Dal Comune agli amici dell'associazione antirazzista: in rete i ricordi di Maria Cristina Janssen, trovata morta nel Lago

“L'Amministrazione comunale si unisce al dolore dei familiari, degli amici e delle persone care per la morte della dottoressa Maria Cristina Janssen. Persona di grandi doti umane e professionali, colta e sensibile, ha partecipato attivamente alla vita culturale e sociale del nostro territorio e del nostro comune dove, nel novembre scorso, aveva presentato il suo nuovo romanzo "I rami e le foglie"” così, pubblicando altresì una bella immagine della professionista, scattata ad un incontro pubblico a tema letterario e le copertine delle sue due fatiche editoriali, la giunta di Campiglia Marittima, rende omaggio alla 65enne trovata priva di vita ieri mattina, alle prime luci dell'alba, all'interno della sua Fiat Panda finita nel Lago a Lecco, dinnanzi all'ingresso del Camping Rivabella.

Il post dell'amministrazione comunale di Campiglia

A Campiglia, comune da oltre 12.000 abitanti in provincia di Livorno, Maria Cristina Janssen, psicologa milanese, mamma di due figli ormai grandi, si era trasferita quasi vent'anni fa. Nel 2006, per la precisione, come “annota” lei stessa nella sua presentazione su FB, sottolineando come a fine 2022 sia stata “costretta” a rientrare nel capoluogo meneghino, ormai ritirata anche dall'attività lavorativa e dunque dalla professione di psicologa e di giudice onorario minorile.

Maria Cristina Janssen

“E’ stata un’amica preziosa, una protagonista insostituibile nell’attività sociale e politica della Rete Solidale e antirazzista. Intelligente, empatica, colta, capace di spendersi in prima persona nella solidarietà verso i migranti, le donne, gli ultimi. Nell’accoglienza dei profughi afghani e ucraini ha coltivato rapporti umani che andavano oltre la gestione quotidiana delle attività, consapevole di avere di fronte persone con cui stringere rapporti di amicizia e scambio culturale alla pari” la ricordano i compagni della Rete solidale e antirazzista Piombino che ne evidenziano anche spirito e valori. “Maria Cristina – aggiungono infatti - era anche una scrittrice appassionata sui temi del riscatto femminile e della solidarietà di classe espressa dai movimenti operai nei momenti più difficili degli scioperi del secolo scorso, con l’accento sulle storie dei piccoli accolti, grazie ai “treni dei bambini”, in famiglie che li potessero sostentare durante le serrate degli stabilimenti e le lotte dei braccianti nelle campagne del sud. Una persona piena di vita e di tante storie. Ed è così che la vogliamo ricordare”.
Difficile dunque pensare che non ci sia più e che abbia incontrato la morte nelle gelide acque del Lario, in circostanze ancora tutte da chiarire – con l'esame autoptico già disposto dalla Procura nella giornata di ieri – pur non escludendo nemmeno l'ipotesi del gesto estremo.

Di sé stessa, la dottoressa Jansenn diceva: “ho sempre amato viaggiare, anche solo con il pensiero e la fantasia, come ora”. Una passione coniugata a quella della scrittura, come conferma un'amica: “Venerdì – si legge in un altro post dedicato alla 65enne - mi avevi inviato il libro dei tuoi viaggi, quelli veri e quelli nelle emozioni.  Sabato ti avevo scritto che è bellissimo, e si può riconoscere un'intera generazione e mi sono immedesimata in ogni paragrafo. Mi hai risposto "Cavolo, già arrivato e iniziato!!! Che onore!!! Fai conto che l'amica è un personaggio inventato e quindi può essere chiunque! Come generazione ci siamo ... baci  e buona continuazione". Buona continuazione anche a te, Cristina...”.
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