Lecco: aggressione per... la cacca del cane, chiesti 3 mesi

Il vice procuratore onorario Mattia Mascaro ha chiesto 3 mesi di reclusione per il lecchese classe 1972 accusato di lesioni aggravate nei confronti di un 55enne (originario della Repubblica Ceca ma residente da anni a Lecco) a passeggio con il proprio cane. A far scattare l'odierno imputato sarebbero state le deiezioni del pastore tedesco abbandonate davanti alla sua villetta di via Lungolario Piave.
Diametralmente opposte le versioni rese in aula da aggredito ed aggressore: se il primo aveva raccontato di essere stato affrontato dall'imputato L.N. (con cui avrebbe già avuto screzi in passato sempre per lo “sporco” lasciato lungo la via) armato di pala per nessun apparente motivo, quest'ultimo aveva invece negato ogni addebito spiegando di essere stato lui la vittima del 55enne.
“Quel giorno ero a passeggio con il mio cane sul Lungolario Piave, stavo tornando a casa. Ho visto il signor L., fuori da casa sua e l'ho salutato. “Buongiorno un cazzo stronzo” mi ha risposto” aveva raccontato il denunciante, costituitosi parte civile in questo processo. Dopo un botta e risposta sarebbero volati i primi colpi di pala sul braccio e sulle gambe del 55enne, poi L.N. sarebbe passato direttamente alle mani e l'avrebbe colpito in pieno volto e sulla nuca, prima che dei passanti dividessero i due.
Dallo scontro la presunta vittima, diplomato al conservatorio e musicista specializzato nel corno, avrebbe riportato una frattura al pavimento orbitale destro ed un permanente problema di sensibilità intorno all'occhio interessato.
“Stavo rincasando quando ho visto il signore con il cane al guinzaglio, il quale stava facendo i bisogni davanti a casa mia” aveva invece riportato nel corso del proprio esame l'odierno imputato, aggiungendo di aver imbracciato il badile solo per raccogliere le deiezioni: “è tornato nella mia direzione e mi guardava, sorridendo in modo ironico”. Da lì sarebbe nato uno scontro verbale fra i due (con frasi pronunciate dalla persona offesa come “tu la merda ce l'hai nel cervello” e poi con un “quando torno ti uccido”). Poi la colluttazione avrebbe avuto il via con uno schiaffo propinato in pieno volto a L.N. proprio dal musicista.
A seguito della richiesta di condanna (appoggiata dall'avvocato di parte civile Ruggero Panzeri e contrastata dalle conclusioni avanzate dai difensori Manoela Stucchi e Elia Campanelli del foro di Lecco) il giudice ha rinviato al prossimo 20 marzo per la sentenza.
F.F.
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