Germanedo: 'Umberto? Un uomo d'oro'. Increduli i vicini dell'86enne che nottetempo ha strangolato la moglie

"Lui è davvero un uomo d'oro. Una bravissima persona. Per lei faceva davvero di tutto". Le vicine di casa sono sconvolte. Non riescono davvero a spiegarsi cosa, nel bel mezzo della notte, possa aver spinto Umberto Antonello, ex ferroviere, classe 1936, residente a Lecco dal 1964, a togliere la vita alla moglie Antonia Vacchelli, sua coetanea e compagna di una vita. Una dirimpettaia fuma nervosamente sul balconcino del palazzo popolare al civico 26 di via Eremo che si affaccia sul parchetto del rione, cinturato dal nastro rosso da cantiere: quest'oggi non ci sono operai al lavoro nell'area destinata a diventare il nuovo playground del Centro Civico Pertini. Regna il silenzio in quell'angolo di città pur con il solito via vai di auto nel parcheggio antistante il caseggiato, gettonato da chi frequenta l'Ospedale Manzoni, visivamente l'ultima "barriera" prima del profilo inconfondibile del Resegone. Un piano più sotto un'altra residente si affaccia a controllare uno stendibiancheria già vuoto. Palpabile lo sconcerto.

Tutti i sabati, con Antonia, si trovavano in cortile. Erano dunque a conoscenza dei problemi di salute che gravavano l'ottanteseienne, nativa di Crema, strangolata dal marito attorno alle 3.30 di questa notte, nel loro appartamento al quarto piano della scala H. "Solo qualche giorno fa era stata al pronto soccorso. I dolori alle ossa non le davano pace. Si lamentava spesso. Lui però la aiutava in tutto" ricordano le conoscenti, vicine di casa della famiglia Antonello-Vacchelli da oltre quarantanni. "Il figlio abita qui vicino, capitava spesso di vederlo arrivare e poi portare in giro con la macchina i genitori, al bisogno". E proprio al figlio Umberto Antonello parrebbe aver telefonato prima delle 4, "confessandogli" l'accaduto e mettendo così in moto la macchina dei soccorsi. Per Antonia Vacchelli, operaia in gioventù, ritirata dal lavoro da lungo tempo, approdata da Crema prima a Oliveto Lario e nella seconda metà degli anni '50 nel capoluogo lariano, non c'era però nulla da fare. E' stata trovata nel suo letto, senza vita. Ai sanitari non è rimasto altro che constatarne il decesso, alla presenza dei Carabinieri.

Intervenuto il posto anche il sostituto procuratore di turno, il dottor Pasquale Gaspare Esposito che ha disposto l'esame autoptico sulla salma della vittima, trasferita all'Ospedale Manzoni a disposizione appunto dell'autorità giudiziaria. Il marito è stato tratto in arresto. In mattinata, l'arrivo in via Eremo di una nipote della coppia (l'altra vive all'Estero), in lacrime. Autorizzata ha potuto prelevare alcuni effetti personali dall'alloggio dei nonni, con i sigilli poi apposti alla porta di casa. Dinnanzi all'uscio un tappeto con i nomi Antonia e Umberto a ricordare quella che fino a questa notte è stata una coppia, nella buona e nella cattiva sorte.
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