Una foto scattata la mattina dopo l'incendio
Un anno e 8 mesi: questa la condanna irrogata quest'oggi dal giudice monocratico del Tribunale di Lecco Martina Beggio nei confronti di Rocco Giovine, ex professore lecchese, classe 1942, a processo quale presunto autore dello "strano" rogo che nella notte del 2 settembre 2020 aveva distrutto il "salottino" esterno del bar Interval, affacciato sulla centralissima via Carlo Cattaneo. In fumo gli arredi e la pedana. Per quell'episodio l'anziano si è trovato a rispondere del reato di incendio, riqualificato in sede di sentenza in danneggiamento seguito da incendio. Ma non solo, Giovine era originariamente chiamato a rispondere anche di minaccia e violenza privata. Primo bersaglio dell'uomo - secondo quanto emerso nel corso del dibattimento - sarebbe stato l'avvocato Edoardo Fumagalli, decano delle toghe lecchesi, conoscente di vecchia data dall'imputato, con la loro amicizia degenerata nel tempo, complici anche ruggini legate ad una causa di separazione. Il professore avrebbe dunque aggredito, verbalmente ma anche fisicamente, il legale in due occasioni. Il 18 agosto l'imputato avrebbe minacciato di morte l'avvocato Fumagalli arrivando poi, il 31, a mettergli le mani addosso. Riuscito a scansare qualche colpo, il penalista sarebbe comunque stato raggiunto da alcuni pugni così come il collega Amerigo Bianco, classe 1958, suo compagno di studio, intervenuto per porre fine al parapiglia. Quest'ultimo anche il 2 settembre sarebbe stato importunato dall'imputato che, in via Carlo Cattaneo, non lontano dal suo ufficio, lo avrebbe minacciato di morte, tentando nuovamente di picchiarlo, tanto da spingerlo a "rifugiarsi" all'interno dell'Interval. Ed ecco che entra nella vicenda anche il bar. L'incendio della stessa notte, per gli inquirenti della Squadra Mobile cittadina che si occuparono delle indagini, sarebbe da leggersi come una "ritorsione" nei confronti dell'esercente, per essersi, suo malgrado, "intromesso". Hanno rimesso le loro querele gli avvocati Fumagalli e Bianco, estinguendo i capi d'imputazione relativi alle minacce nei loro confronti. Per l'ipotesi di violenza privata Giovine è stato invece assolto. Rimasto dunque in piedi, dunque, solo l'episodio in danno all'Interval, con il titolare Massimiliano Cioffi costituito parte civile per il tramite dell'avvocato Roberto Mulargia. Il giudice, condannando l'imputato, ha liquidato all'esercente (ormai non più in attività) le spese, rinviando in sede civile la quantificazione del risarcimento.