Lecco, picchiò un 47enne riducendolo in fin di vita: il magrebino 'patteggia' cinque anni

Il Tribunale di Lecco
Cinque anni. E' la condanna inflitta stamani dal giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano al marocchino classe 1989 resosi responsabile lo scorso agosto, di una pesante aggressione lungo via Cavour, nel cuore di Lecco. L'uomo - sino a quel momento incensurato e regolare in Italia - aveva colpito con calci e pugni un 47enne originario del Togo al termine di una lite, procurandogli traumi così gravi da richiederne il trasferimento all'ospedale Manzoni in codice rosso. Presso il nosocomio cittadino l'africano era rimasto ricoverato a lungo in rianimazione, in prognosi riservata; pesanti le conseguenze delle botte inflittegli al capo dal 33enne, finito poi in manette e tradotto in carcere con la pesante accusa di tentato omicidio.  
Le indagini della Polizia di Stato - coordinate dal PM Andrea Figoni, trasferito nel frattempo a Cremona - avevano consentito di ricostruire gli istanti precedenti l'alterco, iniziato da spintoni reciproci, proseguendo poi con il togolese a terra, investito dalla furia del magrebino che, con rabbia, gli avrebbe sferrato anche più calci al capo, prima di allontanarsi.
Il grave episodio aveva anche avuto come conseguenza la sospensione da parte della Questura della licenza di un locale pubblico - il Caffè Diaz nell'omonima piazza davanti alla stazione - per sette giorni (ex art. 100 T.U.L.P.S.), locale che il marocchino aveva frequentato poco prima di rendersi responsabile del grave episodio.
Stamani la definizione della vicenda in tribunale. L'avvocato Elena Ammannato del Foro di Lecco - difensore del 33enne congiuntamente al collega di studio Flavio Natali - ha infatti trovato un accordo con la Procura (nella persona del dottor Ezio Domenico Basso, procuratore capo) per un patteggiamento a cinque anni, tenendo conto anche del danno già risarcito dall'imputato.
Il giudice Catalano, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha accolto la proposta, sentenziando la condanna del marocchino - attualmente agli arresti domiciliari - ad un lustro esatto di pena.
G.C.
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