Valgreghentino: in tantissimi per l'ultimo saluto a Davide e mamma Vilma. Don Paolo: 'Domande troppo grandi per noi umani'

Due bare in legno chiaro, una al fianco dell'altra. Proprio come sono stati in vita mamma e figlio, prima che un'improvvisa e assurda tragedia li strappasse per sempre all'affetto dei loro cari. Questa la straziante immagine che nel pomeriggio di oggi, venerdì 17 febbraio, si sono trovate davanti le tantissime persone che si sono riunite nella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio a Valgreghentino per dare l'ultimo saluto a Vilma Martinoli e Davide Bonesi, rispettivamente 79 e 54 anni, le due vittime del drammatico incidente - con tutta probabilità legato all'utilizzo di un montascale - avvenuto lunedì mattina nella loro casa in via don Paolo Sala, a poca distanza dal centro.


Nel riquadro Davide Bonesi e Vilma Martinoli

A celebrare le esequie il parroco don Paolo Ventura, che nei giorni scorsi, insieme all'intera comunità valgreghentinese, si è stretto intorno alle persone care dei due congiunti - a partire da Giuliano e Gianluca, marito e figlio della signora Vilma - nel tentativo di portare loro un po' di conforto nel momento del dolore più grande.



"A loro va il nostro abbraccio, sincera espressione di partecipazione a una tragedia che li ha colpiti negli affetti più sacri" ha infatti esordito il sacerdote durante l'omelia, parlando di una "comunità commossa e unita nel dolore". "Vilma era una donna che esprimeva tenerezza, bontà e solarità nonostante la sua infermità fisica. E Davide era un giovane uomo gentile, cordiale, premuroso, discreto, che ha custodito e assistito con amore ed esemplarità i suoi genitori e soprattutto la sua mamma. Quante volte ho fatto loro visita portando la Comunione... Ho ancora davanti agli occhi la loro tavola apparecchiata per cena come in un ristorante, ma ricordo bene anche i momenti in cui li incontravo qui al bar di fronte alla Chiesa. Lui era sempre cordiale, lei sempre sorridente".




"Questa è l'ora del buio, del grido" ha proseguito il celebrante. "Le parole di umano conforto risultano puramente palliative, si spengono in gola, le labbra rimangono sigillate in un silenzio impotente. Siamo tutti smarriti e confusi, senza un briciolo di forza, come nomadi bloccati nel labirinto di tanti "perché" troppo grandi per noi umani. Due domande feriscono la nostra ragione: che senso ha morire così? Perché, Signore? Oggi, quindi, non servono frasi di circostanza: solo le parole della fede possono far luce sulla tragicità del dolore. Gesù consola i suoi discepoli dicendo di avere fede in Lui, per sperare di vivere sempre dopo la morte, lì dove ci ha riservato un posto per l'eternità. A noi mendicanti di senso, di fiducia e speranza, si propone anche con altre parole: "Io sono il pane della vita", quello di cui Vilma e Davide si sono sempre nutriti. Un ultimo pensiero va ai famigliari e agli amici: vogliamo esservi vicini per lenire un po' la sofferenza, farvi sentire meno soli nel dolore, chiedendovi però di custodire ancora l'amore e la stima per la vita. Abbiamo bisogno della vostra testimonianza di speranza. So che Vilma e Davide vi chiedono questo, per non farvi morire anzitempo".


Al termine della celebrazione, a cui ha partecipato anche il sindaco di Valgreghentino Matteo Colombo, a prendere la parola è stato un fedele di Cevo, il paese della Val Masino che ha dato i natali alla famiglia Bonesi. "Signore, accoglili in Paradiso", la sua preghiera. "Dona loro felicità eterna, affinché vivano nella tua Pace, in comunione con i Santi, accanto a Maria, la Madonna del Cammino".
Accompagnate sul sagrato della Parrocchiale e seguite da un lungo corteo, le due bare sono state poi trasferite al vicino cimitero, dove Vilma e Davide riposeranno per sempre. Ancora una al fianco dell'altro.
B.P.
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