A processo per diffamazione a Silea e Comune, si scusa ma...

Ha fatto pervenire una lettera di scuse (non firmata) alle parti civili, ormai intenzionate a rimettere la querela. Poi però, soltanto qualche giorno fa, ci sarebbe nuovamente “cascato”, pubblicando un altro post “pungente”.
Già accusato di diffamazione via social nei confronti di Silea e del Comune di Valmadrera, Felice Airoldi (lecchese, classe 1956) potrebbe ora rischiare una seconda querela da parte dei due enti prima ancora che si chiuda il processo attualmente all'attenzione del giudice monocratico Martina Beggio.
L'attivista del comitato “Spegniamo il Forno” è “alla sbarra” per aver pubblicato su Facebook nel 2019 alcuni commenti ritenuti offensivi dai diretti interessati, in riferimento sia al Comune che alla società di smaltimento rifiuti. In particolare il 65enne avrebbe affermato che Silea potesse vantare di uno “strapotere” in grado di mettere a tacere ''tutti quelli che si mettono contro il forno''. Si sarebbe poi scagliato anche contro il direttore Pietro D'Alema e il Sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi, facendo riferimento a precedenti penali del primo (inesistenti) e ad accostando il comune ad organizzazioni criminali scegliendo di utilizzare nei propri scritti il termine “Valmafia”.
Oggi in Aula si sarebbe dovuto formalizzare la remissione della querela da parte delle parti civili (Silea spa nella persona dell'attuale presidente Domenico Salvadore, il direttore Pietro D'Alema e il primo cittadino Antonio Rusconi). Un nuovo post, pubblicato giusto qualche giorno fa, ha però fatto indispettire i coinvolti. A questo punto condizione per il ritiro della querela da parte dei denuncianti sarà almeno la sottoscrizione da parte dell'imputato della lettera di scuse. Si torna in Aula il 28 marzo.
F.F.
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