Lecco: 'Torniamo a combattere', Bonaccini in piazza racconta le sue idee per il PD

Laburismo, riformismo e pragmatismo. Dovrebbero essere questi i tre pilastri su cui avviare la ricostruzione del Partito Democratico secondo Stefano Bonaccini. Impegnato in un intenso tour in Lombardia, il candidato alla segreteria del PD è giunto questa mattina a Lecco per un comizio in piazza Cermenati.

Stefano Bonaccini e Mauro Gattinoni

Giunto con una ventina di minuti di ritardo causa traffico, il governatore dell’Emilia-Romagna è stato accolto da Mauro Gattinoni. “L’ultima volta che ci siamo visti, durante la campagna elettorale per le comunali, era una serata gelida non solo per il tempo. Eravamo sotto di duemila voti e siamo riusciti a rimontare. Una delle persone che hanno smosso il cuore dei cittadini è stato proprio Stefano” ha ricordato entusiasta il sindaco di Lecco.

Al microfono Maria Sacchi

Gattinoni ha quindi ceduto il microfono a Maria Sacchi, assessore alla cura della città e ai lavori pubblici nel capoluogo. “Parlo da donna democratica da sempre iscritta al partito. Abbiamo bisogno di ritornare tra la gente. Dobbiamo smetterla di passare ore a parlare di massimi sistemi e di correnti” ha sottolineato con forza. “Per me esiste un'unica comunità, la comunità del Partito Democratico. Non esistono sistemi di potere che devono essere mantenuti. Abbiamo bisogno di rinascere e riformarci. La vocazione maggioritaria per noi è possibile”.

Stefano Bonaccini

Il consigliere regionale Raffaele Straniero

Parole nette che hanno rappresentato un perfetto assist per Stefano Bonaccini. “Se dovessi diventare segretario nazionale, il percorso di ricostruzione che guiderò sarà lungo e faticoso. Noi dobbiamo rigenerarci per tornare al governo del Paese solo se avremo vinto le elezioni. Si cura la democrazia se si rispetta la volontà popolare” ha esordio. “Serve una classe dirigente nuova, costruita soprattutto pescando nei territori. Non è normale che si perda alle politiche quando governiamo quasi il 70% dei comuni italiani. Abbiamo una squadra di gente competente, eletta che va portata nel gruppo dirigente nazionale”.
Ad ascoltare l’intervento del governatore emiliano, in una piazza Cermenati illuminata dal sole e sferzata dal vento, di dirigenti locali e nazionali del PD ce n’erano diversi: Vinicio Peluffo, segretario regionale, Brando Benifei, capogruppo PD al Parlamento Europeo, Filippo Barberis, capogruppo PD in consiglio comunale a Milano e Simona Malpezzi, capogruppo PD al Senato. “Serve ritrovare il gusto di andare a combattere, tornare nei luoghi dove la gente vive e lavora. Alle ultime politiche nessun dirigente si è candidato nei collegi uninominali. Non si era mai vista una cosa simile. Ci sono troppi politici che non vivono e non conoscono il territorio in cui sono stati eletti. Se divento segretario vi garantisco che la prossima volta i candidati li sceglierete voi attraverso le primarie” ha aggiunto Bonaccini. In seguito, ha delineato le principali battaglie che intende combattere in caso di vittoria nella corsa al Nazareno. “Dobbiamo parlare di più di lavoro e di impresa. La nostra ossessione deve essere quella di creare posti di lavoro. Se divento segretario la prima campagna che vi chiedo di fare è tornare nelle piazze e raccogliere le firme per introdurre con una legge di iniziativa popolare il salario minimo legale laddove non arriva la contrattazione collettiva. Non è tollerabile che ci siano persone che lavorano per pochi euro all’ora senza avere una minima tutela”.

L’intensità nella voce di Bonaccini incrementava di pari passo con la frequenza degli applausi del pubblico e la forza delle folate di vento. “Fino a che noi non rendiamo il lavoro precario più costoso del lavoro stabile la precarietà non la combatteremo. Con la flat tax il governo ha fatto arrivare benefici fiscali a chi ha un reddito fino a 85mila euro lordi annui. Nell’ultima legge di bilancio non c’è un solo beneficio per assumere persone con un contratto a tempo indeterminato o stabile”. Il governatore dell’Emilia – Romagna si è soffermato a lungo sui temi del lavoro. “Bisognerebbe aumentare le buste paga di alcune categorie professionali come medici e infermieri o forze dell’ordine. L’impresa ha un valore sociale se è sana e seria. Senza imprese non c’è lavoro. Dobbiamo occuparci anche dei lavoratori autonomi e delle partite IVA. Dipingendoli tutti come degli evasori abbiamo regalato voti alla destra”.

 

Tra il pubblico si potevano scorgere anche i profili di Virginio Brivio, ex sindaco di Lecco, Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del PD, Alessandro Alfieri, senatore, il consigliere regionale Raffaele Straniero, Pietro Radaelli e Gianmario Fragomeli, candidati al consiglio regionale alle elezioni del 12 – 13 febbraio prossimo.
“Tra qualche anno Italia e Spagna rischiano di essere i primi paesi con più pensionati che lavoratori. Servono più politiche per la famiglia e dobbiamo fare una battaglia su questo. Così come serve programmare in modo chiaro l’arrivo nel paese di flussi di migranti regolari che possano fungere anche da forza lavoro”. Su questo punto, Bonaccini ha nuovamente attaccato il governo. “Hanno parlato di guerra alle ONG ma segnalo che gli sbarchi sono aumentati rispetto all’anno scorso. Ho collaborato personalmente con il ministro dell’Interno nell’organizzare l’approdo di una nave a Ravenna a fine dicembre. Poi però ho chiesto di venire a riferire in conferenza stato – regioni. Ultimamente stanno inviando le navi solo nelle città governate dal centrosinistra. Si vergognano a portarli dove i loro esponenti gridavano porti chiusi e prima gli italiani” ha sottolineato il governatore emiliano, il quale poi ha affrontato il tema dei diritti civili. “Io penso che in questo Paese ognuno debba avere il diritto di amare chi gli pare. Considero vergognoso il fatto che bambine e bambini nati in Italia e cresciuti con i nostri figli non possano essere considerati cittadini italiani. Dobbiamo ribaltare questa cosa”. L’intervento volgeva al termine. “Stanno tagliando sulla sanità pubblica. Io lo so che in Lombardia avete delle eccellenze internazionali nel campo dei servizi sanitari ma non rinuncerei mai al sistema sanitario emiliano, per la gran parte pubblico, neanche se mi pagano. Il disegno della destra è esattamente quello di una sanità sempre più privata”. Infine, l’affondo. “Amici dei 5stelle e del Terzo polo anche voi avete perso le elezioni. Se invece di fare opposizione al PD la faceste al governo Meloni forse insieme cominceremmo a dare un’alternativa al Paese”.
A.Bes.
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