Da Fumagalli e Tropenscovino (PD) replica al Dg. Paolo Favini in merito all'ospedale Umberto I° di Bellano

A proposito delle dichiarazioni rese alla stampa dal direttore generale dell'ASST di Lecco in merito alle vicende dell'Ospedale Umberto I di Bellano, notiamo anzitutto che il dott. Favini, ha dimostrato, anche in questa occasione, di svolgere un ruolo più politico che tecnico.

Il d.g. "attacca" infatti il nostro segretario di Circolo, Andrea Nogara, reo di aver parlato di "sistematica dismissione" del presidio ospedaliero bellanese e soprattutto di averlo fatto in piena campagna elettorale regionale, stando ben attento peraltro a far avere la sua replica in tempo utile prima dell'appuntamento elettorale di domenica e lunedì prossimi e non limitandosi ad una elencazione di dati ma "condendola" con affermazioni e giudizi di tipo politico che crediamo potrebbero competere piuttosto ad un assessore o consigliere regionale.
Fra l'altro, il dott. Favini dimentica che lo stesso Nogara, come anche la nostra Federazione Provinciale di Lecco ed il consigliere regionale Raffaele Straniero, sono più volte intervenuti sul tema dell'utilizzo dell'Ospedale di Bellano in tempi non sospetti ed ignora che un ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare del Partito Democratico sulla valorizzazione di questo presidio nel corso della discussione della legge sulla sanità approvata lo scorso 30 novembre 2021 è stato "bocciato" senza discussione dalla maggioranza di centro-destra.

Nel merito, se Nogara ha parlato di "sistematica dismissione" del polo bellanese è perché questa è l'evidenza più volte lamentata dai cittadini e dagli operatori sanitari del territorio ed avvalorata dall'ultima scelta di trasferire il reparto di riabilitazione a Merate. Favini ha mai parlato con tutti quelli che subiscono i problemi e le contraddizioni di questo sistema sanitario lombardo? All'interno di questo contesto vengono infatti segnalate da anni diverse problematiche sul piano della continuità dei servizi, in quanto fatica a consolidarsi un'efficiente organizzazione del personale medico ed infermieristico e permane una carenza di personale su tutti i livelli, tanto che le rappresentanze sindacali hanno denunciato a più riprese l'eccessivo ricorso al personale interinale.

Favini invita a non ripiegarsi sulla storia del passato e a guardare al futuro. Noi ribadiamo che sono proprio le scelte dell'ASST che non ci permettono di guardare al futuro senza preoccupazione. Troppe volte abbiamo visto, infatti, trasferire "provvisoriamente" dei servizi e dei reparti altrove e quel provvisorio è divenuto definitivo! Basta vedere la situazione della CRA che doveva essere provvisoria e che oggi, dopo 8 anni, il Dott. Favini ci fa credere essere colpa anche dei sindaci, invocando una collaborazione che ci risulta cercata a decisioni prese. La stessa rete dei servizi ambulatoriali a Bellano è costellata di episodi simili, di "andata senza ritorno". Contrariamente a quanto afferma il d.g., è una storia importante quella dell'Umberto I che recentemente è stata più volte mortificata e merita, a nostro giudizio, la massima attenzione.

Ben venga peraltro la puntualizzazione del direttore generale che il reparto di riabilitazione tornerà a Bellano. Noi però ci permettiamo di osservare che, prima di attivare l'Ospedale della Comunità, sarebbe stato meglio porre le condizioni per mantenere il reparto esistente e nel frattempo partire con la nuova struttura. Invece si è preferito poter affermare di aver attivato un nuovo Ospedale della Comunità senza chiedersi a che prezzo questo sarebbe avvenuto. Evidentemente come la parte politica, vedasi centrodestra, anche un pezzo della dirigenza ha deciso che sono più importanti gli annunci e le insegne che fare funzionare davvero i presidi sanitari.

A questo punto ci permettiamo di affermare che attendiamo l'avverarsi delle promesse del dott. Favini, ribadendo peraltro la nostra contrarietà rispetto al metodo seguito e alle scelte compiute nel frattempo. Anche perché di fronte ai 200.000 che vengono da fuori regione nelle nostre strutture "di eccellenza", 1 cittadino su 9 è costretto a rinunciare alle cure perché di fronte ai tempi delle liste di attesa di questa Regione, non può permettersi comunque di curarsi nel privato. Preso quindi atto della difesa d'ufficio di questa gestione della sanità che va contro i cittadini, possiamo affermare che anche una parte della dirigenza sarà sul banco, assieme al centrodestra, di coloro che hanno deciso di smantellare la sanità ed i presidi del territorio.

 

Manuel Tropenscovino segretario provinciale PD

Ausilia Fumagalli responsabile provinciale sanità e welfare

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