quale l’assessore Roberto Pietrobelli ha illustrato il previsionale per il 2023. La prima cifra messa sul tavolo è quella relativa alla spesa corrente prevista di 64.046.055 euro da paragonare all’assestato del 2022 di 67.489.301 euro e all'impegnato di 58.378.712 euro. “La prima ipotesi elaborata dopo aver raccolto le richieste degli uffici era di 68.659.000 euro a fronte di una previsione di entrate tra le tributarie, le extra-tributarie e i trasferimenti di 61 milioni, di qui la famosa questione dei 7 milioni mancanti - ha tenuto a specificare l’assessore - A questo punto l’operazione fatta è stata quella di simulare un contenimento delle spese che ha portato alla previsione di 64 milioni di uscite”. Tra le voci più rilevanti che avevano fatto schizzare in prima istanza la spesa corrente del Comune c’erano maggiori richieste dei servizi sociali per 1.160.000 euro, un aumento del costo delle utenze per 1.500.000 euro, altri 581mila euro per il sistema informatico e così via per tutte le aree che sono state poi limate voce per voce fino ad arrivare ai 64 milioni. “Un lavoro abbastanza complesso - ha sottolineato Pietrobelli - che ha portato a una riduzione importante ma mancavano ancora tre milioni. Abbiamo cercato di tagliare altre spese ma saremmo dovuti andare a toccare filiere di servizi importanti e anche contratti in essere. L’unica manovra che responsabilmente possiamo mettere in campo è quella di adeguare l’aumento delle entrate come già è stato fatto negli altri capoluoghi di provincia lombardi”.

I 64 milioni di entrate necessari per finanziare la spesa corrente si andranno a prendere quindi dall’Imu (22 milioni), dall’imposta di soggiorno (300mila euro, contro i 200mila dello scorso anno), dalla Tari (9.156.000 euro), da altri tributi (26mila euro) e dal fondo di solidarietà (6.650.000 euro), oltre che naturalmente dall’Irpef dal quale il Comune pensa di incassare 6.890.000 euro a fronte dei 3.350.000 euro del 2022. A questi 42 milioni di entrate tributarie si sommeranno 12.400.000 euro di trasferimenti correnti e 11.679.000  euro di entrate extra-tributarie. Questi soldi serviranno come detto per coprire i costi, così suddivisi: 11.600.000 euro per il personale, 905mila euro per imposte e tasse, 32.290.000 euro per l’acquisto di beni e servizi, 12 milioni di trasferimenti correnti, 1 milione di interessi passivi, 43mila euro di rimborsi e 5.730.000 euro di altre spese. “Con questi importi riusciamo ad avere un equilibrio di parte corrente con un differenziale di equilibrio positivo di 257mila euro senza bisogno di interventi di applicazione dei permessi di costruire” ha aggiunto l’assessore. Anche in conto capitale tutti gli investimenti programmati per il 2023 sono coperti da rispettive entrate:  215mila euro di tributi in conto capitale, 23.370.000 euro di contributi agli investimenti (in gran parte dal Pnrr), trasferimenti per 335.000 euro, alienazioni per 583mila euro, 1.500.000 euro di altre entrate (ovvero oneri di urbanizzazione). Poi ci sono entrate da riduzione di attività finanziaria e mutui per oltre 5,5 milioni.

A scendere nel dettaglio delle voci di spesa dei capitoli che interessano la commissione seconda alcuni membri della giunta. L’assessore Alessandra Durante ha illustrato le principali spese per gli aspetti informatici e digitali: 220mila euro per l’assistenza del CST della Provincia di Lecco, 170mila euro per la gestione e la manutenzione applicativi, 190mila euro per il servizio dati, 106mila euro per la connettività del sistema di videosorveglianza e altrettanti per la manutenzione dei sistemi, 15mila euro per la telefonia fissa, 241mila euro per il bando Pnrr Cloud, 45mila euro per l’uso delle licenze dei vari software e 35mila euro per l’organizzazione di eventi istituzionali. Per quanto riguarda l’assessorato di Giovanni Cattaneo due sono state le voci evidenziate: i 320mila euro al concessionario per la riscossione del canone unico e 200mila euro in conto capitale per finanziare il bando Duc visto che il Comune ha perso le risorse regionali, per i quali è stato usato l’avanzo di bilancio. Sui capitoli di Polizia locale e Protezione civile ha relazionato il vicesindaco Simona Piazza spiegando che si tratta di "spese standard vincolate e previste per l’attività ordinaria. C’è stato un taglio di soli 17mila euro rispetto all’impegnato del 2022 grazie a un lavoro capillare sui singoli capitoli, è stato realizzato un riassestamento delle posizioni bilancio e sono stati previsti 50mila euro per l’implementazione del servizio di telecamere che permetterà di aumentarne il numero. Un aspetto prioritario visto il vasto utilizzo che ne fanno le forze dell’ordine e l’obiettivo dell’amministrazione di avere maggior presidio e controllo”. Di spese “extra” per la Protezione civile c’è l’acquisto di un automezzo per 30mila euro, finanziato da Regione Lombardia.

Diversi gli interventi dei consiglieri di opposizione: “Questo bilancio impatta sulle tasche dei cittadini e molte voci richiedono dei chiarimenti. Con gli 800mila euro di proventi in più previsti dai posteggi, i 50mila euro ulteriori del canone unico, i 100mila euro aggiuntivi della tassa di soggiorno e l’Irpef, arriviamo a 4milioni di euro mal contati in più rispetto al previsionale 2022. E non tutto dipendente dalle utenze” ha commentato Simone Brigatti di Forza Italia.
Molto duro Corrado Valsecchi di Appello per Lecco: “Quello che è successo quest’anno non è mai successo negli anni passati e chiedo la convocazione della commissione Controllo e garanzia per fare un raffronto sulla questione dei costi energetici per capire quanto realmente incidono. Solo la conoscenza di ciò che sta accadendo ci può permettere di non agire superficialmente anche sui prossimi bilanci. Avete dato per scontato che la spesa corrente sarebbe stata sotto controllo, così non è e dobbiamo fare interventi correttivi, ovvero il raddoppio dell’aliquota Irpef per i cittadini che guadagnano più di 17mila euro e che già devono affrontare a loro volta il problema delle bollette e degli aumenti. In questo modo si vanno a colpire delle fasce che oggi fanno fatica a dare riscontri positivi alle aspettative delle loro famiglie”. Anche Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia ha giudicato “questa manovra profondamente iniqua perché va ad aumentare tantissimo quello che dovranno pagare i cittadini che guadagnano 1.300 euro al mese e chi guadagna i miliardi non viene praticamente toccato. State penalizzando i poveri e il ceto medio, tenendo conto che aumenteranno anche posteggi, asili nido, mense… Negli anni sugli eventi dove abbiamo sperperato le risorse, buttando i soldi per Lecco ama la montagna per poi rimanere senza per l’ultimo dell’anno e carnevale. Impariamo a spendere meglio questi soldi”. La leghista Cinzia Bettega ha chiesto invece “quali sono le iniziative che l’amministrazione intende adottare per tamponare l’esplosione della spesa corrente. È la prima volta che il Comune di Lecco riceve montagne di milioni da fondi del Pnrr e della Regione, d’accordo l’inflazione al 10 per cento ma i vostri aumenti sono di molto superiori. Ve ne state approfittando”.

In difesa della maggioranza è soccorso il dem Pietro Regazzoni: “Alzare l’addizionale Irpef è un sacrificio importante che si chiede alle famiglie. Detto questo, questa addizionale non coinvolgerà il 40 per cento dei lecchesi che è esente e anche i redditi più ricchi che già pagano lo 0.80 andranno a pagare di più. Non c’è mai stato aumento di questo tipo ma non c’è mai stato nemmeno un aumento su base annua dell’inflazione a doppia cifra. La prospettiva politica è quella di alzare l’aliquota per offrire servizi di qualità che proteggono i più deboli e contribuiscono al benessere della collettività”. Anche Matteo Ripamonti di Fattore Lecco ha ricordato che “di fronte a questa situazione un percorso è stato fatto, sono state ridotte le previsioni di spesa, ma ci sono spese incomprimibili e l’unica strada che ci resta è quella aumentare le entrate, rispettando alcuni principi: tutelare le fasce più basse e le persone più fragili, da qui la scelta di mantenere i servizi e di non chiedere l’Irpef fino a 17mila euro”. In conclusione Pietrobelli ha rassicurato che non ci sarà l’aumento tariffario per i posteggi, né per Tari e Imu e che anche l’aumento previsto della tassa di soggiorno è stimato sull’aumento del numero dei turisti.
M.V.
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