Colico: ricordata la battaglia di Nikolajewka, centinaia di Alpini in corteo

Il tricolore sugli alberi, sui tralicci, sulle finestre, la curiosità mista ad emozione negli occhi dei più piccoli e l'orgoglio in quelli dei più grandi. Così questa mattina Colico ha accolto i numerosissimi partecipanti - almeno un migliaio - alla commemorazione della battaglia di Nikolajewka, di cui quest'anno ricorre l'80°.





Era infatti il 26 gennaio 1943, durante la Seconda guerra mondiale, quando le forze di occupazione dell'Asse furono protagoniste di un feroce scontro con i sovietici, con un caotico ripiegamento nella parte meridionale del fronte orientale che costituì la fase cruciale e risolutiva della ritirata, determinando l'annientamento delle truppe italiane decimate da morti, feriti e prigionieri.

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Un evento che ha fatto la storia dell'Italia e in particolare del Corpo degli Alpini, riunitisi in massa quest'oggi nel paese dell'alto Lario per portare avanti ancora una volta una tradizione che racchiude dentro di sè una "missione" molto più profonda di quella di una semplice cerimonia commemorativa: l'impegno a non dimenticare, a tramandare quanto accaduto alle nuove generazioni per costruire un presente e un futuro di pace, nello spirito di solidarietà attiva e fattiva tipico delle Penne Nere.





L'intenso programma odierno, curato dalla sezione ANA di Colico con il patrocinio del Comune, della Regione Lombardia e delle Province di Lecco, Como e Sondrio, ha preso le mosse intorno alle 10.00 con l'alzabandiera in Piazza V Alpini, dopo l'ammassamento in piazza Roma; a seguire la Messa in suffragio dei Caduti in Chiesa Parrocchiale, con il Cardinale Francesco Coccopalmiero e il Coro "Musica Viva".


Il Cardinale Francesco Coccopalmiero



"La Parola ci dice che la persona che compie opere buone è come la luce, che porta vita e gioia: coloro che la osservano la imitano e possono diventare a loro volta luce, che così si espande sempre di più" ha affermato il celebrante durante l'omelia, circondato sull'altare da decine di gagliardetti alpini e dai labari di enti e associazioni. "Che cosa contempliamo nelle Penne Nere? Esattamente il compimento di opere buone, e in particolare la più grande che è quella del dare la vita. Commemorare ciò che è successo 80 anni fa significa rimettere sotto gli occhi di tutti ciò che è avvenuto. Potremmo anche non pensarci più, ma si finirebbe per dimenticare. Oggi invece dobbiamo sentire forte la presenza di chi è andato avanti, per imitarne l'esempio".





Al termine della funzione, la cerimonia è entrata nel vivo con la sfilata lungo le vie cittadine, "colorate" appunto dal verde, rosso e bianco della bandiera italiana. In testa al lungo corteo la Fanfara, il Corpo Musicale e le autorità civili e militari con i volontari delle varie associazioni locali, a partire dalle "giubbe gialle" della Protezione Civile; alle loro spalle un gruppo di piccoli studenti con insegnanti e genitori, seguiti dal folto gruppo di Penne Nere provenienti da tutta la provincia di Lecco e non solo.

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La "meta" finale è stata il Monumento ai Caduti: qui è stata deposta una corona di alloro alla presenza del Colonello Massimiliano Cigolini, Comandante del 5° Reggimento Alpini, dopodichè è arrivato il momento dei discorsi ufficiali. A fare gli "onori di casa" il capogruppo della Sezione ANA di Colico Stefano Foschini, che ha parlato della battaglia di Nikolajewka come di uno scontro finalizzato "non alla vittoria, ma alla salvezza".


Stefano Foschini




"Quella che ricordiamo oggi è una pagina di eroica umanità, una storia che parla di immani sofferenze, di un dolore senza conforto per una follia collettiva, di un'accettazione generale della guerra", le parole del sindaco Monica Gilardi. "A Nikolajewka è emerso il cuore generoso degli Alpini, che nella lotta per la sopravvivenza hanno dimostrato generosità nei confronti di chi stava al loro fianco. Si tratta di virtù che non hanno mai smesso di fare proprie, diventando un esempio di solidarietà attiva e fattiva, di rifiuto della violenza, del riconoscimento di uguaglianza. Ed è questo il messaggio che va ribadito ancora oggi, perchè gli Alpini sono un Corpo di pace, e non di guerra, che ci indica come ritrovare la fratellanza. Onorando i morti e aiutando i vivi".
120 i gruppi di Penne Nere presenti a Colico, a cui sono andati i ringraziamenti di Stefano Foschini che ha poi rivolto un pensiero di gratitudine anche a tutte le autorità, ai volontari delle associazioni e soprattutto ai sindaci in fascia tricolore, "che ben rappresentano il profondo legame esistente tra gli Alpini e il territorio".


Monica Gilardi


Sergio Pomponio

"Personalmente voglio suggerire a tutti di appuntare lo sguardo alle montagne che ci circondano, ai loro declivi, alle cime, alla neve, per mettere a fuoco i particolari che testimoniano la vicenda umana di tanti giovani uomini morti sul fronte russo" ha poi affermato il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio. "Invito anche ad andare oltre, per immaginare che cosa c'era allora oltre queste vette, in Europa, ma anche al di qua in pianura, oltre il mare, verso gli altri continenti. Infine una preghiera per chi non c'è più, per le vittime di guerre, invasioni e oppressioni. Gli Alpini sono un'eccellenza nell'attenzione ai più bisognosi, un'eccellenza che non esiste in altri Paesi. Ecco che quindi la preghiera diventa quella di essere come le Penne Nere nei confronti di tutti, perchè il ricordo deve essere attualizzato sulle necessità del presente: è proprio in questo che si trova il più grande ricordo dei martiri".


Gianmario Gervasoni

Infine, il messaggio del vice presidente nazionale ANA Gianmario Gervasoni: "Quello che è successo 80 anni fa è sempre vivo nei nostri cuori. La rabbia è stata sostituita con la solidarietà, ciò che ispira l'agire degli Alpini. Il nostro dovere, quindi, è quello di tramandare questi valori ai giovani, abituati e testardi come siamo a lavorare sodo, a essere presenti ovunque ci sia un bisogno. Gli Alpini non sono uomini di guerra ma di pace, sempre pronti a fare del bene, a essere con gli altri e per gli altri. Questa iniziativa ha proprio lo scopo di trasmettere certi valori, secondo un'etica di partecipazione civile, solidarietà e volontariato. Noi ci siamo, ci saremo sempre, e stiamo costruendo il futuro".
In conclusione, prima del rinfresco nel vicino Municipio e del pranzo in compagnia, un pensiero a Carlo Poncia, ultimo reduce della campagna di Russia: lo scorso 27 dicembre ha compiuto 100 anni.
Benedetta Panzeri
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