E' 'fuori' (da 2 anni) il moldavo inseguito dall'agente Pischedda. Lo si può processare (finalmente)

L'agente Francesco Pischedda
A sei anni dai fatti è arrivato il punto di svolta nel procedimento penale a carico di Veaceslav Florea, il moldavo, classe 1981, inseguito dall'agente Francesco Pischedda la notte della sua tragica scomparsa: dopo una serie di rinvii, il processo a carico dello straniero, è finalmente potuto iniziare, con discussione finale ora calendarizzata per il prossimo 6 marzo.
Resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione le accuse mosse al 41enne, in concorso con altri due connazionali, identificati dalle forze dell'ordine ma mai rintracciati, la cui posizione è stata dunque stralciata, non essendo gli stessi a conoscenza del processo intentato nei loro confronti.
Non così per Florea, per ovvie ragioni, essendo stato lo stesso soccorso, insieme al suo inseguitore, la notte al centro del procedimento. Nella tarda serata del 2 febbraio 2017 il furgone – poi risultato rubato – con a bordo l'imputato avrebbe forzato un posto di controllo, cercando poi di seminare, lungo la ss36, la volante lanciatasi all'inseguimento. Una fuga terminata solo con lo schianto del mezzo, a Colico. Florea sarebbe saltato giù all'improvviso dal cassone, per poi lanciarsi dal cavalcavia con alle spalle l'agente Pischedda. Drammatico il volo compiuto da entrambi, con esito fatale per la divisa.
Trasferito d'urgenza all'ospedale Manzoni di Lecco, il moldavo è stato invece salvato per poi essere estradato in quanto risultato gravato da un mandato d'arresto internazionale per una serie di furti e rapine commessi oltralpe. Se ne erano perse poi le tracce, motivo per cui il processo “italiano” fino ad ora non è mai decollato, in mancanza di un riscontro sullo “stato” - libero o detenuto – dell'uomo, essenziale per comprendere se lo stesso fosse da considerare liberamente assente oppure “impossibilitato” a partecipare in quel di Lecco.
Questa mattina, dopo più di due anni di rinvii, finalmente il giudice monocratico Giulia Barazzetta ha letto in Aula una nota del Ministero dell'Interno datata 27 ottobre 2022 da cui si è appreso della scarcerazione del 41enne: passato prima da un penitenziario in Svizzera, sarebbe stato successivamente consegnato alle autorità austriache nell'estate del 2019, per essere “liberato” già nel dicembre dello stesso anno. Insomma, fuori è fuori, a conoscenza del procedimento di sicuro, essendo stato notiziato prima dell'estradizione, spetterebbe a lui interessarsi dell'andamento dello stesso.
Superato tale scoglio, a sua garanzia, si è passati oltre. Senza ascoltare però testimoni. Il difensore, l'avvocato Marco Sangalli del foro di Lecco ha infatti acconsentito all'acquisizione degli atti.
Si procederà quindi “già” il prossimo 6 marzo per discussione e sentenza.
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